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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi agisce a proprio rischio e pericolo.
Messaggi di Febbraio 2014
Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) è un indice mensile progettato per misurare l'attività economica globale e le relative pressioni inflazionistiche. Il valore zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al ritmo storico di crescita, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media; e i valori positivi indicano una crescita superiore alla media. Si tratta di un indice composto di 85 indicatori mensili come spiegato in questo file PDF sul sito della Fed di Chicago. L'indice è costruito in modo che la media storica dell'indice è pari a zero. l'indicatore di per sé (CFNAI), è abbastanza rumoroso, mentre la media mobile a 3 mesi (CFNAI-MA3), è più utile a mostrare variazioni. "Indece mostra una crescita economica rallentata nel mese di gennaio": questo è il titolo per il rilascio di oggi di Activity Index Nazionale del Chicago Fed, e qui sono i paragrafi di apertura dal rapporto:
La Fed di Chicago, spiega: "Quando la MA3 si muove sotto il valore di -0,70 dopo un periodo di espansione economica, vi è una crescente probabilità che la recessione è iniziata. Al contrario, quando il valore si sposta sopra -0,70 dopo un periodo di contrazione economica, vi è la probabilità crescente che la recessione è finita ".Un incrocio sotto il livello -0,7 ha indicato storicamente entro un mese o due l' inizio di recessione. Un incrocio sopra il livello ha indicato la fine della recessione entro 2-4 mesi. Il prossimo dato sul Chicago Fed Activity Index è previsto per il 24 marzo 2014 ^^^^ Questo grafico mostra il Chicago Fed National Activity Index (media mobile a tre mesi) dal 1967. Secondo la Fed di Chicago: un valore pari a zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al suo tasso tendenziale di crescita storica, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media, e valori positivi indicano una crescita superiore alla media.
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Il Conference Board Leading Economic Index ® il (LEI) per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,3 per cento nel mese di gennaio a 99,5 (2004 = 100), a seguito di nwssun cambiamento in dicembre e ad un aumento dello 0,9 per cento nel mese di novembre. "L'aumento del Leading Economic Index riflette un'economia che si sta espandendo moderatamente, anche se il ritmo è un po 'frenato da persistente e grave maltempo in molte parti del paese", ha detto l'economista Ken Goldstein. "Se l'economia sta passando ad un incremento più veloce nel 2014 rispetto allo scorso anno, la domanda dei consumatori e, soprattutto, gli investimenti dovranno significativamente cambiare dalle loro tendenze attuali. L'uscita dei prossimi dati è prevista per giovedi 20 marzo 2014. ^^^^^^^ il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti poichè: a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata come ci dimostra Northern Trust nel grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi. b) la relazione tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta , risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura . pertanto noi continuiamo ad usare le indicazioni fornite dai Leading Indicator per riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento! i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora : Average weekly hours, manufacturing Average weekly initial claims for unemployment insurance Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials ISM Index of New Orders Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders Building permits, new private housing units Stock prices, 500 common stocks Leading Credit Index™ Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds Average consumer expectations for business and economic conditions
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In questo momento non ho opinioni in merito alla riuscita del tentativo di Renzi. Né a che cosa abbia intenzione di fare nel caso in cui diventi il prossimo capo del governo. Molto chiaro è, comunque, che il suo successo come eventuale premier dipende solo da una cosa. Dalla capacità di produrre una reale e significativa ripresa dell’economia. Altrettanto chiaro è che c’è un sistema rapido e sicuro per ottenere questo risultato. Sforare in misura significativa i vincoli attualmente imposti dagli accordi assunti in sede UE. Immaginiamo per esempio che il governo Renzi decida di innalzare dal 3% al 6% il rapporto deficit pubblico / PIL (ricordo che il 6% sarebbe un livello comunque inferiore a quello raggiunto nel 2013 da Spagna e Irlanda, paesi che di recente sono stati definiti come “più avanti dell’Italia” sulla strada delle “riforme”). In realtà tre punti in più di deficit equivalgono non a tre ma a circa sei punti d’incremento del saldo netto (a parità di condizioni) tra spesa pubblica e tasse. L’azione espansiva consentita da questo incremento innalza, infatti, il PIL e quindi le entrate fiscali, producendo un automatico recupero di una parte del maggior deficit. Inoltre, nelle condizioni attuale (domanda estremamente depressa rispetto alle capacità produttive dell’economia italiana) l’azione espansiva ha effetti più che proporzionali rispetto alle cifre messe inizialmente in gioco. La maggior domanda spinge le aziende ad assumere, aumentano consumi e investimenti, parte un circolo virtuoso che si autoalimenta.
