Lucky_borsa

finanza, borsa e dintorni

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 11
 

DISCLAIMER

Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

« Standard & Poor's decla...Analisi Intermarket sett... »

A storm in a tea (party) cup

Post n°672 pubblicato il 06 Agosto 2011 da Lucky340
 

Articolo di Sergio Cesaratto in uscita su Left-Avvenimenti
da ......Voci dall'Estero

La situazione economica italiana e globale è estremamente allarmante, ed è soprattutto preoccupante il prevalere, su entrambe le sponde dell’Atlantico, di posizioni tanto grette, quanto dannose. Negli Stati Uniti l’accordo stipulato da Obama, con i conseguenti tagli al bilancio federale, comporterà sia dei danni alle politiche di bilancio volte a sostenere produzione e occupazione, che ulteriori ingiustizie sociali. In Europa le misure intraprese dai governi europei sono sinora risultate insufficienti ad arrestare la crisi del debito dei paesi periferici che si è ora estesa in maniera drammatica anche al nostro paese. Il costo del debito pubblico italiano - i famosi spread, gli scarti fra i tassi di interesse pagati dallo stato italiano e quelli pagati dalla Germania - è salito a livelli inimmaginabili solo poche settimane fa, dimostrando l’inutilità della manovra. A ben vedere il moralismo populista del Tea Party, che esalta lo stato minimo e il predominio dei più capaci, non è che è una variazione sul tema della retorica dei politici, mass media ed economisti tedeschi volta ad attribuire ogni colpa alla dissipatezza dei popoli dell’Europa periferica, come se le banche germaniche non avessero allegramente sostenuto quella presunta viziosità e l’economia tedesca beneficiato di abbondanti esportazioni verso la periferia. Le manovre imposte ai paesi periferici si rivelano la classica fatica di Sisifo: nuocciono a crescita e stabilità sociale e da ultimo al bilancio pubblico medesimo.

Eppure nella scatola degli attrezzi della politica economica vi sarebbero gli strumenti per affrontare la crisi, strumenti che sono stati con successo adottati soprattutto dagli Stati Uniti nel 2008-9: sostenere la domanda attraverso la spesa pubblica, e puntellare il bilancio pubblico, il sistema finanziario e le famiglieindebitate attraverso una politica monetaria “accomodante” che mette a disposizione liquidità a basso costo, cioè a bassi tassi di interesse. Maggiore liquidità a bassi tassi, in periodi di crisi, non genera inflazione, ma è una flebo per il sistema. L’abbandono prematuro di queste politiche rischia di far ricadere gli Stati Uniti nella crisi, con effetti drammatici sull’economia mondiale.L’Europa non ha mai coraggiosamente adottato queste politiche. Guidata da una Germania che fa delle esportazioni la guida alla propria crescita, essa ha preferito lasciar fare agli altri. E in effetti le esportazioni tedesche verso i paesi emergenti, Cina in primis, hanno ripreso alla grande dal 2010, avvantaggiandosi anche, grottescamente, del deprezzamento del’Euro che ha seguito la crisi della periferia europea. Quest’ultima area non si è avvantaggiata della ripresa tedesca in quanto il retroterra industriale della Germania è ormai nell’est europeo, l’area a cui storicamente questo paese ha guardato – l’opzione occidentale della Germania  apparendo un accidente storico più che una vera scelta. Con l’esplosione della crisi greca a fine 2009, si è palesato quanto la scelta dell’Unione Monetaria Europea (UME) fosse stata una scommessa azzardata per la periferia europea. I flussi di capitale dai paesi centrali hanno dato l’illusione sino al 2008 che tutto andasse a gonfie vele in Spagna, Irlanda e Grecia, sebbene si fosse già da tempo capito che non era così per Portogallo e Italia. Con l’UME i paesi periferici si sono auto-negati la possibilità di riallineare la propria competitività attraverso le variazioni del tasso di cambio nella speranza  di importare disciplina ed efficienza tedesca. Hanno invece importato un mucchio di capitali che hanno sostenuto i consumi (ma non gli investimenti industriali) e fatto lievitare prezzi e salari, sicché ora si trovano con molti debiti e una competitività perduta, ma senza poter ricorrere alla classica “arma della svalutazione”. L’Italia fa storia a sé. Il nostro debito pubblico era già alto prima dell’UME, e divenne tale per scelte sbagliate compite nel periodo 1979-81. L’adesione al sistema monetario europeo (il padre dell’UME) e il cosiddetto “divorzio” fra Banca d’Italia e Tesoro, per cui la prima smise di finanziare a basso costo il secondo, determinarono un formidabile aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico. Ciò determinò, assieme al lasciar correre l’evasione fiscale, una miscela micidiale che ha portato il debito pubblico italiano ai livelli ben noti. E’ una storia su cui si dovrà tornare. Nulla a che fare, comunque, con un eccesso di spesa sociale che in Italia è, anzi, sottodimensionata. Sino all’adesione all’UME il debito pubblico italiano era tuttavia posseduto da connazionali. Con l’UME anche l’Italia perde progressivamente competitività – i nostri prezzi crescono inesorabilmente sempre un po’ più di quelli tedeschi e non possiamo svalutare -, i nostri conti con l’estero vanno in rosso e anche noi tendiamo a indebitarci, sebbene un po’ meno degli altri. Una manifestazione dell’indebitamento estero è che ora quasi la metà del debito pubblico è in mano a stranieri. L’Italia è in una situazione simile al 1992, quando una grossa svalutazione della lira aggiustò (un po’) le cose: le esportazioni ripresero, il debito estero fu restituito. Ora non si può più fare. I mercati lo sanno e attribuiscono una probabilità positiva che l’Italia sia costretta ad uscire dall’Euro, e dunque chiedono tassi sempre più altri per acquistare i titoli del debito sovrano italiano. Dunque non è questione di speculazione, queste sono bugie. Con questi tassi – 4% più di quelli pagati dai tedeschi - il debito pubblico non potrà che crescere, non c’è manovra che possa farvi fronte, e la probabilità di un “default” italiano si avvicina. La situazione italiana si sta cioè avvicinando viepiù a quella della Grecia di un anno fa. La Grecia è tuttavia un paese piccolo, e i prestiti europei l’han tenuto in (una stentata) vita (medesimo discorso per Irlanda e Portogallo). Questo non è possibile per Italia (e Spagna). Che fare allora?Come convengono tutti gli osservatori più avveduti, c’è una istituzione di cui tutti i paesi sovrani si sono dotati dalla fine del XIX° secolo per fronteggiare queste contingenze: la banca centrale. Dunque solo un intervento fermo della Banca Centrale Europea (BCE) potrà fermare e invertire la tendenza al rialzo dei tassi di interesse sui debiti sovrani di Italia e Spagna (una banca centrale lo fa acquistando lei i titoli e sostenendone il prezzo; i mercati, rassicurati, chiederanno tassi più bassi per detenere quei titoli). Purtroppo l’ultimo accordo europeo del 21 luglio ha ulteriormente esentato la BCE dall’operare in questo senso. Ottimisticamente riteniamo che, a meno di voler affossare l’Euro nel giro di qualche settimana, la BCE dovrà intervenire. Se questo avvenisse in misura adeguata, e si potesse ricominciare a respirare normalmente, ci si potrà rimboccare le maniche per raddrizzare questa Europa e questa Italia. Ma su questo torneremo.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/lucky340/trackback.php?msg=10484577

