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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi di Luglio 2013

Dai primi di agosto caldo nella norma

Post n°1573 pubblicato il 26 Luglio 2013 da Lucky340
 
Tag: meteo
Foto di Lucky340

Che si tratti di break oppure no, poco importa. Quel che conta è che i modelli sembrano concordi nell'indicare una diminuzione delle temperature che seppur contenuta dovrebbe garantire un rientro verso valori termici accettabili. Non scordiamoci che siamo entrati nella fase più calda dell'anno.

Super caldo:
giusto definirlo tale? A nostro avviso sì, pur senza quei proclami mediatici che talvolta destano eccessivo allarmismo e preoccupano chi ha poca dimestichezza in materia. E' per questo che nei nostri approfondimenti cerchiamo di fornirvi tutti gli elementi necessari per farvi un'idea, più o meno corretta, dell'entità del caldo. Caldo che, come detto, raggiungerà il top a cavallo tra il weekend e i primissimi giorni della prossima settimana. Ma come vedremo qualche elemento di novità c'è e va considerato.

Lo spauracchio della falla iberica:
il reset barico in atto, che sta conducendo la circolazione atmosferica verso un nuovo assetto, sta producendo effetti evidenti. L'Atlantico, confinato per troppo tempo alle alte latitudini, ha scelto l'unica via disponibile per riportarsi in aree a lui più consone. Trovando un ostacolo anticiclonico difficile da superare, ha deciso di fermarsi a ridosso dell'Europa occidentale. Purtroppo sta scivolando in una porzione d'Oceano per noi deleteria, perché non appena si verificano affondi ciclonico in prossimità del Portogallo la naturale conseguenza è la risposta dinamica dell'Alta Africana. Si tratta di un assetto che potrebbe accompagnarci anche nella prima decade d'agosto, pur con alcune variazioni che dovrebbero scongiurare gli eccessi termici in vista.

Il profilo termico:
dando uno sguardo all'andamento delle temperature, ovviamente mediando le singole corse modellistiche, abbiamo individuato il fatidico picco del fine settimana. Nelle regioni centro meridionali e insulari dovrebbe protrarsi sino a lunedì, martedì al massimo, dopodiché si prospetta una generale flessione che dovrebbe ricondurre le temperature verso valori prossimi alle medie stagionali. Che significa? Che continuerà a far caldo, ma almeno sarà un caldo sopportabile.

Accenni temporaleschi a inizio settimana:
il tentativo di progressione verso est della possente struttura ciclonica atlantica, verrà sì smorzato dal promontorio africano ma perlomeno avrà il merito di lambire le regioni settentrionali determinando un'accentuazione dell'instabilità diurna. Il ché significa, tra l'altro, una prima diminuzione delle temperature. In seguito, probabilmente per via dell'intrusione d'aria più secca da nord, la flessione si propagherà alle rimanenti regioni.

Agosto Atlantico o Africano?:
Una domanda che ci ponemmo nel corso del precedente editoriale e alla quale non siamo stati in grado di dare una risposta definitiva. Stante le proiezioni modellistiche attuali, è lecito supporre una prosecuzione del bel tempo e del caldo per buona parte della prima decade di agosto. Ma permetteteci una sottolineatura. Quando facciamo riferimento all'Atlantico non si tratta esclusivamente del flusso zonale. Anche l'Alta delle Azzorre è ascrivibile alle strutture bariche di matrice oceaniche ed è probabile che nei prossimi giorni assisteremo alla staffetta Africa-Azzorre.

Focus: evoluzione sino al 08 agosto 2013
La presenza anticiclonica assicurerà condizioni di tempo stabile e assolato per tutto il weekend. I soli disturbi degni di nota coinvolgeranno le Alpi, laddove il calore diurno fornirà quel carburante necessario allo sviluppo di temporali pomeridiano-serali. Alcuni potrebbero riuscire a distendersi anche sulla fascia pedemontana. L'ingrediente principalmente del fine settimana, superfluo ribadirlo, sarà il caldo afoso. Da lunedì, poi, crescenti iniezioni d'aria fresca in quota favoriranno sia la diminuzione termica dibattuta, sia l'intensificazione dell'instabilità diurna sul Nord Italia.

Sole e caldo sembrerebbe in grado di accompagnarci per tutto il periodo previsionale, ma l'apporto dell'Anticiclone delle Azzorre farà sì che non si verifichino particolari eccessi termici. Da non escludere, tra l'altro, una maggiore ingerenza atlantica a ridosso delle Alpi, che se confermata potrebbe innescare una fase atmosferica più vivace e il ritorno di qualche temporale pomeridiano anche nelle altre regioni.

Evoluzione sino al 13 agosto 2013
Poche le variazioni attese, la configurazione barica dovrebbe proporre una prevalenza anticiclonica e conseguentemente del bel tempo estivo sulla gran parte delle nostre regioni.

