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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi di Settembre 2013

Altro che austerity, la spesa pubblica va aumentata

Post n°1607 pubblicato il 30 Settembre 2013 da Lucky340
 

ROMA (WSI) - In un anno rispetto al 2011 il debito pubblico italiano è aumentato di 81 miliardi di euro. Di questa somma piu' di un terzo sono stati destinati ai fondi europei, attraverso i quali sono state salvate delle banche spagnole. Alcune di queste partecipano oggi all'operazione di acquisto da parte della società Telefonica della compagnia di bandiera Telecom Italia.

Sono informazioni che sui media indipendenti e i blog piu' critici si trovano ma che difficilmente vengono date sui canali della Rai. Ci ha pensato Lidia Undiemi, esperta di economia e blogger, che fa il botto in una rara apparizione nella Tv pubblice.

In una denuncia aperta alle politiche di austerity europee, Undiemi ha osservato amaramente che "gli italiani stanno finanziando fondi europei che aiutano quelle banche che senza fare impresa comprano imprese". Il riferimento è al caso Telecom, in cui una società simbolo del nostro Paese finirà in mani stranieri.

In un intervento a Ballarò, la dottoressa ricercatrice dell'Università di Palermo ha spiegato che il salto dell'aumento dell'Iva non è una soluzione ma semmai un problema per gli italiani.

"La recessione porta a un calo dei consumi, con le politiche di austerità il mercato non ripartirà".

Non esiste una teoria economica che stabilisca che il deficit debba rimanere sotto il 3% del Pil. Anzi premi Nobel hanno stabilito che - e basterebbe un po' di buon senso - "in un periodo di recessione l'aumento della spesa puo' aiutare i consumi".

Wallstreetitalia

 

 

 
 
 

Cannabis e Cancro

Post n°1606 pubblicato il 26 Settembre 2013 da Lucky340
 

 

 

 

Uno dei primi a far conoscere la validità della Cannabis contro il Cancro è stato Rick Simpson un agricoltore che vive sulla costa orientale del canada.
Da molti anni Rick Simpson produce e fornisce ai malati della sua zona un olio curativo estratto dalla Canapa.
Simpson produce l'olio sul suo terreno con un complesso procedimento che ha messo a punto nel corso degli anni.
Negli ultimi 10 anni diversi dottori in Europa e negli Stati Uniti hanno raccolto dati molto incoraggianti sulle caratteristiche antitumorali dei Cannabinoidi,al SELTH laboratory della California hanno dimostrato che in certi casi le cellule tumorali vengono soppresse dalla Cannabis,mentre le cellule sane circostanti non vengono toccate.
La capacità dei Cannabinoidi di uccidere le cellule malate,mentre proteggono quelle sane è particolarmente importante nel caso del tumore al cervello a causa della cosidetta barriera ematoencefalica,questa barriera protegge il cervello da qualunque agete estraneo che possa farsi trasportare dal flusso sanguigno, a causare danni al suo interno.
I Cannabinoidi riescono ad attraversare con molta facilità questa barriera grazie alla loro natura oleosa i cannabinoidi arrivano cosi direttamente alle cellule cancerose del cervello riuscendo in molti casi a penetrare al loro interno e a sopprimerle. A loro volta esistono ormai diverse ricerche di laboratorio che dimostrano come il nostro sistema ENDOCANNABINOIDE se stimolato dai Cannabinoidi abbia un effetto antitumorale e possa istruire le cellule malate a commettere suicidio.
Il Dott. Emanuel Guzman professore di biochimica e biologia molecolare all'universita di Madrid  è conosciuto in tutto il mondo per i suoi studi sulla Cannabis Medica.
Da allora diverse ricerche scientifiche hanno confermato l'efficacia della Cannabis contro il cancro ed in particolare ai tumori al cervello,alla prostata,ai polmoni,al colon nei linfoma e nelle leucemie.
I composti della Cannabis aiutano a sopprimere le cellule che si rifiutano di morire e riducono l'afflusso sanguigno necessario ai tumori per crescere,mentre lasciano intatte le cellule sane.

