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CRISI DEL DEBITO, PAESI EUROPEI SOTTO ATTACCO, RIMEDI PER USCIRNE

Post n°650 pubblicato il 16 Luglio 2011 da Lucky340
 

LA GRECIA( e gli altri paesi Europei PIIGS ) sono  UTENTI DELLA VALUTA. Gli USA( o altri stati sovrani a livello monetario ) SONO L'EMITTENTE DELLA VALUTA. COME UNA FAMIGLIA, UN'IMPRESA, O IL GOVERNO DI UNO STATO AMERICANO, LA GRECIA e gli altri HANNO  UNA CAPACITA' DI SPESA LIMITATA. IL CHE SIGNIFICA CHE DEVONO  SEMPRE ACQUISIRE FONDI PRIMA DI SPENDERE I SOLDI. GLI STATI UNITI NO. INFATTI, AFFINCHE' I CITTADINI PAGHINO LE TASSE E COMPRINO I TITOLI DEL DEBITO AMERICANO, IL GOVERNO USA DEVE SPENDERE SOLDI. ANCORA PIU' IMPORTANTE, SE IL GOVERNO USA VUOLE SPENDERE SOLDI DEVE SEMPLICEMENTE CAMBIARE DEI NUMERI IN UN SISTEMA INFORMATICO (spesso definito come "stampare denaro" dai media tradizionali "). NON CHIAMA LA CINA PER CHIEDERE UN PRESTITO. NON DEVE CONTARE SUL GETTITO FISCALE. SEMPLICEMENTE CAMBIA DEI NUMERI NEL SISTEMA INFORMATICO. LA GRECIA NON PUO 'FARE NULLA DEL GENERE.
Quindi non può esistere che gli USA non siano in grado di finanziare la propria spesa. E non esiste che i mercati decidano di non finanziarla. Il prestito obbligazionario e la raccolta fiscale non hanno una funzione di finanziamento in un paese che emette direttamente la propria valuta ed è completamente autonomo all'interno di un sistema di cambio fluttuante. L'idea che siano operazioni di finanziamento risale ai tempi in cui gli Stati Uniti avevano il gold standard e veramente erano limitati nella spesa. Quel periodo è finito.

detto questo è evidente Il Debito è certamente diventato problematico, ma la minaccia che rappresenta per il mondo è notevolmente   esagerata. Questo perché ci sono una serie di equivoci popolari sul debito.L'espansione del credito non è la stessa  cosa della  creazione di moneta. Le banche centrali, non i mercati del credito, controllano la quantità di moneta in un'economia. Di norma lo fanno prendendo di mira il prezzo del denaro (ad esempio, con i tassi di interesse a breve termine), il che a sua volta aumenta o diminuisce la capacità delle banche a prestare, ma è l’aumento dei   fondi alle banche(operazioni di mercato aperto definitive)  da parte delle banche centrali è  quello che porta alla creazione di nuova moneta, aumentando la base monetaria, ma vediamo meglio.In economia si parla di 4 aggregati monetari -M0  o base monetaria – costituita dal cosiddetto circolante che sarebbero le banconote e gli spiccioli a corso legale, più le riserve che le banche ordinarie depositano presso la BC e non possono essere utilizzate per fare credito. C'è M1 che si ottiene aggiungendo alla moneta legale tutti i depositi bancari a vista. M2 comprende anche i depositi vincolati con scadenza a due anni e/o preavviso fino a tre mesi. L'ultimo è il famoso M3, l'aggregato più ampio perché comprende anche quote di fondi e altri titoli con scadenza fino a due anni. La differenza fondamentale tra la base monetaria e tutto il resto, sta nel fatto che mentre la base monetaria non è a debito – tutto il resto degli aggregati monetari invece lo sono. In secondo luogo, c'è anche da tenere presente che la quantità di moneta totale, corrispondente all'aggregato M3, è molto più grande della base monetaria, ed anche del semplice M1. Quindi la maggior parte della moneta esistente è proprio la moneta a debito.La base monetaria invece non è a debito. Quando la BC (banca centrale) stampa moneta di carta per immetterla nel circuito, la immette “a gratis”, non gravata da interessi (che sia stampa fisica o accredito su un conto, non è rilevante, perché quello che conta è che l'operazione è gratuita, cioè aumenta la ricchezza senza togliere niente).I canali attraverso i quali la BC immette la base monetaria nel sistema, sono tradizionalmente tre, il canale estero, quello bancario, e il canale del Tesoro.Il canale estero si può attivare quando c'è un un saldo attivo nella bilancia dei conti con l'estero. In questo caso la BC può stampare moneta per far fronte alle richieste di cambio degli importatori stranieri. E qui non ci sono interessi da pagare. Si stampa moneta in cambio di ricchezza straniera che entra nel paese.Il secondo canale, quello più usato, è quello bancario. Quando la BC presta soldi alle banche contro garanzia di titoli, in genere non si ha un aumento vero e proprio di base monetaria, anche se lo fa stampando, perché poi a determinate scadenze questi soldi devono tornare indietro, più gli interessi. Sono le cosiddette operazioni di rifinanziamento temporanee.In altri casi, invece, c'è un vero e proprio aumento di base monetaria, attraverso quelle che vengono chiamate operazioni di mercato aperto definitive: la BC rifinanzia le banche e stop, non c'è nessuna operazione di segno contrario. Si dice che sono operazioni “strutturali” per aumentare la liquidità. Ricchezza aggiunta.L'altro canale possibile, sarebbe quello del Tesoro. Questo canale in Europa è stato bloccato e prosciugato per Trattato, mentre negli USA è ancora aperto.Il canale pubblico rappresenta un'importante occasione per la BC di immettere base monetaria nuova nell'economia, attraverso anticipazioni straordinarie nel conto corrente del Tesoro con la BC, oppure tramite l'acquisto diretto dal Tesoro dei titoli del debito pubblico. Seppure i titoli siano debiti da rimborsare e gravati da interessi, nel caso di acquisto diretto da parte della BC, non si tratta di vero debito ma di ricchezza aggiunta, perché gli interessi la BC con una mano li prende e con l'altra li restituisce allo Stato, essendo bene o male istituto di diritto pubblico (anche se di proprietà privata). E quando i titoli giungono a scadenza basta farsene acquistare altri.Quindi non è vero debito, o debito non oneroso. 