In conclusione.
Sembra che l'estate stia gettando le basi per una seconda parte di stagione maggiormente caratterizzata dalla stabilità atmosferica. Ci riuscirà? Ai posteri l'ardua sentenza.

 

 
 
 

Chicago Fed National Activity Index-Aggiornamento mensile(Giugno)

Post n°1572 pubblicato il 24 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) è un indice mensile progettato per misurare l'attività economica globale e le relative pressioni inflazionistiche. Il valore zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al ritmo storico di crescita, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media; e i valori positivi indicano una crescita superiore alla media. Si tratta di un indice composto di 85 indicatori mensili come spiegato in questo file PDF  sul sito della Fed di Chicago. L'indice è costruito in modo che la media storica dell'indice è pari a zero.

l'indicatore di per sé (CFNAI), è abbastanza rumoroso, mentre   la media mobile a 3 mesi (CFNAI-MA3), è più utile a mostrare variazioni.

Secondo l'indice Fed Chicago , nel mese di giugno 2013  l'attività economica  nazionale è  leggermente migliorata   rispetto a maggio  passando da -0,29 a -0,13  questo indice è stato negativo (nel senso di crescita inferiore alla tendenza) per tredici  degli ultimi sedici mesi, la media mobile a tre mesi CFNAI-MA3 invece è passata da  -0,37  a  - 0,26 .

Qui ci sono i paragrafi di apertura dal rapporto:

Guidati dal miglioramento degli indicatori relativi alla produzione, il Chicago Fed Nazionale Activity Index (CFNAI) è aumentato a -0,13 in giugno  da -0.29  di maggio. Due delle quattro grandi categorie di indicatori che compongono l'indice sono  aumentate da maggio, e due  delle grandi quattro categorie hanno   dato un contributo positivo all'indice a goigmo.

la media mobile a tre mesi  dell'indice, CFNAI-MA3, è  aumentata  a -0,26   da -0.37  di maggio, segnando la sua quarta  lettura consecutiva sotto lo zero .  CFNAI-MA3  di giugno suggerisce che la crescita dell'attività economica nazionale è stata  inferiore al trend storico. La crescita economica riflessa in questo livello del CFNAI-MA3 suggerisce limitate pressioni inflazionistiche per il prossimo anno.

 La  Fed di Chicago, spiega:

"Quando la MA3 si muove sotto  il valore di  -0,70 dopo un periodo di espansione economica, vi è una crescente probabilità che la recessione è iniziata. Al contrario, quando il valore si sposta  sopra -0,70 dopo un periodo di contrazione economica,  vi è la probabilità crescente che la recessione è finita ".Un incrocio sotto  il livello  -0,7 ha indicato storicamente  entro un mese o due l' inizio di recessione. Un incrocio  sopra il livello ha indicato la fine  della recessione  entro  2-4 mesi. 

Il prossimo dato sul Chicago Fed Activity Index  è previsto per il 20 agosto 2013

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da http://www.dshort.com/

Questo grafico mostra il Chicago Fed National Activity Index (media mobile a tre mesi) dal 1967. Secondo la Fed di Chicago: un valore pari a zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al suo tasso tendenziale di crescita storica, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media, e valori positivi indicano una crescita superiore alla media.

 

 

 

 

 
 
 

Crisi: per uscirne, "stampare denaro e aggirare trattati"

Post n°1571 pubblicato il 23 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

NEW YORK (WSI) - Si accende il dibattito tra liberisti e keynesiani su come abbattere il debito pubblico italiano, giunto ieri sopra la soglia limite dell'insolvibilità del 130%, e rilanciare un'economia anemica, in recessione da ormai sei trimestri consecutivi.

Secondo l'economista e giornalista Piergiorgio Gawronski in Europa siamo sotto il dominio dell'asse Draghi-Merkel-Bisin (con quest'ultimo inteso come sineddoche dell'elite di economisti liberisti), il cui scopo e' ridurre il ruolo dello stato nell'economia o forse "difendere un loro sistema di pensiero con cui hanno fatto carriera".

Le politiche contradditorie degli economisti neoliberisti e dei fautori dell'austerity sono state smentite dagli eventi degli ultimi cinque anni, secondo l'ex consulente economico presso la Presidenza del Consiglio. Per uscire dalla crisi l'Eurozona dovrebbe invece stampare denaro, oppure ricorrere a una soluzione "a velocita' giapponese". Per farlo occorrerebbe pero' approfittare di una falla presente nei Trattati.

Obiettivo numero uno dovrebbe essere iniettare liquidita' nel sistema non per finanziare le banche, bensi' la spesa pubblica. Tokyo ha registrato un rialzo del Pil che continua ancora oggi grazie alle politiche monetarie eterodosse. Quella e' la via maestra, secondo i keynesiani: "E' quello che diciamo da cinque anni noi economisti keynesiani: si puo' uscire stampando denaro per alimentare la domanda".

