Lucky_borsa

finanza, borsa e dintorni

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Novembre 2013 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 11
 

DISCLAIMER

Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi del 14/11/2013

Surplus tedesco: ovvero Pigs contro bari!

Post n°1637 pubblicato il 14 Novembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Il surplus tedesco è stato foraggiato negli anni dai consumatori portoghesi, irlandesi, greci e spagnoli. Mentre a livello globale l’eurozona è diventata più un peso che un fattore di crescita

di Agenor da Sbilanciamoci.info

La vera locomotiva d’Europa nei primi dieci anni di vita dell’unione monetaria sono stati i Pigs, ovvero i consumatori portoghesi, irlandesi, greci, e spagnoli. I consumi di questi paesi, “drogati” dal credito facile, da un flusso senza precedenti di capitali dai paesi con eccesso di risparmio e difetto di consumi, e da livelli esagerati di debito privato, sono stati il vero motore che ha sostenuto paesi come la Germania, in cui la domanda interna veniva repressa e quella estera rimaneva l’unica possibile fonte di crescita.

In un regime di cambi flessibili, questo processo avrebbe rapidamente portato ad un apprezzamento della moneta maggiormente richiesta (quella dei paesi esportatori) ed un deprezzamento della moneta meno richiesta (dei paesi importatori), riequilibrando la situazione. In un regime di cambi fissi, la cui versione estrema è l’unione monetaria, questo ovviamente non è stato possibile.

Il risultato sono i famosi squilibri commerciali interni alla zona euro che adesso si cerca di correggere. Un misto di impotenza politica e di propaganda moralistica, però, impedisce che ciò avvenga. La terminologia usata è importante: chi cresce sulle spalle degli altri, comprimendo la propria domanda e appoggiandosi su quella degli altri, genera un “surplus”, il che ha una connotazione positiva. Ma il mio “surplus” richiede un “deficit” altrui per esistere, soprattutto in un’area valutaria comune in sostanziale pareggio commerciale col resto del mondo.

Da un punto di vista politico, poi, la vera forza dei paesi in “surplus” è di evitare di contribuire al riequilibrio: le nuove regole imposta da Bruxelles sulla sorveglianza macroeconomica prevedono che un deficit commerciale del 4% sul Pil sia un campanello d’allarme, ma nel caso di un surplus non c’è problema se si arriva fino al 6%. Questo era appunto il livello del surplus tedesco secondo le stime per il 2012. I dati reali, invece, ci parlano di un surplus commerciale tedesco del 7%, che in termini assoluti è più alto persino di quello della Cina.

Qual è quindi il deficit corrispondente che finanzia il più grande surplus del mondo? Come detto, dall’inizio dell’unione monetaria la Germania passava gradualmente da una situazione di deficit ad una di surplus, ma visto che la zona euro era in sostanziale pareggio con il resto del mondo, il vero motore che sosteneva questo enorme surplus commerciale diventavano gli altri paesi all’interno dell’area monetaria. I quali, infatti, registravano deficit sempre maggiori. Persino l’Italia, tradizionalmente paese esportatore, dal 2002 va in deficit commerciale.

Da quando le politiche di austerità hanno spento quei motori, l’eurozona ha ripiegato sull’estero: il crollo della domanda interna ha fatto sì che l’unica fonte possibile di crescita diventasse la domanda estera. Da qui la necessità di un surplus commerciale verso il resto del mondo, che si aggira oggi intorno all’1,9% del Pil complessivo dell’eurozona e che secondo il Fmi sarà del 3,3% nei prossimi anni.

Ma cosa vuol dire tutto questo? Semplicemente che a livello globale l’eurozona si appoggia sugli altri, date le sue dimensioni diventa più un peso che un fattore di crescita, esporta prodotti ma anche disoccupazione e drena risorse dalle altre regioni. Non è un caso che il Tesoro americano abbia apertamente accusato la Germania di essere un peso che impedisce la ripresa in Europa e nel mondo intero. Se la zona euro prosegue con la sua politica deflazionista, tenderà ad importare meno, quindi a richiedere meno moneta estera di quanto l’estero domandi euro. Ma siccome il mondo non è un’unione monetaria, i cambi flessibili fanno sì che il valore dell’euro aumenti.

Tutto questo non fa altro che aggravare la situazione dei paesi periferici dell’eurozona. Questi paesi sono stati costretti a politiche deflazioniste per ridurre i salari e diventare più “competitivi”. La mancanza di politiche espansive negli altri paesi dell’eurozona li priva del simmetrico aggiustamento che sarebbe naturale all’interno di un blocco di paesi “amici”, anziché “nemici”. Il valore conseguentemente alto della moneta unica sul mercato internazionale vanifica tutti gli sforzi per essere più competitivi. A cosa serve comprimere di un 15%-20% rispetto all’inizio della crisi i salari reali in Grecia attraverso manovre di lacrime e sangue se poi il valore della moneta greca si apprezza del 20% nei confronti del resto del mondo?

Le speranze sono ben poche, perché è ben poco quello che i singoli governi possono fare, privi di politica monetaria e ormai quasi anche di politica fiscale. Non sembrano quindi esserci segnali che la spirale deflazionistica possa arrestarsi. La Bce cerca di fare il possibile abbassando i tassi allo 0,25%, ma dopo di che c’è solo lo 0%! Siamo in piena trappola della liquidità, una trappola nella quale ci siamo infilati lentamente e per pura decisione politica.

Fonte: sbilanciamoci.info

 
 
 

SuperIndice_USA(LEI) ancora in ascesa a Settembre

Post n°1636 pubblicato il 14 Novembre 2013 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Il Conference Board Leading Economic Index ® (LEI) per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,7 per cento nel mese di settembre a 97,1 (2004 = 100), a seguito di un aumento del 0,7 per cento in agosto, e ad un aumento del 0,4 per cento nel mese di luglio..

 "Il LEI settembre suggerisce  che  che l'economia è in espansione modesta e forse guadagnerà slancio prima dello shutdown governativo", ha detto Ken Goldstein, economista del Conference Board. "Al di là della ricaduta immediata dello shutdown, la sfida più grande è se la relativamente debole  domanda dei consumatori, immobilizzata dalla debole crescita dei salari e dai  bassi livelli di fiducia, si riprenderà durante il tratto finale del 2013 e nel 2014."

L'uscita dei  prossimi  dati  è prevista per  giovedi  27 novembre 2013.

   ^^^^^^^

il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti  poichè:

a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata  come ci dimostra  Northern Trust nel  grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi.

b)  la relazione  tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta ,  risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo  del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura .

pertanto noi  continuiamo ad  usare le indicazioni fornite dai  Leading Indicator per  riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento!

i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora :

Average weekly hours, manufacturing

 

Average weekly initial claims for unemployment insurance

 

Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials

 

ISM Index of New Orders

 

Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders

 

Building permits, new private housing units

 

Stock prices, 500 common stocks

 

Leading Credit Index™

 

Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds

 

Average consumer expectations for business and economic conditions

 


  Click to View

 
 


 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Lucky340
Data di creazione: 04/05/2010
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

gryllo73neveleggiadra0gianni3410prefazione09whiskynsodachildchildcassetta2Miele.Speziato0Desert.69marabertowsuarez65vita.perezfrankostopRobertGordontempestadamore_1967
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963