Creato da luigi655 il 20/01/2008

Mistero

Parenti che vengono a trovarci, visioni, spiriti senza pace o semplici illusioni?,e misteri del tempo!!!!!!!!!!

 

 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da luigi655
 


Il Fantasma di Caterina Sforza

a cura di Maxim79 & Vale

     

Circa tre anni fà sentii parlare del Castello di Dozza e dei sui “fantasmi“ da una sensitiva di Bologna che, svariate volte recatasi sul luogo, percepiva delle presenze. Incuriosito dal racconto di questa signora, incominciai a fare ricerche in giro, ed a chiedere ad altri sensitivi se conoscevano il luogo e se percepivano qualche cosa. Scoprii con molto stupore che tutti percepivano delle presenze all’interno di questo castello. Incominciarono le ricerche: visitai il castello svariate volte senza notare nulla di strano, e soprattutto senza riscontrare una “leggenda che parlasse di fantasmi” dal personale del castello. Fino a quando un giorno….Decisi di visitare nuovamente il castello a seguito di una sensitiva che già in passato mi aiutò in diversi casi. Girammo tutto il castello e scattai foto in punti particolari da lei indicati. Mia sorpresa fu quando tornato a casa, scaricando le foto, mi trovai di fronte questa…

La foto scattata nella cucina del castello, era molto scura e particolare (nonostante l’uso del flash e di una buona luce globale), a differenza di tutte le altre scattate quel giorno. Osservandola meglio notai quello che era il contorno di una figura femminile.

La cosa mi lasciò sbalordito… nel punto segnalato dalla sensitiva era comparsa nella foto una "presunta" presenza. Incuriosito dal fatto approfondii le ricerche, e raccogliendo testimonianze dalla popolazione sia locale che non, scoprii che spesso all’interno del castello di Dozza era stato visto il fantasma di Caterina Sforza. Ed ecco che quella foto con quei contorni femminili appena delineati prendevano un nome nella mia mente: Caterina Sforza (ci tengo a specificare che in seguito a quanto raccolto dalle testimonianze attribuisco lo scatto da me fatto alla figura di Caterina Sforza; naturalmente è solo un mio collegamento attribuito ad un riscontro di fatti e leggende). Di seguito riporto una foto della cucina senza alcuna presenza e una foto che ritrae Vale in abiti dell’epoca che ricostruisce la postura della presunta presenza comparsa nella mia foto.

In seguito tornammo con lo staff completo di "Daltramontoallalba.it" a visitare nuovamente il castello. Fu, più che altro, un giro turistico; ma mentre visitavamo una delle stanze (quella con il quadro della famiglia Campeggi)

mi ricordai che la medium mi segnalò anche quel punto, quindi scattai delle foto. Scaricate a casa riscontrai delle anomalie sul volto della bambina…

...e nel braccio della ragazza (anche se in questo caso, pur essendo molto particolare, sono scettico riguardo alla foto).

Il 18 novembre ’03, mi recai al castello per fare delle foto in abiti medioevali…sorpresa!!! In quella che era la sala d’armi mi ritrovai una foto dove compariva un classico globulo-sfera luminosa (ORB), difficilmente attribuibile ad un difetto dello scatto. 

CHI ERA CATERINA SFORZA?

Caterina Sforza nacque nel 1463; figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Landriani. Galeazzo Maria sforza era il figlio di Francesco Sforza, il quale, unitosi in matrimonio con Bianca Maria Visconti, pretese ed ottenne il ducato di Milano. Il padre di Francesco era Muzzio Attendolo, chiamata Sforza, il quale fece fortuna verso la fine del XIV sec. seguendo la compagnia di Alberico da Barbiano. Lucrezia Landriani era moglie di Gian Pietro Mandriani, siniscalco di corte. Quando Bona di Savoia, sorella della moglie del re di Francia, sposò Galeazzo Maria sforza, le venne affidata Caterina; da allora ella fu considerata sua figlia a tutti gli effetti. La data ed il luogo di nascita di Caterina non sono conosciuti; ma si ipotizza che ella sia nata, circa, nel 1462. Per quanto riguarda il luogo di nascita alcuni menzionano Milano, altri Pavia. Da principio Caterina fu educata a corte dalla nonna Bianca Maria Visconti (la madre di Galeazzo Sforza), e successivamente dalla moglie del duca Bona di Savoi.  Fu data in moglie a di Girolamo Riario nel 1477, nipote del Papa Sisto IV e signore di Imola ( e dal 1480 anche signore di Forlì ). Egli era originario di Savoia, figlio del calzolai Paolo Riario. Il Macchiavelli descrisse questo Girolamo Riario come un uomo di bassissima e vile condizione. Con la morte del Papa Sisto IV, Caterina si impossesso del Castel Sant’Angelo, a Roma, nel 1484. Nel 1488 il marito di Caterina venne assassinato; Forlì si consegnò al Papa e Caterina preferì rifugiarsi nella rocca di Ravaldino. Fu quando venne liberata da Sforza e da Bentivoglio che si impadronì nuovamente della signoria di Forlì, la quale, insieme alla signoria di Imola, le sarebbe servita come reggente per il figlio Ottaviano. Successivamente contrasse matrimonio, in segreto, con il castellano di Ravaldino Iacopo Feo. Pian piano Caterina era riuscita ad acquistare una notevole importanza nel campo della politica italiana, soprattutto con la morte di Carlo VIII. Per preservare la propria posizione, fu pianificata una alleanza strategica dapprima con gli Aragonesi, successivamente con i francesi, ed in fine con Firenze. Dopo la morte di Iacopo, nel 1945, Caterina attuò una sua vendetta per la perdita subito, ma successivamente ella contrasse nuovamente matrimonio, sempre in maniera segreta, con Giovanni de’ Medici. Dalla loro unione nacque colui che sarà poi Giovanni delle Bande Nere. Nel 1499 Cesare Borgia, conosciuto come il Valentino, figlio del Papa Alessandro VI, con l’intenzione di occupare la Romagna, conquistò la via ferrarese, arrivando nei pressi di Imola. La stessa città di Imola, rendendosi conto dell’inutilità di una resistenza, si consegno a Valentino; ma anche le piccole fortificazioni vicine caddero di fronte al numeroso esercito del Valentino. Solo i castello di Dozza e del Gabriele del Picca continuarono ostinati la loro resistenza; la loro resistenza fu però vana, ed in fine cedettero anche loro. Anche Forlì fu travolta dall’esercito del Valentino, e Caterina divenne prigioniera di Cesare Borgia (12 gennaio 1500); quest’ultimo la sottopose a numerose umiliazione. In fine però Caterina venne liberata per volontà della Francia. Ella si ritirò a Firenze, ove morì il 28 maggio 1509. La figura di Caterina, anche dopo la sua morte, rimase molto forte. Le si attribuivano conoscenze farmaceutiche, alchemiche e magiche; ma anche amicizie come quella con il misterioso speziale di Forlì Ludovico Alberini. Ma soprattutto nota rimase la sua indole vendicativa.