L'opinione di Gawronski, che scrive per Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera e Il Sole 24 ore, circa le soluzioni all'emergenza debito si discosta nettamente da quella dell'economista Alberto Bisin, intervistato da WSI. "L'unica cosa in cui sono d'accordo e' che vendere il patrimonio pubblico non serve a nulla, puo' fare solo danni".

La causa della crisi, secondo il neoliberista Bisin, viene dai problemi di offerta e quindi la soluzione va ricercata nelle riforme strutturali, meno spesa pubblica e un altro tipo di austerita'. Ma in realta' "le spese correnti sono calate", fa notare Gawronski citando i dati ufficiali. "Non e' vero che continuano ad aumentare. Al netto degli interessi la spesa e' scesa di circa oltre 20 miliardi dal 46,5% al 45,5%" (fonte Ministero Economia e Finanze).

"Ora ha cambiato idea e dice che la causa della recessione e' la depressione della domanda, con cui siamo d'accordo". Il crollo dei consumi e della domanda dal crac di Lehman e' sotto gli occhi di tutti. La soluzione che offre Bisin, tuttavia, ha lasciato "basito" Gawronski.

L'ex candidato alle primarie del PD nel 2007 si lamenta di essere considerato come una sorta di rivoluzionario - o reazionario, a seconda dei punti di vista - mentre "la mia posizione rispecchia le politiche del presidente statunitense Barack Obama".

Per enunciare la sua teoria Gawronski cita i casi di tre paesi come Usa, Spagna e Regno Unito che nel 2008 erano nella stessa situazione, alle prese con una crisi immobiliare. L'America ne e' uscita meglio grazie all'iniezione di liquidita' nel sistema monetario. "E' un problema di domanda, non di offerta: nessuno compra". La loro ricetta (dei neoliberisti, NdR) e' dunque "in contraddizione con la diagnosi della crisi".

Quanto al debito pubblico che continua a gonfiarsi, "l'aumento e' dovuto alla recessione. Loro si basano su modelli neoliberisti che prevedono che la caduta della domanda sia sempre a breve termine e si risolva da sè" (come spiega bene anche Bisin nell'intervista). "Ma sono passati cinque anni e la ripresa della domanda non si vede".

"Bisin chiede ancora austerity, ma questo va contro l'evidenza empirica".

WSI: C'e' austerita' e austerita': i tagli alla spesa potrebbero essere in principio curativi, secondo l'economista della New York University.

"Si, ma solo in piena occupazione. In tempi di recessione bisogna fare il contrario di quello che dice Bisin. Le tasse sono distorsive dell'offerta, ma oggi non c'e' questo problema.

WSI: Come curerebbe i problemi strutturali dell'Italia, perche' possa arrivare a un ripianamento delle finanze pubbliche a lungo termine? Svendita patrimonio, cessione riserve auree, patrimoniale?

PG: E' molto pericoloso svendere patrimonio pubblico. Usare le riserve auree sarebbe invece una idea drammatica, perche' entra in un meccanismo della banca centrale e lo sconvolge. E io sono a favore di soluzioni estreme.

WSI: Cosa intende quando parla di una soluzione di uscita dalla crisi ‘a velocità giapponese’? Qual e' il vuoto clamoroso nei Trattati europei di cui approfittare a cui fa riferimento?

PG: Sui Trattati, e' meglio non aprire la porta a delle idee che vanno realizzate a sorpresa e quindi preferisco non essere esplicito e spiegare quali sono i buchi presenti nei Trattati.

Tokyo stampa moneta e la usa non per alimentare il circuito finanziario, come fa la Bce, bensi' per finanziare spesa pubblica. Da quando ha adottato questa politica, il Pil e' schizzato al rialzo e continua a crescere. E' quello che diciamo da cinque anni noi economisti keynesiani: si puo' uscire stampando denaro per alimentare la domanda.

WSI: Draghi questo pero' non lo fara' mai, perche' ha le mani legate dalla Germania.

PG: Le teorie liberiste sull'inflazione della Germania avremmo dovuto capire da tempo che non servono a nulla.

da Wallstreetitalia

 
 
 

Il trionfo di Abe spaventa Usa, Cina e Corea

Post n°1570 pubblicato il 22 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Il trionfo della coalizione conservatrice al Senato giapponese, le promesse economiche del premier Abe e i punti più delicati dell'agenda nazionalista che irritano Cina, Corea e gli alleati Usa.

