Creato da luigia.giudice il 02/04/2013
 

I giardini di zahaar

E all'improvviso,la poesia sbocciar come un fiore...( E se scrivo è x te... poesia...)

 

 

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E ti ricordo così... di L.G.

Post n°2 pubblicato il 03 Aprile 2013 da luigia.giudice

03/04/2011

Ricordo: Era un mattino di primavera inoltrata di quando i bambini,giocando a rincorrere un pallone, inseguono i sogni... anche il mio li inseguiva, tra frenate e soste, quando si imbattè tra i piedi agili di quell'uomo che lo esortava, schioccando le dita, a levargli il pallone...
Nino,lo marcava stretto,la palla contesa,un tirare di fiati, un tiro mancino,e poi, e poi... il goal...
E l' uomo ed il bambino si fermarono,uno di fronte all' altro,
senza togliersi lo sguardo di dosso...


Il giovane uomo,appena trentenne,era pallido in viso,troppo sporgenti aveva gli occhi e un sorriso buono.
Il bambino in quel momento invece una testa piena di perchè.
Io ,nei paraggi ,da dietro i vetri guardavo la scena e vedevo il piccolo Nino,indicare col dito chiedendo risposte...
ma non capivo bene di preciso cosa, potevo però immaginare le sue domande,dalle mutevoli espressionei del suo viso,ma  percependo nell'altro un leggero imbarazzo, una sottile tensione,decisi di intervenire con discrezione...

Provai gioia,all'uscio,quando li vidi battersi un cinque sul palmo delle mani creando un sodalizio..
Nino,come tutti i bambini,era calamitato dalla sua voglia di sapere,dal conoscere la vita in tutte le sue sfere...


Aveva tanti perchè nelle sue tasche Nino,e tante domande,ancora,senza risposte,ma questa è una altra storia...
ma andiamo avanti...
Conoscevo il piccolo leoncino e la sua maniera di rotolare i suoi perchè, pur se garbato, andava d' istinto un pò tanto,a volte,come me.

L'uomo,che chiameremo:Albert,si era accorto della mia inquietudine e con un gesto d'intesa  mi volle tranquillizzare... gli
annuì un grazie, con un sorriso,così,da lontano...


Nino,mi scorse e mi corse incontro,trafelato di novità e di sano sudore,stava quasi per accennarmi qualcosa inerente a quell'uomo ma lo prevenni in contropiede e per un innato senso del privato e del pudore,lo invitai a non esporlo ,a meno che non fosse una cosa
grave,così seria,da mettere in pericolo la sua e altrui vita o dignità umana e, quella non va tolta a nessuno...


Era ben visibile la malattia di quell'uomo e il suo soffrire e ciò mi avrebbe procurato maggiore pena se ad aumentare le sue afflizioni fossimo stati anche noi fautori,mi scusai con Albert se questo fosse involontariamente accaduto...

No... no,mi rispose,stai serena,non è successo nulla di tutto questo,anzi ti dirò...e rivolgendosi a Nino,disse: Vedi,caro Nino,so bene di esser divenuto un fenomeno da baraccone, un oggetto di curiosità per tanti...
ma come hai visto,non ho nulla da rimproverarti,non mi hai deriso anzi... gli disse,scompigliandogli i capelli...
avrei fatto la stessa cosa anch' io al posto tuo, Ninì...
ti avrei fissato con curiosità benevola anch' io,a fronte dei tuoi anni,se mi fossi imbattuto in un tipo come me...
e ti avrei fatto le medesime domande... tacque,lo sentii stanco e gli porsi un bicchiere di thè fresco... lo bevve a grandi sorsi..
poi ci appoggiammo,tutti e tre,al muretto delle zagare fiorite. Ascolta,mi disse,ti voglio far vedere una cosa,e trafugando tra le tasche dei pantaloni,usci fuori il portafoglio e traendo da esso una foto,diceva:
Ecco,vedi,non ci crederai,ma questo ero proprio io pochi anni fa,prima che il brutto male mi prendesse al laccio...
è inverosimile di come la vita di ognuno,possa cambiare da un giorno all altro,sia in bene che in male e in maniera repentina travolgere le nostre aspettative individuali o collettive e dobbiamo essere preparati;
La pensavo anche io così,gli risposi,commentando le sue sagge parole,pagate a caro prezzo,sulla sua pelle...
Alberto,nel parlare,ci fissava negli occhi,e quando mi fissava,i suoi mi entravano dentro, turbandomi l anima...

