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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi di Febbraio 2014

Chicago Fed National Activity Index-Aggiornamento mensile(Gennaio_2014)

Post n°1669 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) è un indice mensile progettato per misurare l'attività economica globale e le relative pressioni inflazionistiche. Il valore zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al ritmo storico di crescita, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media; e i valori positivi indicano una crescita superiore alla media. Si tratta di un indice composto di 85 indicatori mensili come spiegato in questo file PDF  sul sito della Fed di Chicago. L'indice è costruito in modo che la media storica dell'indice è pari a zero.

l'indicatore di per sé (CFNAI), è abbastanza rumoroso, mentre   la media mobile a 3 mesi (CFNAI-MA3), è più utile a mostrare variazioni.

"Indece mostra una crescita economica rallentata nel mese di gennaio": questo è il titolo per il rilascio di oggi di Activity Index Nazionale del Chicago Fed, e qui sono i paragrafi di apertura dal rapporto:


Guidati dal calo degli indicatori legati alla produzione, il Chicago Fed Activity Index USA (CFNAI) è sceso a -0,39 nel mese di gennaio dallo -0.03 nel mese di dicembre. Due delle quattro grandi categorie di indicatori che compongono l'indice  sono  diminuite da dicembre, e due delle quattro categorie  hanno reso contributi negativi all'indice nel mese di gennaio.

La Media mobile a tre mesi dell'indice, CFNAI-MA3, è scesa  a 0,10 nel mese di gennaio dallo  0,26 nel mese di dicembre, segnando la sua  quinta consecutiva lettura sopra lo zero.CFNAI-MA3  di Gennaio suggerisce che la crescita dell'attività economica nazionale  è stata al di sopra della trend storico.  La crescita economica riflessa  in questo livello del CFNAI-MA3 suggerisce pressioni inflazionistiche limitate nel prossimo anno.


 La  Fed di Chicago, spiega:

"Quando la MA3 si muove sotto  il valore di  -0,70 dopo un periodo di espansione economica, vi è una crescente probabilità che la recessione è iniziata. Al contrario, quando il valore si sposta  sopra -0,70 dopo un periodo di contrazione economica,  vi è la probabilità crescente che la recessione è finita ".Un incrocio sotto  il livello  -0,7 ha indicato storicamente  entro un mese o due l' inizio di recessione. Un incrocio  sopra il livello ha indicato la fine  della recessione  entro  2-4 mesi. 

Il prossimo dato sul Chicago Fed Activity Index  è previsto per il 24 marzo 2014

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da http://www.dshort.com/

Questo grafico mostra il Chicago Fed National Activity Index (media mobile a tre mesi) dal 1967. Secondo la Fed di Chicago: un valore pari a zero per l'indice indica che l'economia nazionale si sta espandendo al suo tasso tendenziale di crescita storica, i valori negativi indicano una crescita inferiore alla media, e valori positivi indicano una crescita superiore alla media.

 

 

 

 
 
 

SuperIndice_USA(LEI) in rialzo a Gennaio

Post n°1668 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Il Conference Board Leading Economic Index ® il (LEI) per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,3 per cento nel mese di  gennaio   a 99,5 (2004 = 100), a seguito di nwssun cambiamento   in  dicembre e ad un aumento dello 0,9    per cento nel mese di novembre.

"L'aumento del Leading Economic Index riflette un'economia che si sta espandendo moderatamente, anche se il ritmo è un po 'frenato da persistente e grave maltempo in molte parti del paese", ha detto l'economista Ken Goldstein. "Se l'economia sta  passando  ad un incremento  più veloce nel 2014 rispetto allo scorso anno, la domanda dei consumatori e, soprattutto, gli investimenti dovranno  significativamente cambiare dalle loro tendenze attuali.

L'uscita dei  prossimi  dati  è prevista per  giovedi  20 marzo 2014.

