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Il dollaro USA è in caduta libera dall'inizio di settembre.. La Federal Reserve che agisce di concerto con la BCE (Banca Centrale Europea) è dietro l'azione. La maggior parte degli altri paesi stanno vedendo le loro valute in aumento e questo sta mandando male le loro economie e l'economia americana pure. E 'diventata una barzelletta l’affermazione che si persegue l’esecuzione a livello mondiale da parte degli Stati Uniti di una politica del dollaro forte perché l'evidenza è così palesemente in contraddizione con questa affermazione. Le cose hanno peggiorato anche ultimamente con le attività della FED che rovinano il dollaro- che vanno in iper azionamento per l'elezione di novembre. Il dollaro ponderato su base commerciale (DXY) ha perso circa il 6% del suo valore nel solo mese di settembre Non è un caso che il Dow Jones Industrials è salito più del 10% durante il mese o l'oro che ha raggiunto uno dei punti più alti di tutti i tempi. I mercati azionari aumentano quando una valuta viene svalutata. Tutte le commodities sono espresse in Dollari statunitensi, così tutto il resto è uguale; il prezzo di una merce deve andare su fino quando il dollaro scende. I prezzi delle materie prime, in tali circostanze non indicano un'economia robusta, ma indicano l'inflazione. Attualmente la Cina è il primo esempio a livello globale di un'economia che beneficia molto da una moneta con un valore basso. Il Yuan cinese ( CYB ) in realtà non galleggia, si può avere solo una piccola variazione di valore nel corso di un determinato periodo di tempo, in modo che possa rimanere sottovalutato. L'UE ha ora aderito alla richiesta degli gli Stati Uniti di invitare la Cina a lasciare lo yuanad un valore più realistico. La Cina nega che sta manipolando la propria valuta comunque. Se questo è il caso, si deve solo lasciare fluttuare liberamente sui mercati valutari mondiali e il valore dovrebbe rimanere all'incirca lo stesso. Per qualche ragione, la Cina è riluttante a farlo. Contrariamente agli esportatori, gli importatori come gli Stati Uniti non beneficiano di valute in declino, per più di quattro decenni, gli Stati Uniti hanno seguito politiche che hanno distrutto la sua base industriale. Il settore privato commerciale è ora il 20% di produzione e 80%. di servizi Un dollaro più debole darà più business per il manifatturiero che vale 20 %, mentre danneggia il settore dei servizi che è 80% più l'inflazione. Essa non risolverà il problema della disoccupazione negli Stati Uniti. Alla stessa modo danneggerà le economie degli esportatori elevando i loro costi per le merci ed i prezzi dei loro beni. Tutto sommato, è una situazione a perdere . IL nuovo programma della Federal Reserve il cosidetto quantitative easing, prima annunciato nel mese di agosto, è ciò che sta minando il dollaro e scatenando il caos sui mercati valutari mondiali. L'euro ( FXE ) ha recuperato l'area 1,40, ma questo è dovuto anche al 1.000 miliardi dollari dell’ Euro-piano di salvataggio TARP della moneta europea.. Lo yen giapponese continua a salire e oggi ha colpito un altro alto pluriennale. Le autorità monetarie giapponesi sono intervenute sui mercati valutari per fermare la salita dello yen, ma senza alcun risultato. Il franco svizzero ( FXF ) ha rotto sopra la parità con il dollaro nel mese di agosto. Il dollaro australiano ( FXA ) si accinge a seguire franco svizzero.. La valuta brasiliana ( BZF ), una delle più deboli sulla terra per gran parte del ventesimo secolo, sta battendo il ripieno fuori del dollaro statunitense. Il forte calo del dollaro non è destinato a continuare ancora a lungo (anche se la classifica indica che ci potrebbe essere un'altra tappa verso il basso che sta già provocando la destabilizzazione dei mercati mondiali e potrebbe portare a una nuova crisi finanziaria mondiale. Se il presidente della Fed Bernanke continua con il suo entusiasmo per il quantitative easing, però, il dollaro potrebbe colpire una sacca d'aria e di vento che lo spingerebbe molto più in basso durante la notte. Mentre l'interesse della Fed nel quantitative easing sarà probabilmente raffreddato subito dopo le elezioni, può continuare a svolgere il suo pericoloso gioco con il dollaro fino ad allora. author: Daryl Montgomery libera traduzione da http://seekingalpha.com
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Il forte calo del dollaro non è destinato a continuare ancora a lungo (anche se la classifica indica che ci potrebbe essere un'altra tappa verso il basso che sta già provocando la destabilizzazione dei mercati mondiali e potrebbe portare a una nuova crisi finanziaria mondiale. Se il presidente della Fed Bernanke continua con il suo entusiasmo per il quantitative easing, però, il dollaro potrebbe colpire una sacca d'aria e di vento che lo spingerebbe molto più in basso durante la notte. Mentre l'interesse della Fed nel quantitative easing sarà probabilmente raffreddato subito dopo le elezioni, può continuare a svolgere il suo pericoloso gioco con il dollaro fino ad allora.