Ora   visto l'attacco speculativo in atto , visto che  un attacco speculativo coordinato e ripetuto nel tempo è in grado di portare Portogallo e poi Spagna e Italia nella stessa situazione di insostenibilità del debito pubblico in cui versa oggi la Grecia o  l'irlanda , visto che la speculazione attacca questi paesi e non altri debbono esservi delle ragioni. Certamente è vero che i paesi della periferia europea hanno delle debolezze strutturali, in primis la difficoltà a mantenere in pareggio i propri conti con l’estero (cioè a esportare quanto importano) legate, tra l’altro, all’impossibilità di governare il tasso di cambio in modo appropriato per le proprie economie. Ma dopo la crisi del 2008 sono molte le economie e i sistemi bancari nazionali ad avere delle fragilità strutturali, e altri paesi come il Giappone e la Gran Bretagna ad esempio, hanno debiti pubblici più elevati in rapporto al PIL di quello di paesi europei oggi in difficoltà. La ragione ultima dell’attacco verso la ‘periferia’ dell’Europa (e di nuovo, su questo consentono gli osservatori internazionali), sta nel fatto che a differenza di altri paesi, quelli europei hanno abdicato alla propria sovranità monetaria e non hanno dunque una banca centrale nazionale che possa operare in modo da difendere il paese dalla speculazione, oppure in modo da rilanciarne le esportazioni e la crescita attraverso una (pur costosa per molti versi) scelta di svalutare il cambio. D’altra parte la BCE non sta agendo in modo da difendere le economie di questi paesi nell’unico modo che sarebbe efficace, e cioè, come si è detto, intervenendo in modo da ridurre i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico, non diversamente di quanto ha sinora fatto la Federal Reserve nei confronti del debito pubblico americano. Gli strumenti tecnici e le proposte in tal senso non mancano, non ultima quella circa la creazione di eurobonds .


come se ne esce?