   ^^^^^^^

il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti  poichè:

a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata  come ci dimostra  Northern Trust nel  grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi.

b)  la relazione  tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta ,  risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo  del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura .

pertanto noi  continuiamo ad  usare le indicazioni fornite dai  Leading Indicator per  riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento!

i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora :

Average weekly hours, manufacturing

 

Average weekly initial claims for unemployment insurance

 

Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials

 

ISM Index of New Orders

 

Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders

 

Building permits, new private housing units

 

Stock prices, 500 common stocks

 

Leading Credit Index™

 

Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds

 

Average consumer expectations for business and economic conditions

 


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Il futuro del governo Renzi

Post n°1667 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

In questo momento non ho opinioni in merito alla riuscita del tentativo di Renzi. Né a che cosa abbia intenzione di fare nel caso in cui diventi il prossimo capo del governo.
Molto chiaro è, comunque, che il suo successo come eventuale premier dipende solo da una cosa. Dalla capacità di produrre una reale e significativa ripresa dell’economia.
Altrettanto chiaro è che c’è un sistema rapido e sicuro per ottenere questo risultato. Sforare in misura significativa i vincoli attualmente imposti dagli accordi assunti in sede UE.
Immaginiamo per esempio che il governo Renzi decida di innalzare dal 3% al 6% il rapporto deficit pubblico / PIL (ricordo che il 6% sarebbe un livello comunque inferiore a quello raggiunto nel 2013 da Spagna e Irlanda, paesi che di recente sono stati definiti come “più avanti dell’Italia” sulla strada delle “riforme”).
In realtà tre punti in più di deficit equivalgono non a tre ma a circa sei punti d’incremento del saldo netto (a parità di condizioni) tra spesa pubblica e tasse.
L’azione espansiva consentita da questo incremento innalza, infatti, il PIL e quindi le entrate fiscali, producendo un automatico recupero di una parte del maggior deficit.
Inoltre, nelle condizioni attuale (domanda estremamente depressa rispetto alle capacità produttive dell’economia italiana) l’azione espansiva ha effetti più che proporzionali rispetto alle cifre messe inizialmente in gioco. La maggior domanda spinge le aziende ad assumere, aumentano consumi e investimenti, parte un circolo virtuoso che si autoalimenta.

 

Avremmo per esempio:

 

6% in più di deficit / PIL (a parità di condizioni)
8% di recupero del PIL (non immediatamente, diciamo distribuito nell’arco di 24 mesi)
3% (almeno) di maggiori incassi fiscali
6% meno 3% = 3% in più di deficit / PIL (al netto del recupero fiscale).
E anche un rapporto debito pubblico / PIL inferiore, grazie al recupero del denominatore.
Un 6% in più tra spesa e minori imposte significa oltre 90 miliardi, da distribuirsi tra maggior spesa, minori tasse ai privati e sgravio del carico fiscale e contributivo che pesa attualmente sui costi di lavoro sostenuti dalle aziende. Una ripartizione 30-30-30 potrebbe essere grosso modo quella da adottare. La quota che andrebbe a beneficio delle aziende le renderebbe automaticamente più competitive nei confronti della concorrenza estera ed eviterebbe quindi che l’incremento di domanda e di PIL produca uno squilibrio della bilancia commerciale. Bilancia commerciale che attualmente è grosso modo in pareggio, e l’obiettivo è che tale rimanga.
A chi ha “metabolizzato” i dettagli del progetto CCF, risulterà chiaro che questa ne è una riedizione su scala più contenuta (ma comunque significativa) e attuata senza introdurre un nuovo strumento monetario, bensì semplicemente sforando i parametri di Maastricht.
Confido in Renzi perché faccia questo ? non confido in niente, mi limito a sintetizzare i dati del problema e a indicare un possibile percorso di soluzione.