invece noi crediamo con fugnoli che:
.....A questo punto, tuttavia, ci troviamo a un bivio. Se ci fermiamo un momento e rifiniamo quello che è stato fatto al galoppo in questi giorni, dando un minimo di respiro all’euro e facendo salire le valute asiatiche (Giappone escluso) contro dollaro avremo fatto un buon lavoro. Se invece continuiamo su una strada sola, ovvero la rivalutazione dell’euro contro tutti, inclusa la Cina, allora riprodurremo distorsioni che abbiamo visto tante volte senza averne in cambio particolari benefici.
L’ottimismo ostentato da Blanchard e in generale dal Fondo Monetario sui riaggiustamenti valutari in corso non fa pensare a una guerra ma a qualcosa di almeno in parte concordato. Lo schema, del resto, è quello classico. L’America reflaziona e svaluta, mentre Asia ed Europa accettano di rivalutare (o in alternativa di riempirsi di dollari svalutati) in cambio delle migliori prospettive per l’economia globale e per il loro export.
Questa volta si vorrebbe però correggere questo schema convincendo l’Asia e l’America Latina a non riempirsi di dollari ma a rivalutare. L’America infatti non ha più bisogno di compratori esteri dei suoi titoli di debito perché ci pensa la Fed ad acquistarli. D’altra parte, per gli emergenti, tenere il cambio artificiosamente basso porta qualche beneficio di breve ma rallenta la riconversione inevitabile verso il mercato interno.
Passando da quello che sarebbe bello succedesse a quello che verosimilmente accadrà, a un certo punto vedremo un rallentamento della discesa del dollaro e forse una sosta, ma non un’inversione di tendenza. Il quantitative easing americano sarà a tappe e a tappe sarà anche la svalutazione del dollaro.
Reflazione e svalutazione ci saranno comunque, indipendentemente dai dati macro. La Fed ha detto chiaramente che una crescita del 2 per cento, che in tempi normali non entusiasmerebbe ma non creerebbe nemmeno particolari problemi, non è più accettabile perché si è verificato con mano che la legge di Okun continua a funzionare, per cui se si vuole ridurre la disoccupazione bisogna crescere molto di più. Per crescere molto di più in un contesto in cui il disavanzo pubblico non appare più espandibile bisognerà che famiglie e imprese risparmino meno (un po’ va bene, ma così è troppo) e occorrerà esportare molto di più (svalutando).
In pratica le borse e i Treasuries continueranno a galleggiare sui livelli alti raggiunti ed esploreranno ulteriori massimi. Eventuali dati macro deludenti andranno a scaricarsi sul dollaro senza danneggiare troppo gli asset finanziari e le merci.
L’Europa non si opporrà troppo alla rivalutazione finché le imprese tedesche riusciranno a esportare bene e finora è così. I bond mediterranei per qualche tempo trarranno beneficio dall’aumentata propensione al rischio. Visti dalla Cina o dagli Stati Uniti, i bond greci in euro sono stati il migliore investimento sovrano delle ultime due settimane (sono saliti i bond e si è rivalutato l’euro). L’apprezzamento dell’euro indurrà i tedeschi a mettere nel cassetto il progetto di alzare i tassi in primavera. A un certo punto l’euro forte farà apparire ancora più dura la strada per i mediterranei. Il tema dell’insostenibilità dell’euro e della sua disintegrazione si ripresenterà periodicamente, ma finché la Germania lo vorrà, l’euro resterà in vita. Ricordiamo che ci sono 750 miliardi di euro pronti all’uso nel fondo di garanzia. E non dimentichiamo la Cina. La Cina sta svalutando sull’Europa e in cambio, pare di capire, si è assunta qualche impegno ad acquistare titoli mediterranei in caso di bisogno.
Quanto ai destini finali del dollaro, il dibattito è aperto. Goldman Sachs lo propone a 1.55 fra un anno ma a 1.20 fra cinque. Il Fondo Monetario, che su questo tema mostra forse quanto ancora contino gli europei al suo interno, sostiene che il cambio d’equilibrio è tra 1.20 e 1.30. Il cambio d’equilibrio è uno strumento utile ed è in questo momento l’unica consolazione di chi possiede dollari non investiti in azioni cicliche. Nulla, in materia di cambi, è però scolpito nella pietra.
Il dollaro resterà sottovalutato a lungo, ma potrà forse un giorno rivedere 1.20 se l’America, dopo le elezioni, si deciderà a darsi un programma credibile di correzione della traiettoria allarmante dei suoi conti. Se si continuerà a rinviare o a litigare anche il cambio d’equilibrio prenderà a indebolirsi.