 

PS_

Uno studio pubblicato sul web recentemente  dal  National Cancer Institute (sito governativo USA ), mette  nero su bianco (ma soprattutto ufficialmente) le grandi caratteristiche medicinali  di questa pianta.

 

 
 
 

Wall Street, prove di recupero dopo Pil e lavoro

Post n°1605 pubblicato il 26 Settembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

L'indice S&P 500 viene da cinque sedute in rosso di fila, serie negativa piu' lunga dell'anno. Facebook sopra la soglia dei 50$.

NEW YORK (WSI) - Dopo dopo la striscia negativa più lunga dell'anno, a Wall Street prevalgono gli acquisti: a due ore circa dall'avvio delle contrattazioni il Dow guadagna lo 0,18% a 15.300 punti, il Nasdaq fa +0,34% a 3.774 punti, S&P 550 lima i progressi a +0,07% a 1.694 punti.

Reso noto il Pil del terzo trimestre: non c'è stata alcuna revisione, confermato il trend dell'ultima rilevazione, pari a +2,5%, rispetto alla crescita +1,1% del primo trimestre. Da segnalare inoltre che, in occasione dell'ultima riunione del 18 settembre, la Fed ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica per il 2013 e 2014; per il 2013, si prevede una espansione tra il 2 e il 2,3%, rispetto alle proiezioni di giugno di un Pil tra 2,3 e +2,6%. "Molte incertezze permangono riguardo all'economia americana - ha commentato William Gale, responsabile finanziario - Il quadro dell'occupazione rimane sbilanciato e incostante di mese e in mese, riflettendo l'incertezza delle aziende sui piani di investimenti futuri".

Comunicate anche le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che sono scese a sorpresa (gli analisti avevano previsto un rialzo). La media delle ultime quattro settimane, un indicatore più attendibile in quanto non soggetto alla volatilità dei mercati, è calato di 7.000 a 308.000, al valore più basso dal giugno del 2007.

Segnali negativi sono arrivati sul fronte immobiliare: il numero di compromessi delle case negli Stati Uniti sono scesi dell'1,6% ad agosto facendo segnare la terza flessione mensile consecutiva. Lo affermano i dati del Nar. Il dato e' leggermente peggiore delle attese degli analisti che si aspettavano una flessione piu' contenuta a -1,5%.

Tra i titoli, Facebook ha superato la soglia dei 50 dollari per azione a 50,06 dollari (+1,21%) dopo che Goldman Sachs ha alzato l'obiettivo di prezzo da 52 a 58 dollari.

Dopo aver chiuso ai massimi di sempre il 8 settembre, l'indice allargato S&P 500 ha perso l'1,9% nelle ultime cinque sedute. A pesare le notizie secondo cui il Presidente Barack Obama non e' riuscito a trovare un accordo con i Repubblicani del Congresso sul bilancio.

Al centro dei colloqui l'ipotesi di innalzare il tetto sul debito per scongiurare il default. Washington ha tempo fino al 18 ottobre. Gli analisti di Mps Capital Services fanno notare che il segretario al tesoro Jacob Lew ha rimarcato come nelle casse del governo Usa rimarranno appena 30 miliardi di dollari non più tardi del 17 ottobre. "Tale ammontare non sarebbe sufficiente per far fronte ai pagamenti previdenziali, assistenziali ed alle spese militari in scadenza l’1 novembre, pari a circa 55 miliardi. Il Senato sta provando a far passare un provvedimento che consenta di prendere tempo fino a metà novembre, senza però pregiudicare il finanziamento della riforma sanitaria di Obama come proposto dai repubblicani alla camera".

In ambito valutario, euro -0,16% a $1,3503; dollaro/yen +0,53% a 98,94; euro/franco svizzero -0,02% a CHF 1,2293. Euro/yen +0,35% a JPY 133,59.