Il progetto CCF diventa superfluo ? al contrario, la chiave per sbloccare la situazione con la UE potrebbe proprio essere indicare che è possibile realizzarlo. E che quindi è inutile pretendere di impedire qualcosa che l’Italia è COMUNQUE in grado di attuare per altre vie…

Marco Cattaneo

 
 
 

Alert correzione a Wall Street, Dow -2,08%

Post n°1666 pubblicato il 04 Febbraio 2014 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

NEW YORK (WSI) - Un ribasso forte, ordinato, ma senza ripensamenti. Dopo avere archiviato con gennaio il peggiore mese dal maggio 2012, Wall Street inizia la settimana e il mese di febbraio in profondo rosso: il Dow Jones in perdita di oltre 300 punti sotto la soglia dei 15.500 punti. Per il Nasdaq si tratta del peggior calo dal novembre 2011. Oltre alla paura sul rallentamento dell'economia cinese, gli investitori incassano il dato peggiore delle attese dell'Ism manifatturiero, che ha gettato nuove ombre sullo stato della ripresa economica negli Stati Uniti.

A fine seduta, il Dow Jones segna un calo del 2,08% (-326 punti) a 15.373 punti, il Nasdaq perde il 2,6% (-101 punti) a 3.997 punti, mentre lo S&P 500 fa -2,28% (-41 punti) a 1.742 punti.

L'indice S&P 500 e' sceso sotto il livello chiave della resistenza di quota 1775. Gli analisti tecnici sostengono che una chiusura al di sotto - come e' avvenuto - scatenerebbe ulteriori ribassi da parte dei programmi computerizzati funzionanti con algortimi, a cui oggi fa capo il 40% delle transazioni sul mercato azionario americano.

Il Dow Jones Industrial Average e' sceso sotto la media mobile a 200 giorni, a parte il fatto che statisticamente il calo di oggi rappresenta il settimo ribasso a tripla cifra dell'anno.

Per il Nasdaq Composite la perdita di -2.61% e' il peggior decremento dall'1 giugno 2012. L'indice delle small cap Russell 2000 ha perso perfino di piu' con -3.21% a quota 1,095.51, in ribasso -7.3% dal picco, quindi ad appena 2,7% dalla zona correzione, di solito definita tale quando un'indice perde -10% da un precedente top.

Sul fronte macro, a gennaio l'indice Ism manifatturiero negli Stati Uniti e' calato a 51,3 punti, nettamente sotto le attese degli analisti (che arrivano invece a 56 punti). Il dato e' in flessione rispetto a dicembre, quando si era attestato a 56,5 punti. Notizie negative anche sul fronte immobiliare: a dicembre crescono in misura inferiore alle previsioni le spese per costruzioni. Secondo le statistiche diffuse dal dipartimento del Commercio, nell'ultimo mese dell'anno l'incremento e' stato dello 0,1% rispetto al mese precedente. Gli analisti si aspettavano +0,2%. Rivisto al ribasso il dato di novembre: la lettura preliminare indicava una crescita dell'1%, mentre la correzione porta la variazione a +0,8%.

Oggi Janet Yellen ha giurato come nuovo governatore della Federal Reserve. Intanto venerdi' scorso gli Stati Uniti hanno raggiunto il tetto al debito ma il Tesoro adottera' misure per permettere al Paese di onorare i propri impegni con i creditori fino almeno a fine mese mentre il Congresso deve decidere entro una settimana se alzare il tetto stesso.

La settimana che sarà scandita dal report occupazionale settimanale si apre dunque all'insegna dell'incertezza. Allacciate le cinture, dicono gli analisti, perché in febbraio la Volatilità dei mercati resterà sui livelli elevati visti in gennaio.

In gennaio l'indice allargato Standard & Poor’s 500 ha registrato la perdita più pesante nel primo mese dell'anno dal 2010. Tuttavia, molti rimangono fiduciosi che i problemi di gennaio non sconfinino nel resto del 2014. Anzi, molti leggono la flessione del mese come sano, alla luce dei forti rialzi dello scorso anno.

Nel mese di gennaio, il Dow Jones è sceso del 5,3 per cento, il peggior inizio di un anno dal 2009. Lo Standard & Poor 500 indice azionario ha segnato un calo del 3,6 per cento, mentre il Nasdaq ha subito una flessione del 2 per cento.

"La gente guarda le valutazioni del mercato azionario di inizio anno con un certo grado di nervosismo," ha detto David Kelly, strategist di mercato alla JP Morgan Funds. "Una correzione sarebbe probabilmente salutare per il mercato."

