di Sergio Di Cori Modigliani
Ormai, cominciano a capirlo anche i ciechi e i sordi, gli scettici e gli indifferenti, quelli a digiuno della politica, quelli che non seguono ciò che accade. Se non altro, lo capiscono (quelli che sono sani) per istinto. Eh già! Per fortuna esiste l’istinto, che –com’è noto- si attiva automaticamente in presenza di un pericolo o di una emergenza.
Se va avanti così, finirò per dar retta a mia zia Maria che ha sempre cercato di fare appello al vecchio e sano “buon senso”.
Tutto ciò per definire l’attuale stato politico, economico ed esistenziale come “insensato”.
Ma che, trasferito e tradotto in termini mediatici corrisponde a “truffa”.
Il che aumenta il campanello d’allarme dell’istinto. Un po’ come quando uno guarda un film (magari un poliziesco) e all’inizio, mentre i vari personaggi cominciano ad agitarsi sullo schermo, entra un attore che dice una battuta e uno pensa (proprio perchè lo sceneggiatore vuole che così accada) “questo qui, mi sa proprio che prima della fine del film farà una pessima fine”.
Abituati alla narcolessia di Stato, non siamo ancora al punto in cui ritorna di moda la Verità o, quantomeno (almeno tra le persone un minimo decenti) la verifica-raffronto tra una affermazione pronunciata il 12 gennaio, seguita da una negazione pronunciata dalla stessa persona il 14 gennaio, da cui il buon senso imporrebbe di esigere dall’interlocutore una spiegazione “scusi lei ha detto il 12 che questo va bene, poi ha detto il 13 che questo va male, insomma….lei che cosa pensa esattamente?” dopodiché, qualunque sia la risposta, stamparla per bene e poi rinfacciarla quando è di dovere, per poi, infine, pretendere che il malcapitato ammetta che A) ero in stato di confusione, B) sono un bugiardo e adoro mentire C) parlo a vanvera D) ero in buona fede ma mi sono sbagliato E) dico la prima cosa che mi salta in mente F) in realtà questo non è il mio lavoro……ecc,ecc.
Tutto ciò per commentare le ultime uscite internazionali e nazionali relative all’attuale governo, a Berlusconi, alla sinistra e allo stato dell’economia.
Io spero ardentemente (mi auguro che venga compreso il mio, diciamo così, paradosso emotivo) che Mario Monti non sia una persona né limpida né onesta. Già questa sarebbe “relativamente” una buona notizia. Perché, nel caso opposto, invece, e cioè il nostro premier è un individuo onesto e sincero, allora siamo davvero nel mezzo di una tragedia totale. Vuol dire che l’assoluta mancanza di capacità raziocinanti di comprendonio guidano la carcassa della nostra amata Italia.
Perché gli ultimi e recenti raffronti ci indicano che ciò che lui è andato dicendo dal settembre 2011, e che ha poi teorizzato seducendo Napolitano, che ha poi perseguito ed applicato una volta divenuto primo ministro, e che insiste nello sciorinare alla plebe in questi giorni, non ha niente a che vedere con la realtà nel suo accadimento.
Qui non si tratta più di essere sostenitori di Monti o antagonisti a Monti.
Qui si tratta si svegliarsi ed esigere di comprendere se si tratta di un furbone che ci sta prendendo in giro, oppure di un deficiente con buone entrature e conoscenze nei posti giusti ma non capisce proprio niente, oppure –l’aspetto peggiore- un macabro genio della manipolazione mediatica che ha ben capito come gestire l’Italia in maniera berlusconiana perché il suo unico fine è applicare ordini di scuderia senza spiegare a nessuno dove si trovi la scuderia, chi sono i proprietari, chi sono i cavalli e dove e come e quando corrono.
La frase di qualche mese fa, in piena turbolenza berlusconiana, della Gelmini sul tunnel dei neutrini è un’inezia tenera se raffrontata con le dichiarazioni quotidiane del Premier.
Così come, poco a poco, goccia dopo goccia, articolo dopo articolo, dagli Usa cominciano a filtrare impietosi giudizi di totale e definitiva bocciatura della ricetta Monti, mentre l’intera truppa mediatica ha presentato il viaggio in America come se fosse stato quello compiuto da Alcide De Gasperi nel marzo del 1947, quando il leader democristiano incontrò Harry Truman a Washington e tornò a casa con il piano Marshall in tasca firmato.
Non solo.
