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Messaggi del 29/07/2016

Sorpresa stress test: bocciate non una ma due italiane

Post n°1954 pubblicato il 29 Luglio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

ROMA (WSI) – Mps, con le sue decine di miliardi di sofferenze iscritte a bilancio, non è l’unico grande istituto italiano che si può considerare bocciato negli stress test condotti dall’Eba, l’autorità bancaria europea. In sette – oltre alla banca senese, la tedesca Commerzbank, l’irlandese AIB, l’inglese Barclays, l’austriaca Raiffeisen Landesbanken, la spagnola Banco Popular e Unicredit – hanno registrato un livello di capitale inferiore al 7,5% in caso di scenario avverso. Deutsche Bank ce l’ha fatta al pelo con un 7,8%, Bank of Ireland con il 7,69% e Societe Generale con l’8,03%. Una menzione speciale va comunque a Mps che ha fatto iscrivere a referto un imbarazzante -2,4%.

Partendo dai dati dichiarati a fine 2015, le autorità hanno calcolato il coefficiente patrimoniale Tier 1 per ogni istituto in due casi distinti: uno avverso in condizioni critiche e l’altro in un contesto “normale”. La bocciatura identificata da Wall Street Italia – Tier 1 sotto il 7,5% in caso di grave crisi fino al 2018 – non significa che verrà automaticamente chiesto un aumento di capitale. I risultati sono disponibili per la consultazione sul sito dell’Eba.

Niente Brexit o tassi negtivi: stress test una farsa

L’Eba non ha comunicato un livello al quale gli stress sono stati superati ma negli esami del 2014 il tasso in condizioni avverse era stato per esempio fissato al 5,5%. Nello scenario avverso quest’anno si è preso in considerazione un calo del 7,1% del Pil, un calo della redditività da interessi e un collasso del mercato immobiliare. C’è chi dice che gli esami sono una farsa: non solo non ci sono bocciate o promosse ufficiali, ma non è stata nemmeno presa in considerazione né la “Brexit” né un periodo prolungato di tassi negativi – in Europa ammontano a migliaia di miliardi.

Mps già sta lavorando a un piano per rafforzare entro novembre la base patrimoniale di fino a 5 miliardi di euro e per smaltire, come richiesto dalla Bce in una lettera, l’intero pacchetto di sofferenze nette, uno dei “cancri” del sistema bancario italiano. La cartolarizzazione prevede l’intervento del fondo Atlante che sottoscriverà la tranche mezzanine per 1,6 miliardi e l’assegnazione ai soci di Mps della tranche junior. Proprio a fine giornata la banca travagliata ha annunciato anche il “deconsolidamento” dal bilancio dell’intero portafoglio di crediti in sofferenza, attraverso la cessione ad un veicolo di cartolarizzazione.

Secondo quanto riporta un comunicato della banca senese, l’operazione avverrà ad un prezzo pari a 9,2 miliardi di euro, ovvero il 33% del valore lordo, e con la successiva assegnazione della tranche junior agli azionisti di della banca stessa. Per il governo Renzi e il settore bancario italiano in difficoltà un bail-in, ovvero il ricorso a obbligazionisti e correntisti per salvare l’istituto sull’orlo del default, è da evitare, dal momento che il 30% dei bond societari bancari sono in mano a famiglie e risparmiatori.

Un altro istituto su cui i fari erano puntati era Deutsche Bank, istituto tedesco che ha appena visto azzerati gli utili trimestrali e che è ampiamente e pericolosamente esposto ai derivati. Ma a sorpresa la banca ha passato gli esami, registrando un 7,8% di Tier 1, lo 0,3% sopra alla soglia minima richiesta.

Sono state passate al setaccio le capacità patrimoniali di 51 banche di 15 paesi diversi, per il 70% degli attivi in Europa, per scoprire se e quali istituti hanno i livelli di capitale sufficienti a resistere in caso di crisi. Tra le italiane,Ubi Banca, Intesa Sanpaolo e Banco Popolare hanno superato gli esami. Le indiscrezioni della vigilia sostenevano che anche Unicredit (7,12%) l’avrebbe spuntata.