Giochi fatti per il premier nipponico Shinzo Abe. La vittoria della coalizione conservatrice da lui guidata al Senato gli garantisce una libertà d’azione pressoché illimitata. L’obiettivo del premier è far riprendere a correre la stagnante economia giapponese. Ma a legargli le mani nel settore sono le opposizioni imprenditoriali nel Paese, ostile al piano di liberalizzazioni, sebbene poco radicale, e ai trattati di libero scambio voluti da Abe, che incontrano l’opposizione soprattutto della lobby agricola. Ostacoli che potrebbero indurlo a concentrarsi sul programma politico nazionalista, dove ha invece la strada spianata.

I numeri della vittoria

La coalizione di destra del premier giapponese si è assicurata con il voto di ieri una solida maggioranza al Senato. Il partito liberaldemocratico (Pld) di Abe e gli alleati del Nuovo Komeito (centro) hanno ottenuto almeno 76 seggi su 121 nel rinnovo della metà dei senatori, assicurandosi così la maggioranza assoluta di 135 seggi su un totale di 242. Il Senato viene rinnovato per metà ogni tre anni. La principale formazione di opposizione, il Partito Democratico del Giappone (Pdj, centrosinistra) ha ottenuto solo 11 seggi, meno della metà di quelli che aveva in precedenza.

“La politica che decide”

“Abbiamo vinto ieri le elezioni con una politica che decide”, ha detto trionfante Abe. “L’economia sta mostrando segnali di reale miglioramento”, ha aggiunto, in merito alla cosiddetta Abenomics, le misure per spingere il Giappone fuori da una ventennale fase di deflazione. “La nostra responsabilità è ora aumentata”.

Un Abe più ideologico?

Abe ha assicurato “determinazione” sulle riforme perché “il governo perderebbe la fiducia” dell’elettorato e di un intero Paese se decidesse un passo indietro. La precisazione non è casuale: con una solida maggioranza alla Camera Alta e alla più potente Camera Bassa, alcuni osservatori temono la possibilità che il premier possa perdere l’interesse verso riforme economiche difficili e impopolari (su tutte, il mercato del lavoro), spostando invece l’attenzione sulla parte del programma più nazionalista, come le modifiche da apportare alla Costituzione pacifista. In altri termini, il rischio temuto soprattutto dai mercati finanziari, per le possibili ripercussioni con Cina e Corea del Sud, è un Abe più ideologico (come nella precedente premiership del 2006-07) piuttosto che quello pragmatico come emerso finora. “Dobbiamo pensare alla responsabilità che abbiamo: prima – ha continuato – potevamo dire che se qualcosa non andava era perché le opposizioni controllavano la Camera Alta. Ora dobbiamo lavorare meglio di prima. L’elettorato ci ha dato i numeri per poter andare avanti con più decisione”.

Costituzione, difesa, storia

Ma l’agenda conservatrice sembra destinata a guadagnare sempre più importanza nell’azione di governo, includendo tra i punti fondamentali su cui lavorare la riforma della costituzione pacifista risalente all’immediato dopoguerra, il rafforzamento della difesa e la rivisitazione della storia giapponese della seconda guerra mondiale in toni meno apologetici, evitando quindi che il Paese finisca sempre in cattiva luce.

L’aumento dell’Iva e il peso del debito pubblico

Per ora, sottolinea Reuters, è improbabile che Abe interrompa le sue riforme economiche mentre tenta di rafforzarle. E il tema caldo su cui si sta confrontando in questo momento è l’aumento dal 5 all’8% dell’Iva il prossimo aprile, in vista di un suo raddoppio entro l’ottobre del 2015 per fare cassa e arginare il massiccio debito pubblico.

Le tensioni con Corea del Nord e Cina 

Ma ad attirare l’attenzione è anche il suo piano sulla sicurezza, che segna una svolta per un Paese che si è sempre detto, e con orgoglio, pacifista, nonostante disponga di forze armate più forti anche di quelle inglesi. E tra le modifiche attese c’è anche la revisione costituzionale per metter fine al divieto di autodifesa che il Giappone si era imposto, così come quello di aiutare un alleato sotto attacco, come nel caso in cui la Corea del Nord lanciasse un missile contro gli Usa. Un’altra direzione di marcia nella riforma della difesa targata Abe sarà la previsione di poter attaccare preventivamente una base nemica quando non ci siano altre opzioni praticabili, e la creazione di una divisione della Marina per la difesa delle isole più lontane. Come le Senkaku, al centro delle tensioni con la Cina.

