ROMA (WSI) – La Bce è convinta che le droghe monetarie iniettate nel vene del sistema economico finanziario stiano funzionando, ma a smentire Ewald Nowotny sono gli ultimi dati sull’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato al +0,2% mentre è sceso in Germania, la locomotiva dell’area euro.
A questo punto, vista la crisi sui mercati finanziari, vittime della peggiore serie di sedute con cui iniziare l’anno di sempre, gli analisti e gli operatori di Borsa si chiedono cosa farà Mario Draghi. Anche se la delusione per il pressoché nulla di fatto all’ultima riunione ha in qualche modo rovinato la reputazione di ‘SuperMario’ del banchiere, domani ci potrebbero essere delle sorprese.
Le banche in particolare quelle italiane sono state prese di mira dai ribassisti negli ultimi giorni, tanto che qualcuno ha iniziato a speculare sul fatto che sia in corso un attacco contro il sistema italiano, dopo che “il governo si è permesso di sfidare i padroni dell’Europa”.
Secondo il membro del direttivo della banca centrale di Francoforte, il lituano Vitas Vasiliauskas, il programma di accomodamento monetario eteredosso sta funzionando per l’Eurozona e ha avuto un impatto positivo sul Pil. D’ora in avanti i segnali principali che potrebbero spingere la Bce a effettuare delle modifiche sono le aspettative sul fronte inflativo.
Il presidente della Bce interverrà domani nella consueta conferenza stampa successiva alla decisione sui tassi di interesse, e con ogni probabilità tenterà di rassicurare i mercati. Per alcuni analisti un annuncio di estensione monetaria del programma straordinario di Quantitative Easing è una misura che non va esclusa a priori.
Un’analisi interessante anche se va in un’altra direzione è quella degli analisti di IG, che non si aspettano che Draghi annuncerà nuove riforme in materia di politica monetaria. È trascorso troppo poco tempo infatti, secondo loro, tra la riunione di dicembre in cui Draghi aveva deluso potenziando meno del previsto il piano di Quantitative Easing e abbassando meno del previsto il tasso sui depositi bancari.
Allo stesso tempo “è probabile che il banchiere romano lasci la porta aperta” a eventuali interventi futuri, nell’intento di calmierare le tensioni, alle stelle in particolare nel settore petrolifero e bancario.
La pensano in maniera completamente differente invece gli analisti di Adria Gestioni secondo cui è probabile un intervento nei fatti della Bce, con l’obiettivo di arginare il panic selling visto nelle ultime sedute. Questo anche perché “il crollo del greggio rende molto più difficile il perseguimento degli obiettivi di inflazione”.
Sulla questione banche italiane, Adria crede che serva “qualcosa di concreto per risolvere il problema perché la situazione rischia di sfuggire di mano”. Per esempio serve un “passo avanti concreto” sul progetto della bad bank.
Soprattutto sarà la prima riunione dopo la delusione di dicembre quanto il governatore Mario Draghi sembrava in difficoltà di fronte ai falchi di Francoforte. L'appuntamento sarà quindi molto importante al di là delle aspettative che non prevedono modifiche nei tassi di interesse o nel Quantitative easing.
Per contrastare l'opposizione interna alla Bce il governatore ha dalla sua parte i dati sull'inflazione. La stabilità dei prezzi è l'obiettivo della Banca centrale europea e, da questo punto di vista, gli assi sono tutti nella manica di Mario Draghi. "Il governatore riuscirà a convincere anche i più riottosi - è convinto Vittorangeli - L'inflazione forward a cinque anni, un parametro che la Bce tiene in alta considerazione, è scivolata sotto 1,6%.
In presenza di livelli simili Francoforte è sempre intervenuta. Lo scenario centrale non prevede alcun intervento nella riunione di politica monetaria di oggi ma potrebbero esserci delle sorprese. La Bce è sempre stata molto brava a sorprendere le aspettative. In ogni caso, al di là di quella che sarà la decisione, sarà importante quello che dirà il governatore nella conferenza stampa. Mario Draghi è sempre stato molto bravo ed efficace nel tenere alto il livello delle aspettative".
Un ulteriore taglio del tasso di deposito, attualmente a -0,3%, è inevitabile e, se non oggi, arriverà probabilmente entro la fine del primo trimestre: "Abbiamo calcolato che se il petrolio rimanesse a questi livelli di prezzo l'inflazione europea per il 2016 sarebbe tra lo 0% e lo 0,4%. Sarà molto difficile per qualcuno, a livello di board Bce, opporsi a nuovi interventi".
da http://www.finanzaonline.com/notizie/vittorangeli-allianz-gi-mercati-siamo-ancora-nella-normalit%C3%A0-draghi-potrebbe-sorprendere-560349