Sul versante delle commodities, i futures petrolio +0,39% a 103,06 dollari al barile; quotazioni oro -0,16% a $1.333,70. Quanto ai Treasuries, i rendimenti decennali salgono al 2,64%.

da wallstreetitalia

 
 
 

Chicago Fed National Activity Index-Aggiornamento mensile(Agosto)

Post n°1604 pubblicato il 25 Settembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) è un indice mensile progettato per misurare l'attività economica globale e le relative pressioni inflazionistiche. Il valore zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al ritmo storico di crescita, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media; e i valori positivi indicano una crescita superiore alla media. Si tratta di un indice composto di 85 indicatori mensili come spiegato in questo file PDF  sul sito della Fed di Chicago. L'indice è costruito in modo che la media storica dell'indice è pari a zero.

l'indicatore di per sé (CFNAI), è abbastanza rumoroso, mentre   la media mobile a 3 mesi (CFNAI-MA3), è più utile a mostrare variazioni.

Secondo l'indice Fed Chicago , nel mese di luglio 2013  l'attività economica  nazionale è  cresciuta   rispetto a luglio  L'indice  è ora diventato  positivo dopo essere stato negativo ( crescita sotto-trend) per cinque mesi consecutivi e 12 degli ultimi 18 anni. Ecco i paragrafi di apertura del rapporto:

Il Chicago Fed Nazionale Activity Index (CFNAI) è aumentato a 0,14 nel mese di agosto da -0.43 nel mese di luglio. Tutte le quattro grandi categorie di indicatori che compongono l'indice  sono aumentate  da luglio, e tre delle quattro categorie hanno dato  contributi positivi all'indice nel mese di agosto.

la media mobile  a tre mesi dell'indice, CFNAI-MA3, è  aumentato a -0,18 nel mese di agosto da -0.24 di  luglio, segnandola  sesta lettura consecutiva sotto zero.
   CFNAI-MA3  di agosto suggerisce che la crescita dell'attività economica nazionale  è stata  inferiore al trend storico. La crescita economica riflessa in questo livello del CFNAI-MA3 suggerisce limitate pressioni inflazionistiche per il prossimo anno.

 

 La  Fed di Chicago, spiega:

"Quando la MA3 si muove sotto  il valore di  -0,70 dopo un periodo di espansione economica, vi è una crescente probabilità che la recessione è iniziata. Al contrario, quando il valore si sposta  sopra -0,70 dopo un periodo di contrazione economica,  vi è la probabilità crescente che la recessione è finita ".Un incrocio sotto  il livello  -0,7 ha indicato storicamente  entro un mese o due l' inizio di recessione. Un incrocio  sopra il livello ha indicato la fine  della recessione  entro  2-4 mesi. 

Il prossimo dato sul Chicago Fed Activity Index  è previsto per il 21  ottobre 2013

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da http://www.dshort.com/

Questo grafico mostra il Chicago Fed National Activity Index (media mobile a tre mesi) dal 1967. Secondo la Fed di Chicago: un valore pari a zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al suo tasso tendenziale di crescita storica, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media, e valori positivi indicano una crescita superiore alla media.

 

 
 
 

SuperIndice_USA(LEI) aumenta ancora in Agosto

Post n°1603 pubblicato il 23 Settembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Il Conference Board Leading Economic Index ® (LEI) per gli Stati Uniti  è aumentato dello 0,7 per cento nel mese di agosto  a 96,6 (2004 = 100), dopo un aumento dello 0,5 in luglio e nessun cambiamento nel mese di giugno.