La riabilitazione della storia giapponese

E un modo per gettare nuova luce sul tema delicato della storia giapponese durante la seconda guerra mondiale sarà la visita e l’omaggio al sito dei caduti in guerra di Yasukuni, dove i leader giapponesi furono all’epoca condannati da un tribunale alleato. Un pellegrinaggio, osserva Reuters, che potrebbe suonare come un oltraggio alla Cina, dove serpeggia ancora la rabbia contro il militarismo giapponese, e che sconvolgerebbe Washington, che teme un’escalation della tensione di Tokyo con i suoi vicini asiatici.

da Formiche.net

 
 
 

Analisi Intermarket settimanale al 20/07/2013

Post n°1569 pubblicato il 20 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Gli Indici occidentali sono ripartiti visto che Ben Bernanke ha praticamente allontanato l’ipotesi di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti nei prossimi mesi, anche se dovesse avere inizio il tapering, ovvero la riduzione del piano di stimoli monetari dagli attuali 85 miliardi di dollari al mese, ora quindi " ci attendiamo, dunque, che nelle prossime settimane l’indice (Sp_500)  consolidi tra 1600 e 1680, con potenzialità di rialzo nel medio termine fino a 1750 qualora venga superato e tenuto il livello dei massimi precedenti (1680/90).

Ad ogni modo, ci attendiamo per l’estate un’elevata volatilità; sebbene ancora lontano, il livello su cui settare gli alert per il rischio, prima di un eventuale cambio di view, rimane fermo a 1550. Discorso speculare per il Dax che, abbandonata l’area di supporto a 7700, si è portato oltre gli 8000 punti ed oltre la resistenza a 8100, aprendo così le porte ad una potenziale fase di rialzi in direzione dei massimi precedenti (8560).Wlademir Biasia".

Se poi le "elezioni per la Camera Alta del parlamento nipponico il 21 luglio  daranno Una vittoria alla coalizione guidata da Shinzo Abe (Partito Liberal Democratico) il che concederebbe al primo ministro la possibilità di fare approvare più velocemente le riforme strutturali, l’Abenomics,  potrebbe mostrare allora tutta la sua potenza sui mercati azionari, creando i presupposti per un ulteriore allungo rialzista, soprattutto se il capo del governo nipponico deciderà di aggiungere alle sue politiche anche la diminuzione delle aliquote fiscali alle imprese_Diodovich".  In questo scenario  è rimandata alla seconda metà del 2014 la violenta discesa degli indici "Nel momento in cui si avranno segnali di ripresa dell'economia e cambierà la politica espansiva delle BANCHE CENTRALI, allora i tassi di interesse faranno un grande salto in su con conseguente inizio di una lunga, profonda fase correttiva che ricaccerà ad esempio l'indice  SP_500 verso i 1000 punti "

L’andamento dei titoli di stato, "l’asset che storicamente è la spia (in correlazione inversa) dell' equity conferma un certto ritorno alla calma dopo il nervosismo per i timori della fine del QE da parte delle banche centrali, il Bund e il Treasury questa settimana hanno ripreso  a salire con  rendimenti  in discesa  il   bund a 1,52% e T-note a 2,48%.


Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  La curva dei rendimenti non è invertita. Nel caso in cui i tassi di interesse a breve termine sono più elevati rispetto ai tassi a lungo termine, fa presagire male per l'economia (intesa come azioni e obbligazioni).Uno dei modelli più potenti per predire la recessione  nel'anno successivo è lo scarto della  curva dei rendimenti tra il T-Note a 10 anni e il T-bond  a 3 mesi.  I risultati di uno studio della Federal Reserve (Estrella e Mishkin) per il periodo 1960-1995  ha collegato il valore dello spread in punti percentuali alla probabilità di recessione. Un margine positivo (con valori compresi tra 1,21-0,02)  è collegato con probabilità del 5% al 25%. Una volta che lo scarto gira negativo, le probabilità vanno dal 30% ad una lettura di -0,17, al 70% a -1,46, 80% a -1,85 e il 90% a -2,40. Ora siamo a 2,45.

 

  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito dagli operatori USA per l'acquisto di azioni e altre attività finanziarie, è in contrazione attenzione  : a maggio è sceso   a 377 miliardi di dollari dai 384 di aprile. Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso.I dati attuali preannunciano una fase Laterale/ribassista .

Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :

  • il Vix (20/100)si conferma LONG sullo sp_500 malgrado la forte discesa , quindi ancora segnale SHORT per l'indice ;
  • IL mio TS "Trend_Hunter"(REV.2) timeframe daily, ottimo per prendere posizione nel mercato con ottica di medio_lungo termine, sulle principali borse mondiali vede  una situazione   sempre  rialzista sulle borse occidentali ma  con i BRIC in affanno insieme alle commodities (grafico allegato).

 
 
 

Nuovi Record per le Borse. Euro Dollaro sopra 1.31

Post n°1568 pubblicato il 20 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

 Team di Analisi FXCM

Nuovi massimi di sempre per gli indici azionari più importanti al mondo, S&P500 e Dow Jones, con il primo che ha toccato quota 1.693 punti e il secondo che si è spinto fino a 15.590 rispetto ai massimi precedenti assoluti del 22 Maggio scorso.