 

  • attraverso la macelleria sociale e selvagge politiche deflattive con misure di austerità più severe di quelle sinora previste e viste , pari al 4% del PIL tra aumento delle entrate e riduzione della spesa, in modo da raggiungere rapidamente il pareggio nel bilancio pubblico complessivo, cioè comprensivo degli interessi pagati ai possessori dei titoli del debito pubblico. Si tratterebbe di misure durissime, perché una manovra di queste dimensioni dovrebbe necessariamente richiedere, oltre ad aumenti delle imposte, tagli severi a pensioni e stato sociale (quindi scuola, sanità ecc.) e inoltre la privatizzazione e vendita di tutte le società pubbliche o a partecipazione pubblica (Eni, Enel, Poste, Finmeccanica, Rai sono gli esempi citati per l'italia ) , ma i  costi economici e sociali sarebbero  tali da minare la stabilità, non solo sociale ma anche economica, di questi paesi - i mercati lo sanno e adeguano (al rialzo) i già elevati tassi.E tuttavia, vista la drammaticità della situazione, dobbiamo chiederci se ciò potrebbe davvero mettere l’Italia e gli altri al riparo. La risposta è un secco NO. Basti qui una riflessione: i conti su quanto si debba tagliare per portare il bilancio in pareggio sono fatti per volumi di pagamenti degli interessi sul debito che riflettono i tassi di interesse correnti. Ma se la speculazione finanziaria rimane libera di determinare i tassi di interesse sul debito pubblico, questi possono, come per la Grecia e poi per il Portogallo, schizzare a valori tali da rendere impossibile, non importa con quali sacrifici, raggiungere il pareggio di bilancio, e ciò a causa dell’aumento vertiginoso della spesa per il pagamento degli interessi. Poiché tale attività speculativa è possibile e lucrosa, perché mai non dovrebbe essere intrapresa? In che modo i sacrifici descritti potrebbero porvi termine?Al contrario, proprio la loro inutilità nell’aggiustare i conti dà ulteriore benzina alla speculazione;
  • ovvero riformando la politica monetaria europea con La BCE che non dovrebbe semplicemente agire sui tassi; ma difendere le economie di questi paesi nell’unico modo che sarebbe efficace, e cioè, come si è detto, intervenendo in modo da ridurre i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico e dovrebbe finanziare i deficit pubblici, emettendo nuova moneta. La svalutazione dell’Euro che ne deriverebbe farebbe bene alla crescita e ricostruirebbe almeno in parte il gettito tributario colpito dalla crisi e dalla stagnazione.


La seconda via è l'unica razionale ed efficace, se non fosse praticabile allora la via d'uscita del default  del debito con l'uscita dall'euro per riprendersi la sovranità monetaria rimarrebbe l'unica strada percorribile  per molti paesi compreso il nostro per non finire strozzati dal cappio nel quale si è introdotta la testa, visto che Una nazione che va in default sul proprio debito non deve necessariamente subire un declino nel suo PIL o reddito nazionale. Il PIL è determinato principalmente dal numero dei lavoratori e la produttività del loro lavoro. Default del  debito e / o ristrutturazioni  possono  portare a risultati positivi se siano state adottate misure per aumentare la produttività e riprendere il controllo della politica monetaria. Il mondo è sopravvissuto al grande default del debito sovrano molte volte in passato senza conseguenze economiche disastrose. Il default dell’ L’Argentina del 2001 di 132 miliardi di dollari viene in mente.

"Insomma è chiaro anche ad un profano. E da tempo. La realtà è evidente. O si lascia l’euro o lo si riforma. Così non va. E chiedere sacrifici sul fronte tasse e tagli serve solamente ad indebolire un’economia già sofferente. ........_nibbio"

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Lucky340
Lucky340 il 18/07/11 alle 16:55 via WEB
New York - Gli investitori stanno mettendo a dura prova la capacita' dei leader europei di risolvere la crisi del debito sovrano che ora vede coinvolti anche Italia e Spagna, compiendo attacchi mirati sui mercati. Il tempo stringe e molto si giochera' nel summit del 21 luglio. Mentre l'accordo sulla Grecia fatica ad arrivare, i mercati rischiano di far crollare il castello di carta dell'unione monetaria.
Per capire la gravita' del problema basti sapere che l'Italia ha un'economia pari a tre volte quella di Grecia, Irlanda e Portogallo, mentre il Pil della Spagna rappresenta il 2% dell'area. Nemmeno un'economia di queste dimensioni potrebbe farcela se i rendimenti del decennale, che sono appena saliti sui nuovi record dalla nascita dell'euro, dovessero raggiungere il 7% allora sara' il punto di non ritorno...
 
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