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Non intendo sollecitare investimenti.
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Messaggi di Marzo 2016
lunedì 21 marzo 2016 Il trend dell'oro sembra avere le caratteristiche in grado, nel medio/lungo periodo, di dare il via ad una fase costruttiva dei prezzi. Il fattore tecnico che ha dato il maggiore impulso al trend, un classico "Golden Cross" ovvero l?incrocio al rialzo tra la media mobile a 50 periodi e quella a 200 sul grafico prezzi. Il motivo che questo pattern tecnico viene molto utilizzato dagli investitori professionisti. Il metallo giallo non ha avuto la stessa sorte nel 2015, quando nel mese di gennaio il rendimento del Treasury Usa a cinque anni era in media del 1.37%, mentre l'inflazione (esclusi Food & Energy) registrava un tiepido 0,2%. In pratica, era un vento contrario per il metallo prezioso. |
ROMA (WSI) – Se c’è una cosa che Mario Draghi sembra non riesca proprio a fare, in un contesto di guerra valutaria più o meno conclamata, è consentire un deprezzamento duraturo dell’euro. Persino oggi, in quella che verrà sicuramente considerata una riunione storica della Bce, l’euro è riuscito a salire. “Colpa” dello stesso Draghi, che ha affermato, rispondendo alla domanda di un giornalista, che: “partendo dalla prospettiva di oggi e prendendo in considerazione il sostegno alla crescita e all’inflazione che arriverà dalle nostre misure, non anticipiamo che sarà necessario ridurre ulteriormente i tassi “. Improvvisamente, l’euro – colpito subito dopo l’annuncio del bazooka monetario della Bce da ribassi che lo avevano portato a scivolare ben sotto la soglia di $1,09 – è tornato a salire, portandosi anche sopra $1,11, con un guadagno su base percentuale che è stato dell’1% circa, pochi minuti dopo una flessione che era arrivata fino a -1,5%. Certo, rimane il fatto che, almeno fino a oggi, dallo scorso 10 febbraio, sul mercato valutario l’euro ha perso quasi -3% nei confronti del dollaro, confermandosi la valuta peggiore tra quelle più scambiate. E c’è da dire anche che Mario Draghi ha sempre ribattuto come lo scopo della Bce non sia quello di centrare determinati rapporti di cambio. Nella guerra valutaria in corso, se c’è qualcuno che si è tenuto ben distante dal parteciparvi, è stata tra l’altro proprio l’Eurozona, a scapito delle sue esportazioni. La domanda è: Draghi poteva evitare di dire proprio quella frase – secondo cui al momento non viene intravisto il bisogno di procedere a ulteriori tagli dei tassi – e dunque ha fatto una gaffe, o i mercati sono diventati insaziabili? D’altronde quello che è stato annunciato oggi dalla Bce è un piano per molti versi senza precedenti, che si basa su quattro interventi chiave
Draghi ha dunque lanciato un bazooka monetario di tutto rispetto. Ma l’euro alla fine ha guadagnato per la prima volta in tre giorni. Certo, la reazione di altri mercati è stata forte. Subito dopo gli annunci della Bce, i tassi sui bond decennali della Spagna sono crollati fino all’1,37%, al minimo dal 29 aprile dello scorso anno. I tassi dei bond a due anni sono scivolati al minimo record di -0,062%. I tassi decennali dei Bund tedeschi sono scesi di due punti base allo 0,22% – ma avevano ceduto oltre -27% allo 0,1759% circa -, mentre quelli portoghesi sono crollati di 18 punti base al 2,98%. E i tassi sui BTP decennali hanno segnato un tonfo di quasi -11% all’1,25%. Ma già ora la situazione è cambiata. E ora, stando ai dati di Traderlink, i tassi sui BTP si riportano all’1,40% e i tassi sui Bund balzano oltre +15% allo 0,27%. E’ comunque di consolazione il commento di Christopher Vecchio, analista del mercato valutario presso DailyFX. A suo avviso, “queste nuove misure annunciate, con grande probabilità, andranno a ridurre i rischi finanziari di Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, in misura maggiore rispetto alle conseguenze che avranno su altri paesi”. |
Pubblicato il 09 mar 2016 Riposizionamenti in vista Bce, ecco la preview sull’Eur/Usd |