Diversi gli elementi a suffragio di questi rialzi di portata storica: di minore impatto ma comunque rilevanti, un calo delle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione ai minimi da 4 mesi e un aumento dell’ Indice Produzione FED di Philadelphia di oltre il doppio rispetto alle attese e su livelli che non si vedevano dal Marzo 2011, ma soprattutto le ottime trimestrali di alcuni colossi finanziari (e non) e le riassicurazioni di Ben Bernanke circa il fatto che l’”easy Money” continuerà ad essere iniettato nel sistema, denaro facile che è stato l’unico vero trascinatore dei prezzi dell’azionario in questi mesi.

Il Chairman della Fed, che ieri ha depositato il rapporto Fed semestrale al Senato USA, ha ribadito circa il fatto che il tapering del Quantitative Easing 3 avverrà ed auspicabilmente finirà entro la metà del 2014, e soprattutto ha insistito sulla questione per la quale la politica monetaria della Fed resterà accomodante e che un’eventuale innalzamento dei tassi di interesse è da escludere fino a quando l’inflazione non sarà normalizzatasi e il tasso di disoccupazione non avrà raggiunto il target del 6,5%. Nulla di nuovo quindi, semmai di più chiaro, per un mercato che aveva visto poco più di una settimana fa il ribaltamento delle aspettative costruite in seguito al meeting del FOMC del 19 Giungo.

E il mercato azionario, in particolare, ha reagito nel senso che nonostante alcuna della liquidità ora presente in circolazione sarà drenata probabilmente già dai prossimi mesi, i tassi resteranno ancorati ai minimi e che quindi potrà essere sostenuto dai fondamentali economici in miglioramento. E ciò si è riflesso anche sulle Borse europee le quali sono state a loro volta sostenute dalla BCE che ha deciso di allentare i requisiti richiesti per gli Asset Backed Securities, ovvero sia titoli il cui valore dipende da attività finanziarie che escludono i mutui immobiliari e che le banche sono solite presentare come collaterale per le richieste di liquidità appunto alla Banca Centrale Europea; in pratica Francoforte accetterà dei titoli con rating inferiore nel tentativo di smuovere l’ingessato circuito del credito dell’Eurozona, dopo il sostanziale fallimento delle operazioni LTRO dal punto di vista del meccanismo di trasmissione all’economia reale e il mantenimento del tasso di deposito a 0, tasso che se diventasse negativo (le banche in questo caso pagherebbero un interesse alla BCE per detenere liquidità overnight presso i suoi forzieri) quantomeno potrebbe riattivare il circuito del credito interbancario con auspicabili, anche se differiti, riflessi sul sistema produttivo.

Va detto che le due banche centrali in qualche modo hanno calmato le acque sui mercati e i fantasmi di inasprimento delle tensioni che da sempre accompagnano i mesi estivi potrebbero essere se non altro allontanati, fermo restando che le vere soluzioni sono ben lungi dall’essere trovate soprattutto se si pensa all’Eurozona (basti osservare i rendimenti delle ultime aste dei titoli di stato dei vari paesi).

Dal punto di vista del mercato valutario, considerando che le indicazioni provenute anche dalla Fed hanno confermato il perdurare dei tassi d’interesse minimi, è possibile dunque attendersi rafforzamenti ulteriori del dollaro sui fondamentali USA i quali forniranno il timing per cambiamenti di politica monetaria e quindi per modificare scelte di investimento/trading; se i fondamentali non proseguiranno nel loro trend in crescita, sarà lecito attendersi ampie correzioni, in particolare per quanto concerne l’eurodollaro che farà fronte a numerosi rischi legati ad eventi politici nei prossimi mesi. Dal punto di vista dei market mover di breve, oggi avremo invece l’inizio del G20 dei ministri finanziari e dei banchieri centrali e questo weekend vi saranno le elezioni della Camera Superiore del Parlamento Giapponese le quali potrebbero vedere un indebolimento o un rafforzamento per il partito di Abe con possibili impatti legati alle aspettative circa la prosecuzione delle sue politiche economiche. Gli effetti sullo yen, già peraltro apprezzati nella notte, potrebbero ripercuotersi alla riapertura dei mercati di domenica sera con probabili (e significativi) gap.

da Forexinfo

 
 
 

SuperIndice_USA(LEI) invariato a Giugno

Post n°1567 pubblicato il 18 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Il Conference Board Leading Economic Index ® (LEI) per gli Stati Uniti  è rimasto invariato nel mese di giugno a  95,3 (2004 = 100), dopo  un aumento dello  0,2 per cento nel mese di maggio  ed un aumento dello 0,8   per cento nel mese di aprile.

Dice Ken Goldstein, economista del Conference Board:

""Alcuni segmenti dell'economia stanno mettendo a segno una ripresa più veloce di altri, ponendo le basi di una crescita positiva, ma moderata. Le maggiori incertezze rimangono il ritmo delle spese aziendali, i miglioramenti nel potere di acquisto dei consumatori e l'impatto di una crescita globale più lenta sulle esportazioni americane". ".