A influire negativamente sono stati il caos nei mercati in via di Sviluppo e le notizie di una riduzione del programma straordinario di stimolo monetario della Fed, la cui portata di acquisti di titoli di Stato si è abbassata a 65 miliardi di dollari al mese. La banca centrale ha apportarto il secondo ridimensionamento di 10 miliardi in altrettanti mesi.

Come spesso accade, nonostante i miglioramenti riscontrati in Usa, Regno Unito e Germania, i mercati sono improntati al futuro, piuttosto che al presente, come spiega bene a Bloomberg John Haynes, head of research di Investec Wealth & Investment a Londra.

"Le economie dei paesi industrializzati si stanno riprendento, ma i mercati azionari già scontavano un simile scenario". "Sarà una corsa piena di insidie e alti e bassi, ma alla fine riteniamo che a propendere saranno i rialzi, non i ribassi".

da Wallstreetitalia

 
 
 

Analisi Intermarket settimanale al 01/02/2014

Post n°1665 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Correzione in atto sui principali indici mondiali , la cavalcata delle borse occidentali è stata fermata da un forte sell-off sui mercati emergenti colpiti sia da ragioni esterne (tapering della Federal Reserve, rallentamento dell’economia cinese) che da motivi interni quali instabilità politica e tensioni sociali. mentre L’andamento dei titoli di stato vede un ritorno degli acquisti sul  Bund  al   1,6590e il tresaury al  2,65%, Prudenza ma i mercati occidentali nel medio permangono impostati al rialzo.


Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  La curva dei rendimenti non è invertita. Nel caso in cui i tassi di interesse a breve termine sono più elevati rispetto ai tassi a lungo termine, fa presagire male per l'economia (intesa come azioni e obbligazioni).Uno dei modelli più potenti per predire la recessione  nel'anno successivo è lo scarto della  curva dei rendimenti tra il T-Note a 10 anni e il T-bond  a 3 mesi.  I risultati di uno studio della Federal Reserve (Estrella e Mishkin) per il periodo 1960-1995  ha collegato il valore dello spread in punti percentuali alla probabilità di recessione. Un margine positivo (con valori compresi tra 1,21-0,02)  è collegato con probabilità del 5% al 25%. Una volta che lo scarto gira negativo, le probabilità vanno dal 30% ad una lettura di -0,17, al 70% a -1,46, 80% a -1,85 e il 90% a -2,40. Ora siamo a 2,63.

 

  •  IL LEI del conference Board , in frazionale aumento da indicazioni per una buona espansione del PIL USA anche nel 2014  al  3% circa.
  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito dagli operatori USA per l'acquisto di azioni e altre attività finanziarie, è in  crescita anche a dicembre  a 444.931 miliardi di dollari dai 423.703  di novembre. Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso.I dati attuali al momento non preannunciano una inversione del ciclo.

Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :

  • IL mio TS "Trend_Hunter"timeframe daily, ottimo per prendere posizione nel mercato con ottica di medio_lungo termine, sulle principali borse mondiali vede  una situazione   sempre  rialzista sulle borse occidentali  con i  BRIC , gli emergenti e le commodities  sempre in affanno (grafico allegato).
  • Il TS su  timeframe orari sui futures  (Speed_Hunter) conferma il LONG sui principali indici occidentali (con il nikkey ora Short)malgrado la correzione in atto ma con l'oro vicino all'inversione   e il greggio LONG  insieme al Bund .  .
  • l’andamento dell’Up-Down Volume al NYSE a 20,62  in termini di media a 250 giorni conferma il LONG ($NYUD), il dato differenziale risulta positivo  dalla fine   di luglio 2012. Da allora, non è mai tornato sotto la linea dello zero,"ossia se i compratori prevalgono sui venditori, il mercato sale, punto. Inutile agitare spauracchi se vi è prevalenza di Up Volume, non ci sarà motivo di temere_Gaetano Evangelista".
 

 
 
 
 
 

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