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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi agisce a proprio rischio e pericolo.
Messaggi di Aprile 2014
«Basta euro. Come uscire dall’incubo, 31 domande e 31 risposte, la verità che nessuno ti dice” è il titolo del volumetto curato dal professor Claudio Borghi Aquilini con postfazione di Matteo Salvini, liberamente scaricabile dal sito www.bastaeuro.org. Anche noi sulla scia della Padania, il giornale leghista, preseguiamo nella pubblicazione delle domande e risposte contenute nel libretto del prof. Borghi.
19)Se calassero anche i prezzi insieme agli stipendi non sarebbe una soluzione?
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Non è la prima volta che ne parlo, ma chiarire gli equivoci non è mai tempo sprecato. In merito alla Riforma Morbida, al progetto Certificati di Credito Fiscale: non è una via “violenta”, deflagrante come sarebbe il break-up dell’euro. Ma questo NON SIGNIFICA ASSOLUTAMENTE che l’Italia dovrebbe negoziare, né chiedere permessi o autorizzazioni a qualcuno, prima di intraprenderla. NON rileva che cosa ne pensa Bruxelles o che cosa ne pensa Berlino. Anche perché qual è l’alternativa ? forse che il break-up lo attueremmo “previa autorizzazione o consenso” di Bruxelles o di Berlino ? La Riforma Morbida è morbida perché evita le complicazioni e i possibile danni collaterali del break-up, ma va attuata PER DECISIONE UNILATERALE dell’Italia (e di qualsiasi altro paese dell’attuale Eurozona che la intraprenderà). Alle autorità UE ci si limiterà a dire (DOPO aver introdotto i CCF, e per educazione, non perché sia dovuto) quanto segue. “Cari amici, l’architettura dell’Eurozona – MES, Fiscal Compact, unione bancaria, six pack, il limite 3% deficit pubblico / PIL) – ha una finalità: evitare il rischio di tensioni e di default sui debiti pubblici dei vari stati, che mettano in difficoltà i sistemi bancari dei singoli paesi e richiedano l’intervento dei partner UE per evitare crisi finanziarie. Bene. La finalità è condivisibile. Ma i mezzi utilizzati non funzionano. Le politiche di austerità imposte agli stati in difficoltà hanno penalizzato PIL e occupazione e PEGGIORATO, non migliorato, i dati di finanza pubblica. E’ inutile dire che il keynesismo non funziona: il keynesismo si è rivelato totalmente corretto. I Certificati di Credito Fiscale sono uno strumento finanziario CHE NON COMPORTA ALCUN RISCHIO DI DEFAULT (perché lo stato italiano non assume impegni di rimborso ma solo di accettazione dei CCF a fronte di imposte o altri impegni finanziari futuri nei suoi confronti). I partner UE non hanno ASSOLUTAMENTE TITOLO A DIRE NULLA al riguardo. Si tratta di modalità di gestione INTERNE all’economia italiana. Manteniamo pure in essere, se volete, i limiti deficit pubblico / PIL e gli impegni di riduzione del debito pubblico (sempre in rapporto al PIL) previsti dal fiscal compact. Ma questi parametri possono essere interpretati SOLO COME RIFERITI a deficit e debito IN EURO. I CCF non entrano nel computo, perché non sono debito e perché (di conseguenza) NON ESISTE UN RISCHIO DI DEFAULT SUI CCF. La Riforma Morbida non solo è compatibile con i limiti di bilancio concordati con i partner dell’Eurozona ma in realtà è la VIA PER RISPETTARLI. Se tutto questo vi convince (come dovrebbe) cari partner UE, bene. Ma noi su questa strada GIA’ CI SIAMO INCAMMINATI.” |
L’Italia ha necessità di riprendere possesso della sua sovranità monetaria per tre motivi precisi, tra di loro collegati. Immettere nell’economia reale risorse finanziarie che stimolino la domanda, in modo da riassorbire la disoccupazione prodotta dalla crisi economica: quindi incrementare il saldo netto tra spesa pubblica e carico fiscale, incrementando la prima e/o diminuendo il secondo. Rispettare il vincolo di equilibrio nei saldi commerciali esteri, in modo che non si crei uno sbilancio strutturale e sistematico tra importazioni ed esportazioni. Finanziare questa immissione di risorse mediante moneta sovrana, cioè mediante attività finanziarie che lo Stato possa liberamente creare nella quantità necessaria per raggiungere gli obiettivi di cui sopra, SENZA condizionamenti esterni (ivi inclusa la necessità di indebitarsi con entità private e/o straniere). Per soddisfare questi obiettivi NON è necessario ridenominare, da euro in una nuova moneta, i contratti e i rapporti giuridico-finanziari in essere. NON è neanche necessario sostituire l’euro con una nuova moneta svalutata. Può essere emessa una forma di moneta nazionale, accettata dallo Stato italiano a soddisfacimento delle obbligazioni finanziarie nei suoi confronti (in primo luogo le imposte), e attribuita a cittadini e imprese nella misura necessaria. NON è indispensabile che questa forma di moneta nazionale circoli sotto forma di banconote e monete metalliche. Si può trattare di titoli, quali i Certificati di Credito Fiscale. NON è indispensabile alcuna forma di svalutazione. La svalutazione è una modalità per migliorare il costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) delle aziende italiane, evitando che lo stimolo alla domanda necessario a riportare l’economia nazionale in condizioni ottimali, in primo luogo sul piano