"Dopo una breve pausa, il LEI degli Stati Uniti è aumentato bruscamente nei mesi di luglio e agosto, riprendendo il suo trend di crescita", ha detto Ataman Ozyildirim, economista presso il Conference Board. "Se il tasso di crescita semestrale del LEI, che è  quasi raddoppiato, prosegue nei prossimi mesi, la crescita economica dovrebbe rafforzarzi gradualmente fino alla fine dell'anno. Nonostante la debolezza delle costruzioni residenziali, le aspettative dei consumatori  e il mercato azionario stazionari  i miglioramenti nel mercato del lavoro e nelle componenti finanziarie del LEI così come i nuovi ordini di produzione, hanno  spinto il guadagno di questo mese. "

L'uscita dei  prossimi  dati  è prevista per  giovedi  18 ottobre 2013.

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il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti  poichè:

a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata  come ci dimostra  Northern Trust nel  grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi.

b)  la relazione  tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta ,  risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo  del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura .

pertanto noi  continuiamo ad  usare le indicazioni fornite dai  Leading Indicator per  riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento!

i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora :

Average weekly hours, manufacturing

 

Average weekly initial claims for unemployment insurance

 

Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials

 

ISM Index of New Orders

 

Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders

 

Building permits, new private housing units

 

Stock prices, 500 common stocks

 

Leading Credit Index™

 

Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds

 

Average consumer expectations for business and economic conditions

 


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Analisi Intermarket settimanale al 21/09/2013

Post n°1602 pubblicato il 22 Settembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

La notizia della settimana sono sicuramente le parole di Bernanke che nei giorni scorsi ha rimandato l'inizio del "tapering", ossia della riduzione degli acquisti mensili della Fed.Una notizia che i mercati non si aspettavano e che è stata accolta con gioia a tal punto che Wall Street ha registrato un nuovo massimo storico.Dal punto di vista grafico l'impostazione di fondo del mercato azionario americano resta quindi al rialzo... . Personalmente credo che, fino a quando continueranno a drogare di liquidità il mercato, non assisteremo a inversioni di tendenza o comunque a correzioni violente degli indici.Credo che Bernanke abbia rimandato il tapering non solo per i dati non convinceti sull'economia e sul lavoro ma anche per timore delle reazioni negative degli indici di mercato (G. Bellelli).

L’andamento dei titoli di stato, l’asset che storicamente è la spia (in correlazione inversa) dell' equity conferma la caduta dei  rendimenti   nella parte lunga della curva, il Bund e il Treasury sono rispettivamente al   1,94e al  2,73%.


Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  La curva dei rendimenti non è invertita. Nel caso in cui i tassi di interesse a breve termine sono più elevati rispetto ai tassi a lungo termine, fa presagire male per l'economia (intesa come azioni e obbligazioni).Uno dei modelli più potenti per predire la recessione  nel'anno successivo è lo scarto della  curva dei rendimenti tra il T-Note a 10 anni e il T-bond  a 3 mesi.  I risultati di uno studio della Federal Reserve (Estrella e Mishkin) per il periodo 1960-1995  ha collegato il valore dello spread in punti percentuali alla probabilità di recessione. Un margine positivo (con valori compresi tra 1,21-0,02)  è collegato con probabilità del 5% al 25%. Una volta che lo scarto gira negativo, le probabilità vanno dal 30% ad una lettura di -0,17, al 70% a -1,46, 80% a -1,85 e il 90% a -2,40. Ora siamo a 2,72.

 

  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito dagli operatori USA per l'acquisto di azioni e altre attività finanziarie, è in risalita a luglio a 382 miliardi di dollari dai 376 di giugno. Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso.I dati attuali non preannunciano fasi di svolta .

Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :

  • Il sistema dei  pivot point prevede per Settembre tendenza statistica ribassista vista la  chiusura  sotto il  il Pivot Point (1656,78) con probabili target tra S1 e S2 (1603_1574); al rialzo  possibili  ritorni   verso  R1_1685 e oltre.
  • IL mio TS "Trend_Hunter"(REV.2) timeframe daily, ottimo per prendere posizione nel mercato con ottica di medio_lungo termine, sulle principali borse mondiali vede  una situazione   sempre  rialzista sulle borse occidentali  ma con  i BRIC e le commodities  in affanno anche se in risalita (grafico allegato).
 