Gli stress test sono stati introdotti dopo la crisi finanziaria scoppiata nel 2007-2008 per scongiurare nuove epidemie sistemiche nel sistema finanziario interconnesso dell’Occidente. Rimane da vedere come reagiranno i mercati alla riapertura delle contrattazioni lunedì prossimo.

da http://www.wallstreetitalia.com

 
 
 

Stati Uniti: indicazioni deludenti dal Pil del secondo trimestre, dollaro perde terreno

Post n°1953 pubblicato il 29 Luglio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Indicazioni sotto le stime dall'indice che misura l'incremento del Prodotto interno lordo della prima economia. Il Bureau of Economic Analysis ha annunciato che tra aprile e giugno l'economia statunitense ha messo a segno un incremento, trimestrale annualizzato, dell'1,2%. Il dato è decisamente inferiore al +2,6% stimato dagli analisti. Negativa anche la revisione al ribasso, dall'1,1 allo 0,8%, del dato relativo i primi tre mesi dell'anno. La pubblicazione della seconda stima è prevista per il prossimo 26 agosto. 

Nel secondo trimestre, le spese dei consumatori (che rappresentano due terzi della crescita Usa) hanno segnato un incremento del 4,2% (dall'1,6%) ma gli investimenti delle imprese hanno messo a segno il calo maggiore dal 2009 (-3,2%). -6,1% per gli investimenti nel settore residenziale e le scorte hanno segnato il primo rosso dal 2011. Sopra le stime l'indice dei prezzi, salito dallo 0,5 al 2,2 per cento. 

I dati fanno tornare d'attualità le tensioni sulle ripercussioni della debolezza dell'economia mondiale e sull'impatto della crisi del comparto energetico. Ovviamente una ripresa che procede a un ritmo particolarmente debole è destinata a procrastinare il nuovo incremento dei tassi da parte della Federal Reserve (che mercoledì ha confermato il costo del denaro senza però chiudere a eventuale rialzo nei prossimi mesi). 

Al momento solo il 22 e il 23,7 per cento degli analisti contattati da Bloomberg stima un incremento del costo del denaro nei meeting in calendario il 21 settembre e il 2 novembre. Le probabilità salgono al 38,8% nel caso delle riunioni di dicembre e febbraio 2017.

Future piatti, dollaro si indebolisce
A pochi minuti dall'avvio delle contrattazioni a New York, lieve calo i future sugli indici di Wall Street (-0,26% per il derivato sul Dow Jones, -0,17% per quello sullo S&P, +0,07% nel caso del Nasdaq), sul valutario si assiste a un indebolimento del dollaro (+0,71% a 1,1155$ nel cambio con l'euro, -2,33% a 102,81 per lo usd/jpy) mentre nel comparto delle materie prime l'oro guadagna terreno e si porta a 1.354,3 dollari (+1%). 

da http://www.finanzaonline.com

 
 
 

Banca Giappone annuncia aumento acquisti asset, ma delude attese

Post n°1952 pubblicato il 29 Luglio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

TOKYO (Reuters) - La Banca del Giappone ha annunciato stamane il rafforzamento dello stimolo monetario, con l'incremento da 3.300 a 6.000 miliardi di yen dei propri acquisti annuali di Etf: una mossa di portata tuttavia modesta, che delude le aspettative di molti investitori, che speravano in misure più aggressive.

Al termine del proprio meeting di politica monetaria, l'istituto centrale ha invece mantenuto invariati i target sulla base monetaria a 80.000 miliardi di yen, gli importi degli acquisti delle altre tipologie di asset nonché il livello dei tassi di interesse.

Le decisioni odierne sono state prese dal board con 7 voti favorevoli contro 2.

"La BoJ non ha soddisfatto le aspettative (...), incrementare gli acuisti di Etf non offre nessun contributo al raggiungimento del 2% d'inflazione" commenta l'economista di Mizuho Securities Norio Miyagawa. "La BoJ non lo ammetterà, ma ha raggiunto il limiti del quantitative easing e dei tassi negativi".

La Banca del Giappone -- che nel rapporto trimestrale pubblicato stamane ha sostanzialmente confermato le ottimistiche previsioni sull'inflazione per gli anni fiscali 2017 e 2018 -- ha comunque preannunciato per il prossimo meeting un'ampia valutazione degli effetti delle proprie politiche.

 
 
 
 
 

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