Stamattina, quando mancano due giorni alla riunione della BCE, sarà pubblicata la stima preliminare sul PIL dell’Eurozona del quarto trimestre (dato destagionalizzato). Si prevede che il dato rimanga invariato allo 0,3% t/t e all’1,5% a/a. La crescita dell’Eurozona è indubbiamente molto debole. Riteniamo che un tasso di crescita del PIL così basso non sia sufficiente a innescare pressioni inflazionistiche maggiori. L’IPC dell’Eurozona è sceso in territorio negativo, a gennaio si è attestato al -0,2%. I fondamentali sono in qualche modo allarmanti e la politica monetaria attuale non ha ancora dimostrato la sua efficacia. È chiaro che la BCE abbasserà i tassi sui depositi al -0,4%. Inoltre, siamo convinti che saranno adottati tassi d’interesse negativi, se non questo mese a giugno. Crediamo inoltre che Draghi potrebbe decidere di aumentare l’entità del programma di acquisto di bond, che supererebbe quindi i 60 miliardi di euro al mese. Non ci aspettiamo granché da questa strategia e non crediamo che genererà un’inflazione sufficiente. Questa strategia non si è dimostrata efficace negli USA, né in Giappone, quindi rimaniamo scettici sul potenziale successo che questo genere di politica monetaria potrà avere in Europa. Ricorrere di nuovo a una strategia che non funziona non la farà funzionare. L’unico vincitore sarà l’oro, che ha iniziato l’anno alla grande. |
"I mercati azionari hanno riassorbito la caduta di febbraio e incalzano livelli tecnici significativi. Non c’è dubbio che il meeting della BCE di giovedì prossimo, 10 marzo, sia al centro dell’attenzione, dopo che l’impercettibile passaggio del G20 di Shanghai non ha lasciato tracce evidenti su guide line utili per ridefinire gli scenari che stanno governando i mercati. Il rebus che dovremo decifrare nei prossimi giorni vede nel rapporto eur usd una componente significativa per almeno due ragioni. Innanzitutto benché le politiche monetarie delle due banche centrali siano entrate in opposizione, con la BCE ancora impegnata in azioni accomodanti e la Fed, per quanto adattabile ai tempi, si sia posta su un piano meno assertivo agli stimoli monetari, il rapporto di cambio rimane più correlato all’andamento dei mercati azionari che non ai differenziali di tasso. Per cui ad un rafforzamento dell’euro fa eco un indebolimento dell’equity. La seconda ragione si combina con le prospettive sui fondamentali. Un rialzo dell’euro oltre determinate soglie, toglie effetti all’azione monetaria della Bce rispetto alla competitività delle economie manifatturiere periferiche causando potenziali ripercussioni ancora una volta sul comparto azionario.
Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA :
Vediamo alcuni Trading System cosa ci suggeriscono :
Vediamo ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato cosa suggeriscono : $SPXA200R (indica la percentuale di azioni dello S&P500 che sono sopra alla loro MM a 200) è un indicatore tecnico disponibile sul StockCharts.com che può essere utilizzato per la previsione di entrate prudenti e dei punti di uscita per il mercato azionario mutuato da un analogo sistema di John Carlucci, per ridurre il rumore usiamo un MM a 15 su grafico weekly che indica ora 36,61. Ricordiamo che sopra il 50% siamo in una chiara fase long del mercato se RSI è >50 e con il MACD in cui la la linea nera è sopra la linea rossa, Viceversa, quando SPXA200R scende sotto il 50% e i due indicatori secondari settimanali girano in negativo, questo sistema ci da un segnale per uscire da tutte le posizioni lunghe. Quindi ora questo indicatore composito nella mia caratterizzazione ci dice che il mercato non è tradabile e ci ha dato a suo tempo (da metà settembre 2015) un segnale per uscire da tutte le posizioni lunghe . |
Inviato da: cassetta2
il 19/04/2023 alle 17:44
Inviato da: cassetta2
il 29/03/2020 alle 14:46
Inviato da: cassetta2
il 22/10/2019 alle 10:50
Inviato da: Lucky340
il 11/10/2019 alle 21:32
Inviato da: Lucky340
il 01/06/2018 alle 10:05