 
 
 

Iva, aumento demenziale dettato dalla troika

Post n°1601 pubblicato il 22 Settembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

ROMA (WSI) - Elio Lannutti, numero uno di Adusbef e Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori denunciano l'aumento dell'Iva, di per sè demenziale. "Solo un Governo demenziale teleguidato dalla tecnocrazia europea e dai diktat della troika (FMI-BCE-UE), può assecondare i desiderata delle cleptocrazie filo tedesche, le cui politiche restrittive per salvaguardare gli esclusivi interessi dei banchieri e della finanza tossica, hanno messo in ginocchio milioni di europei residenti nel sud, come Spagna, Portogallo, Grecia, Italia", si legge nel comunicato stampa.

La questione è che "l’aumento dell’Iva di 1 punto dal 20 al 21%, in vigore dal 17 settembre 2011 (Governo Berlusconi-Tremonti), ha causato una perdita di gettito Iva di 704,754 milioni di euro nel 2011, con entrate Iva attestate a 117,459 mld di euro ed un gettito complessivo di tasse pari a 411,79 miliardi; di 2,232 miliardi di euro nel 2012, con un gettito complessivo di 424 miliardi di euro, portando la riduzione complessiva del gettito Iva dal 17 settembre 2011 al 31 maggio 2013 a ben 5,806 miliardi di euro (2.870 milioni di euro nei primi cinque mesi del 2013; 2.232 milioni nel 2012; 704,7 nei 4 mesi scarsi del 2011".

Lannutti e Trefiletti spiegano che "L'Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) è una tassa sui consumi, un balzello sui poveri che colpisce ogni fase della produzione. L'IVA colpisce il "valore aggiunto", ossia l'incremento di valore che si verifica nel passaggio dalle materie prime usate per realizzare un prodotto fino alla vendita dello stesso. Quasi tutti i beni e servizi richiedono vari passaggi, prima di arrivare al consumatore finale e l'Iva viene applicata a ogni passaggio. I passaggi sono acquisto materie prime ed energia, produzione, vendita al grossista, trasporti, vendita al dettagliante e infine vendita al consumatore finale. Dal punto di vista legale l'imposta grava completamente sul consumatore finale mentre imprenditore, lavoratore autonomo, commercianti rimangono neutrali. Questi infatti recuperano l'imposta pagata sui loro acquisti addebitandola ai propri acquirenti".

Di conseguenza "l'IVA rappresenta un costo solo per chi non ha acquirenti e cioè il consumatore finale. Teorizzando una spesa di 1.000 euro a famiglia, abbiamo questi risultati con l’Iva al 20,al 21 al 22 ed al 23%". Federconsumatori e Adusbef illustrano poi l'importo delle spese per le famiglie, a seconda dell'aliquota imposta.

- Aliquota al 20%
- Spesa della famiglia 1.000€ (833€ + IVA 167€)

- Aliquota al 21%
- Spesa della famiglia 1.000 (826€ +IVA 174€)

- Aliquota al 22%
- Spesa della famiglia 1.000 (819 € +IVA 191€)

- Aliquota al 23%
- Spesa della famiglia 1.000€ (813€ +IVA 187€)

Il comunicato mette in evidenza che, "come si vede a parità di consumi IVA compresa, l’IVA incassata dallo stato aumenta (da 167 a 187) ma per contro abbiamo per la famiglia, consumatrice finale, una riduzione della capacità di spesa che depurata dall’imposta, scende da 833€ a 813€. In pratica può comprare meno beni e servizi. Questo meccanismo si traduce pertanto in un obbligato calo dei consumi con conseguente calo di fatturato delle imprese (e in sostanza di PIL) e di conseguenza di calo del gettito IVA (ma anche delle altre imposte)".