E’ tornato sostenendo di aver convinto Wall Street. Ma non ci ha spiegato “su che cosa li ha convinti”. Oggi, tutti i giornali finanziari americani e i networks che si occupano di economia definiscono Mario Monti e le sue applicazioni economiche come “una manovra da dilettanti portata avanti da chi insiste nel vivere in una situazione d’irrealtà” (editoriale su Bloomberg television). A questo Monti alle ore 9 del mattino, per radio ha detto “stiamo davvero sulla buona strada perché in Europa abbiamo recuperato il nostro ruolo, abbiamo aiutato la Grecia a evitare il baratro e ci stiamo avviando verso la ripresa economica”. Contemporaneamente –alla stessa identica ora- l’agenzia Fitch, a Londra declassava la Grecia da B—a C, un gradino prima di D (default) indicando che vi sono “statisticamente parlando il 75% di possibilità che la Grecia fallisca entro 32 giorni”. Alle ore 10 alla radio di Gr1 Rai, Monti ha dichiarato “siamo ormai una forza solida dell’Europa e stiamo ottenendo dei progressi davvero impressionanti”, frase detta dieci minuti dopo che era stato emesso il seguente comunicato stampa della Commissione Finanze della Unione Europea a Bruxelles “l’attività economica in Europa dovrebbe stabilizzarsi soltanto a condizione che non vi siano ulteriori peggioramenti della situazione sui mercati finanziari, a condizione che la Grecia dia segnali di vitalità economica immediata ma soprattutto, per ciò che riguarda l’Italia, che lo spread dei bpt a dieci anni italiani non superi la soglia dei 370 punti”. Il portavoce, richiesto di una spiegazione ha spiegato che la “soglia” (in conseguenza delle manovre restrittive attuate da Monti) ha determinato una revisione del calcolo dovuto soprattutto alla “attuale recessione economica italiana” tale per cui “non è più un problema se lo spread raggiunge i 500 (come accaduto a gennaio) ma diventa un grave problema se comincia a superare i 370”. Perfino in Europa lo sbugiardano.
Qui c’è qualcosa che non ci dicono.
48 ore fa Il sole24 ore pubblicava un articolo delirante dal sapore di tifo nazionalistico che titolava “a quando il sorpasso” spiegando che –questioni di giorni se non ore, secondo loro- lo spread italiano sarebbe andato ben al di sotto di quello spagnolo (in quel momento lo spread italiano era a 337 e quello spagnolo a 321) mentre nelle successive 48 ore lo spread spagnolo è sceso a 310 punti e quello italiano è salito a 365. Qualcosa non va.
E quindi, cominciano le defezioni. E c’è qualcuno, diciamo per bene, che ha deciso di dire la propria verità. Il che, merita rispetto ed è una notizia importante di oggi, perché il soggetto non è un blogger fantasioso, non è un funzionario partitico, non è un cialtrone e soprattutto (ciò che più conta in assoluto) non è affatto un incompetente. Si chiama Stefano Mieli, è un meritevole funzionario di carriera. E’ il Direttore Centrale per l’Area di Vigilanza Bancaria di Bankitalia, ovvero colui che tasta il polso all’economia e alla finanza in Italia. Questa mattina doveva deporre, in audizione ufficiale alla Commissione Finanza alla Camera. Lo ha fatto. Ci si aspettava da lui la consueta scarica di elogi su Monti, complimenti, il peggio è passato e le solite carabattole. E invece, ha così dichiarato: “La crisi non è affatto terminata, tutt’altro direi. Nonostante nelle trascorse settimane le tensioni sui mercati si fossero ridotte, i rischi restano molto elevati, direi in aumento. E’ a me chiaro quanto sia ancora fortemente condizionato il clima di fiducia che è un elemento essenziale per un’efficiente allocazione delle risorse all’interno del sistema economico”.
A questo punto lo hanno interrotto, lo hanno ringraziato e lo hanno accompagnato alla porta. Invece di un’ora (questa era la previsione) ha parlato per un minuto.
Onore a Stefano Mieli. Ha il diritto (in un qualunque domani) di sostenere “io l’avevo detto in tempo” dato che c’è un atto parlamentare ufficiale a dimostrarlo.
Non basta. Alle undici il Fondo Monetario Internazionale ha diramato un comunicato sull’Italia in cui sostiene che “diversamente da quanto si era prima creduto, ci rendiamo conto, dati alla mano, che gli interventi di Mario Monti non sono riusciti a fornire alcun elemento propulsivo dal punto di vista economico, mettendoci quindi nella condizione di rivedere al peggio le previsioni sullo sviluppo economico della nazione, la quale arretrerà in tutti i settori per la compressione dei consumi interni e la mancanza di credito alle imprese”.