Aveva un modo garbato di porsi ma profondo,la sua voce usciva pacata,chiara come le tenere onde del mare a lambire le rive... L'avrei ascoltato per ore ed ore senza stancarmi,
ma fui presa da tristezza profonda e mi allontanai turbata da così tanta forza d 'animo;
Li lasciai soli a parlare per una manciata di minuti...

Ritornata, li trovai immersi in un denso silenzio,con gli sguardi fissi al suolo...
Sentendo i miei passi,Albert,riprese a parlare a monosillabe...

No... non era così,prima che il male mi colpisse. Vedete questa cicatrice? abbassando il capo...
Vedi? E' iniziato da lì ,il suo naufragio ,indicando lui nella foto... e diceva questo parlando in maniera distaccata di sè stesso... Vedi com'era sano e forte? E anche bellissimo aggiunse Nino, sottovoce...
fulgida luce aveva negli occhi,pienezza di vita era in lui,prima che lo scossor
delle anomale onde lo travolgessero senza più scampo... castani e folti i suoi capelli,
amava lo studio,lo sport,il calcio... e correre,e saltare,e ridere..cantare..amare... sognare....
sognare...sognare... tacque....


Di pietra io ero... di pietra; anche il piccolo Nino, non fiatava...
presa... colpita... lontano scagliata, guardavo la foto e vedevo il sole...
guardavo albert, era la notte,nella sua perfezione...
era anima nuda, rimasta intatta nella sua bellezza,incastonata nel suo amaro dolce sorriso...
Una morsa al cuore... sbandai... appoggiai la schiena al muro e io... io non sapevo cosa dire...
e tacqui,pur io.
Ma il cuore parla da solo,da speranze future...
ma lui si fece serio..consapevole del suo stato...
non si dava speranze al presente, cercava pace...
ebbe un attimo di smarrimento,poi disse:
Son stato bene... io vado...
breve è il tempo...
fugace la vita... io vado... è quasi estate e canta la vita... il suo corso continua...
io vado... il mare mi attende, voglio andare lì e ascoltare il canto, il canto del mare,colorarmi di cielo e di quiete, tra le calendule gialle... tra le barche ormeggiate mi perderò d immenso,prima che giunga la notte più scura,il freddo giaciglio,mi perderò d immenso... tacque.

Chiusi gli occhi, bruciavano forti, presi le sue mani tra le mie e le baciai...
e sussurrando gli dissi: il mar che lenisce t' aspetta... vai,uomo, non ti trattengo,vai uomo...


La zagara emanava un profumo inebriante facendo da contrasto a quel clima impietrito...

Riaprii gli occhi,la sua esile figura si allontanava lenta,lenta, per offuscarsi poi tra luci ed ombre...
Poi prima di sparire,scintillò tra il riverbero del sole,perchè la vita continua il suo corso...
Nino si appoggiò triste sul mio braccio,taceva...
cercai i suoi occhi,li baciai... si,amore,vedi quel pallone:siamo noi. La vita,a volte
gioca brutti tiri,come nel gioco del calcio,ogni tanto si va in autogoal... e si esce sconfitti...
ma non sempre va così...no? Lo sai bene amore... non ci si deve arrendere...

ma andare avanti anche fossimo in contropiede. Lo strinsi forte a me e mi sorrise triste...


Albert era già lontano e stringerlo avrei voluto forte sul mio petto come un figlio,
accarezzargli la testa ora sua nuda,baciare quegli occhi senza più luce,
quegli occhi così tristi e profondi, il suo sorriso buono...

Lo cercai ancora dentro e fuori del mio tempo ma senza trovarlo...
lo intravidi tra i sogni,una,due volte ma da molto lontano...
andava nel mare, veniva e riandava  sorridendomi mite...

Poi ,ricordo,un giorno di fine estate notai un capannello di ragazzi con un
giornale in mano,bisbigliavano piano un nome al passato...
col cuore in gola mi accostai a loro, guardi,signora,il nostro Prof. com'era bello... !
Era Lui... era Albert ,era Albert...

E ti ricordo così... tu, anima bella tra le calendule gialle...
Di :   Luigia Giudice a.v. Grazie...

Commenti al Post:
luigia.giudice
luigia.giudice il 06/04/13 alle 20:40 via WEB
Autore:Luigia Giudice
 
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