Ancora, "il governo stima di incassare con l’aumento di 1 punto Iva, dal 21 al 22 per cento 4.236 milioni l’anno, ossia 353 milioni di euro al mese, ma oltre a neutralizzare tale previsione, con un minor gettito costato finora 5.806,7 miliardi dal 17 settembre 2011, ossia 276,5 milioni al mese, produce una forte contrazione della capacità di spesa e dei consumi finali, gettando sul lastrico milioni di famiglie meno abbienti, costrette a pagare ben 207 euro su base annua dall’aumento di 1 punto".

Per concludere: "se all’aumento dell’IVA aggiungiamo quello delle accise sulla benzina, delle tariffe, degli addizionali IRPEF, della Tares, è matematicamente certo un drastico calo della capacità di spesa delle famiglie che si tradurrà inevitabilmente in una pesante recessione, disattendendo le previsioni delle entrate fiscali, IVA in testa, come lo studio Adusbef ha empiricamente dimostrato".

Il comunicato lancia un appello alle autorità: "Il governo riscatti la sua ignavia e totale asservimento alle cleptocrazie europee, ai banchieri ed alla finanza internazionale che hanno ridotto sul lastrico milioni di famiglie, chiudendo l’accordo con la Svizzera che può generare un gettito una tantum di circa 30 miliardi di euro, e cedole fiscali permanenti dai 130-140 miliardi di euro giacenti nelle casseforti elvetiche stimate tra 1,8 e 2,2 miliardi di euro l’anno. Il ministro Saccomanni avrebbe un buon motivo per dimettersi, dato che l’omologo svizzero ha dato l’assenso all’accordo con l’Italia, invece di rinviare e minacciare sfracelli qualora l’Iva, la tassa sui poveri , non venisse aumentata!"

da Wallstreetitalia

 
 
 

Č il debito il prossimo spauracchio per Wall Street

Post n°1600 pubblicato il 19 Settembre 2013 da Lucky340
Foto di Lucky340

NEW YORK (WSI) - Messa da parte, almeno per il momento, la paura del tapering, ovvero il piano di riduzione da parte della Fed, da ora in poi lo spauracchio dei mercati tornerà a essere il tetto del debito. "Sarà questo il vero problema che l’economia americana e dunque la Borsa dovrà affrontare da metà ottobre" ha commentato Mark Zandi, capo economista di Moody’s in un’intervosta alla Cnbc.

Se il Congresso non dovesse essere in grado di approvare una legge sul tetto del debito nelle prossime settimane – secondo Zandi – il sell-off che si abbatterà sui mercati azionari globali sarà decisamente più sostenuto di quello che si è abbattuto le scorse settimane in vista del previsto (poi rimandato) inizio del tapering di questo settembre.

Senza accordi con il Congresso che lo innalzino, il governo esaurirà le manovre contabili straordinarie che le consentono di rimanere entro il limite di legge di 16.700 miliardi di dollari entro metà ottobre, esponendo gli Stati Uniti allo spettro di paralisi e default e i mercati e l'economia a potenziali danni.

Secondo gli ultimi dati, il debito Usa si attesta al 73% del Pil, ovvero la percentuale più alta dalla Secondo Guerra Mondiale e due volte il livello toccato a fine 2007.

da Wallstreetitalia

 
 
 

Usa, la Fed non stacca nessuna spina

Post n°1599 pubblicato il 18 Settembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Bernanke mantiene invariato il piano di stimolo a 85 miliardi al mese. Riviste al ribasso le stime sulla crescita del Pil americano per il 2013 e 2014.


NEW YORK (WSI) - - La Fed lascia invariato il costo del denaro. Il tasso sui Fed Funds resta in una forchetta fra lo 0 e lo 0,25%. Inoltre la Fed mantiene invariato il piani di acquisti di bond a 85 miliardi di dollari al mese.