dell’occupazione, squilibri i saldi commerciali esteri. MA lo stesso risultato può essere ottenuto utilizzando una parte delle assegnazioni di CCF per ridurre il carico fiscale che grava sulle aziende italiane. Identificare il ripristino della sovranità monetaria nazionale con la combinazione break-up dell’euro + svalutazione è UN ERRORE. Non è l’unica via e non è nemmeno la più efficiente. La sua applicazione comporterebbe parecchie difficoltà (turbolenze sui mercati bancari e finanziari, contenziosi giuridici, necessità – in pratica molto difficile da realizzare – di operare in totale segretezza nell’imminenza dell’operazione). Non è impossibile ma le difficoltà sono decisamente elevate. L’Italia ha la possibilità di riprendere possesso della sua sovranità monetaria, e di attuare politiche macroeconomiche che producano il completo superamento della crisi, ANCHE continuando a utilizzare l’euro come moneta corrente e come moneta di conto, e senza attuare nessun tipo di cambiamento forzato in alcun rapporto contrattuale o finanziario attualmente in essere. |
Il Conference Board Leading Economic Index ® il (LEI) per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,8 per cento nel mese di marzo a 100,9 (2004 = 100), dopo un aumento dello 0,5 nel mese di febbraio e un aumento dello 0,2 in gennaio . "Il LEI è salito bruscamente di nuovo, è il terzo aumento mensile consecutivo", ha detto Ataman Ozyildirim economista presso il Conference Board. "Dopo una pausa invernale, gli indicatori principali stanno guadagnando slancio e la crescita economica sta guadagnando trazione. Mentre i miglioramenti sono stati generalizzati, gli indicatori del mercato del lavoro e lo scarto del tasso di interesse hanno in gran parte guidato l'aumento marzo, compensando il contributo negativo de permessi di costruzione. E, per la prima volta in molti mesi, le prospettive dei consumatori sono molto meno negative. " L'uscita dei prossimi dati è prevista per giovedi 22 maggio 2014. ^^^^^^^ il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti poichè: a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata come ci dimostra Northern Trust nel grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi. b) la relazione tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta , risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura . pertanto noi continuiamo ad usare le indicazioni fornite dai Leading Indicator per riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento! i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora : Average weekly hours, manufacturing Average weekly initial claims for unemployment insurance Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials ISM Index of New Orders Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders Building permits, new private housing units Stock prices, 500 common stocks Leading Credit Index™ Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds Average consumer expectations for business and economic conditions
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«Basta euro. Come uscire dall’incubo, 31 domande e 31 risposte, la verità che nessuno ti dice” è il titolo del volumetto curato dal professor Claudio Borghi Aquilini con postfazione di Matteo Salvini, liberamente scaricabile dal sito www.bastaeuro.org. Anche noi sulla scia della Padania, il giornale leghista, preseguiamo nella pubblicazione delle domande e risposte contenute nel libretto del prof. Borghi.
17)Perché l’Euro danneggia in particolare l’Italia e soprattutto il Nord?
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«Basta euro. Come uscire dall’incubo, 31 domande e 31 risposte, la verità che nessuno ti dice” è il titolo del volumetto curato dal professor Claudio Borghi Aquilini con postfazione di Matteo Salvini, liberamente scaricabile dal sito www.bastaeuro.org. Anche noi sulla scia della Padania, il giornale leghista, preseguiamo nella pubblicazione delle domande e risposte contenute nel libretto del prof. Borghi.
14)Se la crisi è scoppiata per lo spread evidentemente il debito pubblico è importante. Non è così? |
Alla borsa di New York cominciano ad aleggiare forti venti di correzione. come dicevamo qualche settimana fa la situazione rimane incerta e densa di pericoli in prospettiva, oggettivamente non si vedono grossi margini per il riazo mentre lo spazio per un eventuale ribasso abbonda e poi la Federal Reserve, pare pronta a eliminare gli stimoli monetari all’economia entro quest’anno e ad alzare i tassi di interesse già nella primavera del 2015, ossiai diversi mesi prima rispetto alle indicazioni precedenti. Quindi ribadiamo prudenza e occhio alla tenuta di questi supporti : Sp500 : 1800 – 1780 Dax 9310-9250 FtseMib 20900 – 20650 -20500 Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:
Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :
Vediamo alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato cosa ci dicono :
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Inviato da: cassetta2
il 19/04/2023 alle 17:44
Inviato da: cassetta2
il 29/03/2020 alle 14:46
Inviato da: cassetta2
il 22/10/2019 alle 10:50
Inviato da: Lucky340
il 11/10/2019 alle 21:32
Inviato da: Lucky340
il 01/06/2018 alle 10:05