Avremmo per esempio:
6% in più di deficit / PIL (a parità di condizioni) 8% di recupero del PIL (non immediatamente, diciamo distribuito nell’arco di 24 mesi) 3% (almeno) di maggiori incassi fiscali 6% meno 3% = 3% in più di deficit / PIL (al netto del recupero fiscale). E anche un rapporto debito pubblico / PIL inferiore, grazie al recupero del denominatore. Un 6% in più tra spesa e minori imposte significa oltre 90 miliardi, da distribuirsi tra maggior spesa, minori tasse ai privati e sgravio del carico fiscale e contributivo che pesa attualmente sui costi di lavoro sostenuti dalle aziende. Una ripartizione 30-30-30 potrebbe essere grosso modo quella da adottare. La quota che andrebbe a beneficio delle aziende le renderebbe automaticamente più competitive nei confronti della concorrenza estera ed eviterebbe quindi che l’incremento di domanda e di PIL produca uno squilibrio della bilancia commerciale. Bilancia commerciale che attualmente è grosso modo in pareggio, e l’obiettivo è che tale rimanga. A chi ha “metabolizzato” i dettagli del progetto CCF, risulterà chiaro che questa ne è una riedizione su scala più contenuta (ma comunque significativa) e attuata senza introdurre un nuovo strumento monetario, bensì semplicemente sforando i parametri di Maastricht. Confido in Renzi perché faccia questo ? non confido in niente, mi limito a sintetizzare i dati del problema e a indicare un possibile percorso di soluzione. Il progetto CCF diventa superfluo ? al contrario, la chiave per sbloccare la situazione con la UE potrebbe proprio essere indicare che è possibile realizzarlo. E che quindi è inutile pretendere di impedire qualcosa che l’Italia è COMUNQUE in grado di attuare per altre vie… |
NEW YORK (WSI) - Un ribasso forte, ordinato, ma senza ripensamenti. Dopo avere archiviato con gennaio il peggiore mese dal maggio 2012, Wall Street inizia la settimana e il mese di febbraio in profondo rosso: il Dow Jones in perdita di oltre 300 punti sotto la soglia dei 15.500 punti. Per il Nasdaq si tratta del peggior calo dal novembre 2011. Oltre alla paura sul rallentamento dell'economia cinese, gli investitori incassano il dato peggiore delle attese dell'Ism manifatturiero, che ha gettato nuove ombre sullo stato della ripresa economica negli Stati Uniti. |
Correzione in atto sui principali indici mondiali , la cavalcata delle borse occidentali è stata fermata da un forte sell-off sui mercati emergenti colpiti sia da ragioni esterne (tapering della Federal Reserve, rallentamento dell’economia cinese) che da motivi interni quali instabilità politica e tensioni sociali. mentre L’andamento dei titoli di stato vede un ritorno degli acquisti sul Bund al 1,6590% e il tresaury al 2,65%, Prudenza ma i mercati occidentali nel medio permangono impostati al rialzo.
Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :
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Inviato da: cassetta2
il 19/04/2023 alle 17:44
Inviato da: cassetta2
il 29/03/2020 alle 14:46
Inviato da: cassetta2
il 22/10/2019 alle 10:50
Inviato da: Lucky340
il 11/10/2019 alle 21:32
Inviato da: Lucky340
il 01/06/2018 alle 10:05