"Le informazioni ricevute finora suggeriscono che l'attività economica cresce a un tasso moderato. Alcuni indicatori del mercato del lavoro hanno mostrato ulteriori miglioramenti negli ultimi mesi, ma la disoccupazione resta elevata" afferma la Fed, sottolineando che i rischi al ribasso per le prospettive economiche e il mercato del lavoro sono scesi dallo scorso autunno, ma la stretta delle condizioni finanziarie osservata negli ultimi mesi può rallentare la velocità dei miglioramenti.

La Fed riconosce che l'inflazione resta sotto l'obiettivo del 2% e che questo può porre rischi alla performance economica, ma prevede che l'inflazione si muoverà verso il 2% nel medio termine.

La Banca centrale americana "ha deciso di attendere più prove sulla sostenibilità dei progressi prima di aggiustare il tasso degli acquisti. Ha deciso che continuerà ad acquistare mortageg-backed securities per 40 miliardi di dollari al mese e Treasury per 45 miliardi di dollari al mese".

La Fed ha deciso di mantenere il tasso sui Fed Fund fra lo 0 e lo 0,25% e prevede che tassi eccezionalmente bassi saranno appropriati fino a che il tasso di disoccupazione non scenderà al 6,5%.

Secondo l'istituto centrale americano, il tasso di disoccupazione nel 2013 si attesterà fra il 7,1 e il 7,3%, in linea con il 7,2-7,3% precedentemente stimato. Nel 2014 la disoccupazione scenderà al 6,4-6,8%, in linea con il 6,5%-6,8% previsto in giugno. L'inflazione si manterrà saldamente sotto il 2% sia nel 2013 (1,1-1,2% contro lo 0,8-1,2% di giugno)) sia nel 2014 (1,3-1,8% contro l'1,4-2,0% di giugno).

A favore della decisione hanno votato tutti i governatori, ad accezione di Esther L. George, che si dice preoccupata del fatto che l'elevato livello di politica accomodante possa aumentare i rischi futuri di squilibri economici e finanziari e, nel tempo, causare un aumento delle aspettative di inflazione.

Wall Street avanza dopo il mantenimento degli aiuti da parte della Fed. Il Dow Jones sale ai massimi di tutti i tempi, così come lo S&P 500. Il Dow Jones avanza dello 0,85% a 15.660,72 punti, il Nasdaq dello 0,75% 3.773,56 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,97% a 1.721,37 punti.

da Wallstreetitalia

 

 
 
 

Fed: oltre il Tapering

Post n°1598 pubblicato il 17 Settembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

 

I mercati attendono impazienti l’appuntamento di mercoledì con la Federal Reserve che renderà note le proprie decisioni in ambito di politica monetaria. A differenza di quanto accade solitamente, questa volta l’attenzione non sarà posta sui tassi di interesse, ma sul quantitative easing e la possibilità di una riduzione del volume degli acquisti.

Il programma del QE è stato avviato lo scorso settembre con lo scopo di rilanciare lo sviluppo economico. Secondo gli osservatori più attenti della Federal Reserve, si fa sempre più concreta la possibilità che la banca centrale statunitense decida di tagliare l’importo di acquisti mensili che ad oggi corrispondono a 85 miliardi di Dollari al mese. Il tapering, potrebbe costituire una riduzione degli acquisti per 5 o 10 miliardi di Dollari al mese.

Ma oltre al tema del tapering, ci sono diverse altre questioni che la banca dovrà affrontare e che gli investitori faranno bene a tenere sott’occhio. In particolare, si tratta di cinque tematiche particolarmente interconnesse che riguardano:

  • Il mercato del lavoro
  • La strategia della Forward Guidance
  • Proiezioni economiche Fed 2016
  • Mercato immobiliare
  • Inflazione

Vediamole da vicino.

La posizione della Fed sul mercato del lavoro USA

Da quando la Federal Reserve ha avviato il terzo round di stimoli monetari, il tasso di disoccupazione è sceso dal 8.1% al 7.3%. Tuttavia, buona parte di questo calo è dovuta dal ritirarsi degli individui dalla forza lavoro, piuttosto che dall’aumento delle assunzioni.