L'uscita dei  prossimi  dati  è prevista per  giovedi  22 agosto 2013.

   ^^^^^^^

il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti  poichè:

a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata  come ci dimostra  Northern Trust nel  grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi.

b)  la relazione  tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta ,  risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo  del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura .

pertanto noi  continuiamo ad  usare le indicazioni fornite dai  Leading Indicator per  riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento!

i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora :

Average weekly hours, manufacturing

 

Average weekly initial claims for unemployment insurance

 

Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials

 

ISM Index of New Orders

 

Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders

 

Building permits, new private housing units

 

Stock prices, 500 common stocks

 

Leading Credit Index™

 

Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds

 

Average consumer expectations for business and economic conditions

 


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Fed: "economia vulnerabile a shock"

Post n°1566 pubblicato il 17 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

NEW YORK (WSI) - Ben Bernanke torna a rassicurare i mercati sul rischio di un brusco ritiro delle misure di quantitative easing da parte della Fed. "Enfatizzo che, visto che gli acquisti di asset dipendono dagli sviluppi economici e finanziari, questi non seguono alcun percorso prestabilito", ha detto, stando alle anticipazioni del suo discorso alla Commissione dei servizi finanziari della Camera.

Bernanke ha ripetuto comunque le sue previsioni di metà giugno, affermando che la Fed anticipa che sarà appropriato iniziare a moderare il ritiro degli acquisti "alla fine di quest'anno", per terminarli "attorno alla metà dell'anno" prossimo. Tutto dipende tuttavia dagli sviluppo economici.

Nel caso in cui le condizioni economiche dovessero migliorare in modo più celere di quanto previsto, allora gli acquisti di asset potrebbero essere ridotti "più velocemente". Ma se l'outlook dovesse diventare meno favorevole, o le condizioni finanziarie difficili, "il livello attuale degli acquisti potrebbe essere mantenuto per un periodo di tempo più lungo".

Inoltre, i tassi di interesse negli Stati Uniti resteranno al minimo storico, vicino allo zero, "almeno fino a quando" il tasso di disoccupazione, attualmente al 7,6%, rimarrà sopra il 6,5%. Detto questo, la soglia del 6,5% non rappresenta la condizione sine qua non per alzare automaticamente il costo del denaro. E riguardo proprio al fronte occupazione, si registra un "miglioramento graduale" ma la situzione attuale "non è soddisfacente". La disoccupazione è ancora "troppo alta".

L'economia, ha aggiunto, rimane vulnerabile agli shock ed esiste il rischio che una eventuale disputa nel Congresso riguardo al tetto del debito possa ostacolare la ripresa.

da Wallstreetitalia

 
 
 

Analisi Intermarket settimanale al 13/07/2013

Post n°1565 pubblicato il 13 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Gli Indici occidentali sono ripartiti visto che Ben Bernanke ha praticamente allontanato l’ipotesi di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti nei prossimi mesi, anche se dovesse avere inizio il tapering, ovvero la riduzione del piano di stimoli monetari dagli attuali 85 miliardi di dollari al mese, ora quindi " ci attendiamo, dunque, che nelle prossime settimane l’indice (Sp_500)  consolidi tra 1600 e 1680, con potenzialità di rialzo nel medio termine fino a 1750 qualora venga superato e tenuto il livello dei massimi precedenti (1680/90).

Ad ogni modo, ci attendiamo per l’estate un’elevata volatilità; sebbene ancora lontano, il livello su cui settare gli alert per il rischio, prima di un eventuale cambio di view, rimane fermo a 1550. Discorso speculare per il Dax che, abbandonata l’area di supporto a 7700, si è portato oltre gli 8000 punti ed oltre la resistenza a 8100, aprendo così le porte ad una potenziale fase di rialzi in direzione dei massimi precedenti (8560).

Continua a perdurare la situazione critica delle commodities; a conferma di quanto scritto agli inizi del mese il rame ha avuto una leggera reazione (fisiologica) una volta raggiunti i 300$ che non si è spinta oltre area 320, per riprendere poi il suo percorso di discesa che vede come supporto ultimo, prima di un possibile crollo delle quotazioni fino a 250, area 300/295. Per quanto riguarda i metalli preziosi perdura la fase di debolezza: le reazioni dalle situazioni di ipervenduto sono state al momento molto deboli, segnale questo che conferma il nostro outlook negativo su oro ed argento, con il primo che potrà spingersi fino a 1150/1100 ed il secondo strutturalmente preparato a dirigersi nel medio termine verso area 15/14.