Non è mica la Camusso a dirlo: sono gli amici di Mario Monti.
Certo, lui la sera chiacchiera in maniera sobria e amena con la sua famiglia (immagino) e non si scatena nei bunga bunga di recente memoria; va in ufficio all’ora giusta, apre la sua cartellina da bravo ragioniere e fai i suoi compiti invece di strillare che i magistrati lo vogliono in galera. Ma come economista, sta a pezzi, non ne azzecca una che è una.. Come statista si inventa i dati e le situazioni, invece di basarsi sui fatti.
Siccome la Storia non si fa con i se, non sapremo mai se era vero che alla fine di ottobre stavamo finendo nel baratro e lui ci ha salvato.
Sappiamo, però, oggi, che in tutta Europa, negli Usa, e in Asia, la cura “salva Italia” è stata identificata come la medicina “affonda Italia”.
Che si fa?
Si seguita a dar retta a un ragioniere bocconiano che –nella migliore delle ipotesi- vive sulla Luna, o vogliamo cominciare a dar retta anche al resto del mondo?
In questo preciso istante non esiste nessun economista sul pianeta Terra che considera Mario Monti una persona affidabile. Neanche uno.
Piace solo a Casini e a Bersani e a Berlusconi.
Se qualcuno, in questo momento, pensa “era meglio Berlusconi”, si sbaglia di grosso.
Silvio Berlusconi ha rovinato questo bel paese. L’ha distrutto e disossato, e non per le sue scorribande pseudo-erotiche .
Anche Roosevelt e Kennedy non erano degli angioletti fedeli alle loro consorti e ne hanno combinate di tutti i colori. Ma quando facevano politica si sono occupati del bene dell’America e non delle loro aziende (che tra l’altro non avevano). Silvio Berlusconi stava crollando e finiva nel baratro con appresso tutto il paese come conseguenza della sua continua e vituperata azione delittuosa. Forse, in quel baratro avremmo trovato la forza di dare un’inarcata di reni e risollevarci. Mario Monti lo ha salvato e gli ha salvato le aziende.
Ma non sta facendo il bene dell’Italia.
Sta lì per garantire la tenuta dello status quo e mantenere in piedi lo stato berlusconiano, è evidente a tutti ormai. Cominciano a dirlo chiaramente, dovunque e comunque, tranne che da noi.
Che fare, dunque?
Sarebbe il caso di cominciare a diffondere come parola d’ordine “Mario Monti deve fare un passo indietro, ed è necessario istituire un governo che dia un forte segnale di discontinuità”. Questo bisogna fare.
Né più né meno di quanto la sedicente sinistra democratica non facesse tutti i santi giorni quando al comando c’era Berlusconi. Agghiacciante e drammatica la deriva di oggi. Mario Monti sta affossando l’economia e trova anche gli applausi della sinistra, approfittando che la gente non guarda le televisioni straniere, gli italiani non conoscono le lingue e quindi non leggono la stampa straniera, ma soprattutto non gli ricordano che il lunedì fa un’affermazione e il martedì la realtà glie la nega; il mercoledì ne fa un’altra e il giovedì dichiara l’opposto.
Non ha liberalizzato un bel nulla, ha scelto e deciso di regalare a Mediaset le nuove frequenze televisive, non ha varato una patrimoniale; ha mandato la Finanza a Cortina e Courmayeur invece che spedirla a ritirare i libri contabili dei consigli di amministrazione delle banche italiane colluse con la criminalità organizzata; non ha varato un piano anti-evasione; non ha raccolto l’invito di Bankitalia che chiedeva di proibire ai membri dei consigli d’amministrazione di banche e assicurazioni di sedere anche nei consigli delle concorrenti; non ha varato la legge sul conflitto di interesse; non sta fornendo nessuna prospettiva, soprattutto non è andato all’attacco della corruttela politica e dei privilegi dei funzionari partitici abolendo i vitalizi.
Perché la sinistra democratica lo sostiene?
Perché tacciono? Che cosa garantisce loro Mario Monti che noi non sappiamo?
Se qualche lettore più intelligente di me è in grado di fornire una risposta, tengo le orecchie ben aperte e leggerò con attenzione in attesa di una spiegazione razionale.
C’è qualcosa che non ci dicono.