La partecipazione attiva al mercato del lavoro è un tema sul quale gli Stati Uniti dibattono da tempo. Si tratta di un dato strutturale, oppure ciclico? Si aggiunga inoltre che dal mese di maggio è calata anche la velocità con la quale si creano posti di lavoro (come testimoniato dall’ultimo dato sui NFP). In media, negli ultimi quattro mesi sono stati creati 155 mila posti di lavoro al mese, in calo rispetto alla media di 205 mila registrata nei primi quattro mesi di questo 2013.

Forward guidance

Il Chairman della Fed, Ben Bernanke, ha detto nel mese di giugno che la banca avrebbe abbracciato il tapering qualora il tasso di disoccupazione avesse raggiunto il 7% e ad agosto questo è arrivato al 7.3%.

Si aggiunga inoltre che il tasso di disoccupazione al 6.5% è stato indicato come riferimento per il possibile innesco di potenziali aumenti sui tassi di interesse. E proprio a questo proposito, diversi analisti hanno parlato della possibilità di un abbassamento del target inferiore al 6.5%, per evitare così che sui mercati possa diffondersi il precoce timore di un aumento dei tassi.

Il primo sguardo alle proiezioni economiche per il 2016

Questo mercoledì, gli ufficiali della Fed ci indicheranno quali sono le prospettive economiche su crescita, inflazione e occupazione per il 2016.

Secondo Mike Moran, capo economista alla Daiwa Capital Markets America, la Fed potrebbe prevedere un tasso di disoccupazione al 6% che, in altre parole, spingerebbe al rialzo le aspettative degli investitori sui tassi di interesse.

Il punto della Fed sul mercato immobiliare

Secondo i funzionari della Fed e non solo, il settore immobiliare USA sarà l’attività trainante per la definitiva ripresa economica. Ad ogni modo, notiamo che la maggior parte dei dati sul mercato immobiliare sono stati piuttosto deludenti negli ultimi periodi.

"Oggi i toni sono molto più pacati di quanto non fossero cinque o sei mesi fa", spiega Dan Silver, economista per JP Morgan.

Nell’ultima dichiarazione di politica monetaria, la Fed ha sottolineato che i tassi sui mutui sono "leggermente aumentati"; un dato che ha fatto insorgere una certa divergenza di opinioni tra i membri FOMC. Stando a quanto riportato dai verbali (le cosiddette Minute), buona parte dei membri del consiglio direttivo della Fed sembra concordare sul fatto che il recupero del settore immobiliare andrà avanti a prescindere dai tassi di interesse.

Come la mettiamo con l’inflazione bassa?

Durante tutto il 2013, l’inflazione ha continuato a scendere ben al di sotto del target della Fed al 2%, arrivando fino allo 0.9% su base annua, nel mese di aprile.

Al meeting di Luglio, finalmente la banca centrale ha ammesso che l’inflazione eccessivamente bassa potrebbe essere un problema; e il mese scorso, James Bullard, Presidente della Fed di St. Louis, ha affermato che non ci sono segni evidenti di un aumento dell’inflazione verso il target della banca.

Secondo gli economisti JP Morgan, il comitato Fed potrebbe decidere di stabilire un target inferiore per l’inflazione. In altre parole, non è possibile che la banca alzi i tassi di interesse se le prospettive sull’inflazione per uno o due anni continuano a stare al di sotto dell’1.5%.

Aspettando mercoledì 18 settembre

Spostando lo sguardo al di là del tapering (che ormai sembra essere stato "prezzato" dai mercati), l’appuntamento di mercoledì con la Federal Reserve assume una rilevanza ancor più massiccia. Dovrà rispondere alla domanda: la ripresa economica degli Stati Uniti è forte e stabile, o ha ancora bisogno di essere sorretta? Lo scopriremo presto.

Da www.forexinfo.it

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: Lucky340
Data di creazione: 04/05/2010
 

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