Sulla base della correlazione inversa tra le commodities e il dollaro,  le difficoltà globali che si riflettono sulle prime conferiscono dal lato opposto nuova forza al secondo, con il Dollar Index giunto a ridosso di quota 85 e pronto a percorrere la strada verso i 90 punti. L’Euro/ Dollaro dal canto suo ha fallito il primo tentativo di break-up di quota 1,28 dopo le parole di Bernanke, mantenendosi all’interno del range 1,28-1,33. Area 1,28 rimane il punto focale su cui far convergere nuovamente le pressioni ribassiste mentre area 1,33 è il cap per impostare controlli di tendenza; una fase distributiva prenderà atto qualora le oscillazioni delle prossime settimane producano una sequenza di massimi decrescenti, con obiettivo la rottura definitiva del livello sopraindicato. La rottura aprirà definitivamente le porte al raggiungimento degli altri target che abbiamo prefissato: 1.2690 rappresenta il primo importante step, seguito poi da quota 1.2430/1.24 ed infine 1.20._Wlademir Biasia".

L’andamento dei titoli di stato, "l’asset che storicamente è la spia (in correlazione inversa) dell' equity conferma un certto ritorno alla calma dopo il nervosismo per i timori della fine del QE da parte delle banche centrali, il Bund e il Treasury questa settimana hanno ripreso  a salire con  rendimenti  in discesa  il    bund a 1,56% e T-note a 2,58%.


Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  La curva dei rendimenti non è invertita. Nel caso in cui i tassi di interesse a breve termine sono più elevati rispetto ai tassi a lungo termine, fa presagire male per l'economia (intesa come azioni e obbligazioni).Uno dei modelli più potenti per predire la recessione  nel'anno successivo è lo scarto della  curva dei rendimenti tra il T-Note a 10 anni e il T-bond  a 3 mesi.  I risultati di uno studio della Federal Reserve (Estrella e Mishkin) per il periodo 1960-1995  ha collegato il valore dello spread in punti percentuali alla probabilità di recessione. Un margine positivo (con valori compresi tra 1,21-0,02)  è collegato con probabilità del 5% al 25%. Una volta che lo scarto gira negativo, le probabilità vanno dal 30% ad una lettura di -0,17, al 70% a -1,46, 80% a -1,85 e il 90% a -2,40. Ora siamo a 2,54.

 

  • IL LEI del conference Board,  in  frazionale rialzo da indicazioni per una buona espansione del PIL USA anche nel 2013  al  2,2-2,5% circa.
  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito dagli operatori USA per l'acquisto di azioni e altre attività finanziarie, è in contrazione attenzione  : a maggio è sceso   a 377 miliardi di dollari dai 384 di aprile. Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso.I dati attuali preannunciano una fase Laterale/ribassista .

Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :

  • il Vix  si conferma LONG sullo sp_500 malgrado la forte discesa , quindi ancora segnale SHORT per l'indice ;
  • IL mio TS "Trend_Hunter"(REV.2) timeframe daily, ottimo per prendere posizione nel mercato con ottica di medio_lungo termine, sulle principali borse mondiali vede  una situazione   sempre  rialzista sulle borse occidentali ma  con i BRIC in affanno insieme alle commodities (grafico allegato).

 

 
 
 

Wall Street a un passo dai record storici grazie a Bernanke

Post n°1564 pubblicato il 12 Luglio 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

I driver del mercato sono diventati chiaramente le parole dei governatori delle due più importanti banche centrali del mondo, ovvero la FED e la BCE. Mercoledì sera, dai verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve, è emerso uno scenario particolarmente favorevole per i mercati finanziari, visto che Ben Bernanke ha praticamente allontanato l’ipotesi di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti nei prossimi mesi, anche se dovesse avere inizio il tapering, ovvero la riduzione del piano di stimoli monetari dagli attuali 85 miliardi di dollari al mese. A beneficiare di questo contesto è soprattutto Wall Street.

A New York le borse americane viaggiano da qualche tempo col vento in poppa e hanno ormai recuperato tutte le perdite accusate tra fine maggio e fine giugno scorso. Grazie alle recenti dichiarazioni da “colomba” da parte di Bernanke, i principali indici azionari americani sono riusciti ad accelerare al rialzo. L’indice Dow Jones ha chiuso la seduta di borsa con un progresso dell’1,11% a 15.460,92 punti ai massimi da 6 settimane. Il precedente top assoluto dello scorso 22 maggio, posto a 15.542,40 punti, è ormai vicinissimo.

In grande spolvero troviamo anche l’indice S&P500, che ieri ha chiuso con un rialzo dell’1,36% a 1.675,02 punti ai massimi da 7 settimane. L’indice è a un passo dal raggiungimento del precedente massimo storico posto a 1.687,18 punti, toccato lo scorso 22 maggio. Il proseguimento della politica monetaria accomodante della FED favorisce ancora l’assunzione di rischi e l’azionario americano diventa il primo beneficiario di questa linea strategica dell’istituto monetario di Washington.

da Forexinfo

 
 
 
 
 

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