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Lucky340
Lucky340 il 06/08/11 alle 15:23 via WEB
intanto ....La politica e l'Europa si muovono per provare ad arginare il crollo dei titoli di stato e della borsa italiani, che possono creare uno scenario esplosivo per la costruzione europea. Anche se il premier Berlusconi aveva "riferito" alle Camere appena due giorni fa, dicendo che tutto andava bene e che il paese e' solido, e le banche liquide, venerdi' sera, alla fine dell'ennesimo attacco all'Italia, con le armi di titoli azionari e btp in crollo, l'Europa - con una serie di telefonate frenetiche tra la cancelliera tedesca Merkel, il presidente francese Sarkozy e il commissario Ue Olli Rhen - ha deciso in sostanza di "commissariare" Roma, imponendo al governo Berlusconi un passo di emergenza. Cosi' in una conferenza stampa congiunta improvvisa a Palazzo Chigi il premier Silvio Berlusconi, il sottosegretario all presidenza del Consiglio Gianni Letta e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti hanno annunciato le misure di emergenza coordinate con l'Europa per frenare la speculazione contro l'Italia. Il pareggio di bilancio sara' anticipato dal 2014 al 2013 e il pareggio sara' inserito come norma della Costituzione, con opportuna modifica costituzionale (per la prossima settimana sono state convocate le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio). Si tratta di un'accelerazione della manovra gia' varata dal governo, senza modifiche di fatto in termini di importi, ma il peso gravera' subito com'e' ovvio sulla gia' tartassata classe media. L'anticipo al 2013 cambia l'intera strategia del governo che voleva rinviare la reazione negativa alle urne, scaricandone gli oneri al prossimo governo, cio' ha dato subito la stura a Roma al rumor secondo cui, a questo punto, con un governo di destra che aumenta tasse e balzelli su una popolazione gia' esausta fiscalmente ed economicamente, e il tutto solo ed esclusivamente per pagare gli interessi sul debito pubblico - mentre non e' stato elaborato nemmeno un provvedimento di stimolo o crescita per il paese - si mormora che non solo il pareggio di bilancio ma anche le elezioni politiche saranno anticipate, alla primavera/estate 2012. Infine il governo annuncia un nuovo G7 di emergenza dei ministri delle finanze Ue per la prossima settimana.
da wall street italia
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: Lucky340
Data di creazione: 04/05/2010
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

neveleggiadra0gianni3410prefazione09whiskynsodachildchildcassetta2Miele.Speziato0Desert.69marabertowsuarez65vita.perezfrankostopRobertGordontempestadamore_1967marinovincenzo1958
 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963