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Borsa: Potremmo avere un buon finale a gennaio

Post n°418 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da Lucky340
 
Tag: outlook

Il presidente della Federal Reserve Bank di Boston Eric Rosengren  ha dato ai tori un altro motivo per il rally Venerdì, dicendo che l'espansione deve diventare più stabile e con più ampia base prima che la Fed inverta la sua attuale politica, e ancor più stimolo può essere necessario se il mercato immobiliare frena il rimbalzo.

Come è stato in passato, Intel ( INTC ) è finita  giù, ma sembra che la sua allocazione  di spese per capitale ha  scatenato una caccia selvaggia alle connesse scorte di semiconduttori. Inoltre, le banche sono state molto forti dopo i dati di JP Morgan ( JPM )  di Venerdì mattina .

Con la scadenza delle opzioni di fine mese e il sostegno del governo, si potrebbe avere un finale forte a gennaio. L stagione degli utili è solo agli inizi e l'importante relazione  di  Apple ( AAPL ) verrà dopo la chiusura di  Martedì.

l'autore: ETF Profeta

libera traduzione da http://seekingalpha.com/

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Lucky340
Lucky340 il 19/01/11 alle 15:13 via WEB
Apertura d’anno in positivo. Dopo una chiusura 2010 sui massimi, anche il nuovo anno inizia all’insegna dell’ottimismo, con l’azionario Usa che prosegue il rialzo verso gli obiettivi indicati, mentre l’azionario europeo rimane laterale. Il Nasdaq Composite si avvicina alla resistenza critica a 2735; il Dow Jones Industrial raggiunge l’area 11650/800, non molto lontano dal target a quota 12000; lo S&P500 sale verso 1280, a pochi punti dall’obiettivo a 1315. Al raggiungimento delle resistenze indicate sono probabili prese di beneficio del movimento di rally quasi lineare – tranne una piccola pausa nel mese di novembre – partito ad inizio settembre, dopo che la Fed aveva sorpreso il mercato annunciando una nuova fase di easing quantitativo. L’abbondante liquidità a disposizione degli investitori – e degli speculatori – a costo pressoché nullo, rimane infatti una delle variabili chiave che hanno spinto all’insù non solo il mercato azionario ma anche quello delle commodities. La correlazione diretta che esiste tra queste due asset class deve indurre ad una grande prudenza: così come azioni e materie prime salgono insieme, anche insieme sono destinate a scendere, rendendo così pressoché nulla l’apparente diversificazione di quei portafogli che contengono entrambe. Un attento monitoraggio della dinamica dell’indice CRB (l’indice ThomReuters/Jeffries che fornisce una media aritmetica semplice di 19 materie prime) diventa quindi interessante per prevedere le tendenze dell’azionario. La scorsa settimana si è assistito ad un nuovo picco (335,32 il 03.01.2011) cha ha riportato il CRB in prossimità dei livelli pre-Lehman del settembre 2008, seguito da un modesto storno del 3% circa e da una ripresa degli acquisti. Nel momento in cui intervenissero forti prese di beneficio sulle commodities potremmo ragionevolmente ipotizzare anche la fine del rally dell’azionario partito ad inizio settembre 2010. Un segnale in tal senso si avrebbe su discese dell’indice CRB dal valore attuale a ridosso di 331 al di sotto del forte supporto in area 311/15. Un altro campanello d’allarme si avrebbe da risalite della volatilità implicita, al di sopra della forte resistenza a 25 sul Vix (res. intermedia 22,60).
L’impressione è che l’effetto propulsivo del “Quantitative easing 2”, sia sull’azionario che sulle commodities, sia prossimo ad una battuta d’arresto, anche se correzioni marcate non sono probabili ed eventuali fasi di debolezza sarebbero ancora da sfruttare per nuovi acquisti. Finché la liquidità non sarà adeguatamente rimunerata – cioè fino a quando i tassi di interesse saranno tenuti artificialmente bassi dalle autorità monetarie – è chiaro che il denaro cercherà comunque allocazioni remunerative, e quindi l’investimento in azioni e commodities rimane quasi obbligato, mentre sempre a rischio è la dinamica dell’obbligazionario, specialmente sulle scadenze. lunghe, su cui è opportuna grande prudenza. Per non rimanere col cerino in mano bisognerà però sapere alleggerire le posizioni lunghe su azioni e su commodities nei momenti di eccessiva euforia – e forse ci siamo – per poi riacquistare nelle fasi di debolezza, che non dovrebbero mancare nei mesi a venire.
da intervista a Maurizio MILANO
 
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Data di creazione: 04/05/2010
 

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