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G20: PIU' LAVORO PER RILANCIARE LA RIPRESA

Post n°340 pubblicato il 12 Novembre 2010 da Lucky340
 

ASCA-12-11-2010

Il documento finale del G20 di Seul lancia l'allarme: ''Restano i rischi'' di una nuova caduta dell'economia mondiale e ''politiche non coordinate non faranno altro che portare risultati peggiori per tutti''.

Da Seul arriva anche un richiamo a non attuare ''svalutazioni'' monetarie ''competitive'' e, a questo scopo, i leader del G20 hanno stilato una serie di ''linee guida indicative'' per affrontare gli squilibri che affliggono la crescita del commercio mondiale.

Il presidente americano Barack Obama ha affermato che i leader del G20 hanno raggiunto ''un ampio accordo'' per imboccare la strada della ripresa dell'economia mondiale.

''La cosa piu' importante per gli Usa e' crescere'' ha aggiunto e ''noi siamo il mercato globale piu' importante, un motore per tutti i paesi''.

Obama ha auspicato che la Cina porti lo yuan a livelli di mercato mentre il presidente cinese Hu Jintao si e' appellato agli Usa perche' attuino ''politiche responsabili'' e mantengano il dollaro stabile.

Nel giorno finale del G20 di Seul, il presidente cinese ha affermato: ''Le principali economie devono adottare politiche responsabili e tenere relativamente stabili i tassi di cambio''. Nel documento finale i leader del G20 riconoscono che sono stati fatti ''passi in avanti'' da quando e' esplosa la crisi, avvertendo pero' che ''permangono i rischi'' di una nuova recessione. In particolare, la ''crescita diseguale e gli ampi squilibri stanno alimentando la tentazione di discostarsi dalle soluzioni globali'' attraverso l'adozione di ''azioni non coordinate''. Ma, sottolinea il documento, ''le azioni politiche non coordinate possono solo portare a risultati peggiori per tutti''. Per questo il G20 stilera' delle ''linee guida indicative'' costituite da una serie di indicatori che aiutino ad individuare squilibri commerciali di grandi dimensioni che ''richiedono azioni preventive e correttive''. Le linee guida dovrebbero arrivare gia' entro il prossimo anno.

Inoltre, nel documento c'e' l'impegno formale per ''un sistema di tassi di cambio determinato dal mercato'' con i singoli paesi che si dicono pronti a ''migliorare'' la flessibilita' delle valute e ''ad astenersi da svalutazioni competitive delle monete''. Le economie avanzate vigileranno sugli eccessi di volatilita' e sui movimenti disordinati nei tassi di cambio. ''Queste azioni - sottolineano i paesi del G20 - aiuteranno a ridurre i rischi di un'eccessiva volatilita' dei flussi di capitali verso alcuni Paesi emergenti''.

I Paesi del G20 si impegnano poi a ''resistere al protezionismo in ogni sua forma'' e ad eliminare ''ogni nuova misura protezionistica''.

I capi di Stato e di Governo, promuovendo le nuove regole di Basilea3, annunciano anche la creazione di una regolamentazione per evitare che grandi istituzioni finanziarie possano fallire: le banche che hanno una rilevanza mondiale dovranno attenersi a norme piu' severe sul capitale, sulla liquidita' e sulla valutazione del rischio.

''Questo nuovo quadro - si legge nel documento - assicurera' una rete piu' solida al sistema finanziario'' cosi' da evitare ''gli eccessi del passato'' e per fare in modo che la finanza possa ''servire meglio le esigenze delle nostre economie''.

Il G20, infine, ribadisce l'obiettivo di creare le condizioni per una crescita ''globale, sostenibile e duratura'' con un approccio diverso da Paese a Paese, che si fondi su alcuni ''pilastri'' come, ad esempio, lo sviluppo delle infrastrutture.

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Commenti al Post:
Lucky340
Lucky340 il 12/11/10 alle 11:48 via WEB
Si è concluso il G20 di Seul, con la sceneggiata prevista: un finto accordo sancito in un comunicato sufficientemente generico e ambiguo perché tutti possano dire di avere vinto. "La cosa più importante per gli Usa è crescere. Noi siamo il mercato globale più importante, un motore per tutti i paesi", ha detto il presidente americano Obama a conclusione dei lavori. Stando alle ultime notizie notturne, durante le trattative convulse tra gli "sherpa" (i consulenti tecnici dei capi di Stato) i cinesi hanno cancellato dal comunicato finale ogni riferimento alla "sottovalutazione" delle monete, che sarebbe stata intesa come un'accusa alla loro politica del renimbi debole. Gli americani hanno salvato il principio che bisogna ridurre gli attivi commerciali dei paesi iper-esportatori, ma non ci sono né cifre-obiettivo, né sanzioni, se i surplus con l'estero continuano. Sarà affidato al Fondo monetario un ruolo di monitoraggio di questi squilibri, ma il Fmi non avrà nell'immediato nuovi poteri per farlo.
Cosa si salverà di questo G20. Poco. La ratifica dei nuovi rapporti di forze dentro il Fmi, dove la Cina sale al terzo posto e Russia e Brasile entrano nella Top Ten mentre gli europei subiscono un netto declassamento.
Passano - salvo ratifiche nazionali nei paesi dove è necessario - le "regole Draghi", sostenute dagli americani, per prevenire future crisi bancarie rendendo più stringenti i requisiti di solvibilità degli istituti di credito. Infine si sa che la nuova crisi dell'Eurozona ha occupato un posto spropositamente ampio nel dibattito tra i Venti, perché si teme che la sfiducia dei mercati sul debito pubblico dell'Irlanda scateni un rapido contagio.
Stamattina il segretario al Tesoro Tim Geithner ha fornito un assaggio della "versione" americana, la tattica di comunicazione con cui la squadra di Obama cercherà di presentare questo summit come una vittoria. Tra i punti salienti Geithner ha citato il fatto che ci sarà un "sistema di allerta preventiva" per segnalare la formazione di squilibri commerciali eccessivi - attivi o disavanzi - e questa sorveglianza sarà affidata al Fmi. Lo stesso Fondo sarà "l'arbitro sui tassi di cambio" che dovrà segnalare quando una moneta è artificialmente sottovalutata. Geithner si è felicitato del fatto che "il dibattito si è allargato dalle parità di cambio agli squilibri nelle bilance commerciali, perché la parità di cambio è solo una delle cause di quegli squilibri". Ai paesi emergenti - come il Brasile - che lamentano l'effetto inflazionistico generato dalla liquidità aggiuntiva della Federal Reserve, il segretario al Tesoro risponde che "i capitali vanno nei paesi emergenti perché quei paesi hanno un'alta crescita e una forte produttività; certo quelli che hanno delle monete flessibili la cui parità è fissata dai mercati hanno subito un forte apprezzamento del cambio" (a differenza della Cina, ndr). In quanto all'accusa che la politica monetaria della Fed stia creando le premesse per nuove bolle speculative, Geithner ha risposto che la migliore difesa contro le bolle sono le nuove regole prudenziali per il sistema bancario, le "regole Draghi", per l'appunto.
federico Rampini su REPUBBLICA
 
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