QUALCHE CURIOSITA' LEGATA A CATERINA SFORZA

Fare “tonto di Caterinona” è un’espressione tipicamente romagnolo per dire che qualcuno è un “finto tonto”; cioè colui che finge di essere poco intelligente per poter estorcere o ingannare il suo interlocutore. Il termine deriva da una abitudine di Caterina Sforza: ella infatti, si tramanda, mandava dei suoi uomini nelle campagne e nelle città. Questi dovevano fingere di essere stranieri, e quindi di non comprendere bene la lingua, o di essere ritardati. Il loro scopo era di farsi dire quali fossero le opinioni in merito al governo cittadino, o quali fossero comunque i loro malcontenti. Caterina poteva così essere informata dell’umore del suo popolo e poter prendere le giuste decisioni su ciò che andava fatto. Si dice che Caterina Sforza, incinta di sette mesi, fu fatta prigioniera. Ma grazie a piccoli trucchi ed inganni, riuscì a rifugiarsi in un piccolo castello a lei ancora fedele. I suoi figli Ottaviano e Cesare, meno fortunati, furono però catturati e portati fuori dalle mura del castello che offriva ancora protezione a Caterina. I loro prigionieri miravano al senso materno di Caterina; erano convinti che le urla dei suoi figli l’avrebbero convinta ad arrendersi per salvar loro la vita. Ma la stravagante Caterina, che stava riposando, appena seppe di quanto stava accadendo, salì nella torre del castello. Da sopra i merli, ancora in camicia, a piedi nudi e con i capelli sciolti, osservò per qualche istante i figli implorarle di salvare loro la vita. Ma Caterina sollevò la tunica e gridò che, anche se le avessero ucciso i figli, ella aveva ciò che le occorreva per poterne fare degli altri: “Ho qui lo stampo per farne degli altri”. 

UN PO' DI STORIA SUL CASTELLO DI DOZZA

Il Castello di Dozza ha una storia complessa e lunga che si lega a quella della vicina Imola. Fu luogo conteso da longobardi e bizantini, fu assegnato alla chiesa Imolese da Carlo Magno. Nel 1087 l’emergente comune di Bologna lo conquistò e lo fortificò, iniziando così una secolare lotta con Imola. Nel 1150 il vescovo di Imola, forte di una bolla papale, diede il feudo di Dozza alla famiglia Guiccioli, ma lo scontro tra Guelfi e Ghibellini causò più volte danni al castello. Nel 1198 Bologna se ne impadronì e nel 1209 fu saccheggiato e distrutto dalle truppe imperiali di Ottone IV diretto a Roma. Una decina d’anni più tardi fu ricostruito da Giovanni di Brienne, re di Gerusalemme e comandante dell’esercito papale, ma nel 1248 il papa lo fece prendere e distruggere, perché divenuto covo di Ghibellini agli ordini di Imola. Due anni dopo fu ricostruito, ma poco dopo una terribile pestilenza decimò gli abitanti. Verso la fine del Duecento fu occupato dagli Alidosi, per cui fu riconquistato e distrutto nuovamente dalle truppe di Bologna e di Imola. Il Trecento vide un continuo passamano del castello di Dozza. Nei primi anni del secolo, Imola se ne impadronì, ma Bologna lo riprese nel 1310 e lo fortificò sotto la guida di Romeo Pepoli. Una nuova rivolta degli Imolesi portò ad una ennesima riconquista del castello da parte di Bologna. A seguito delle vittorie del cardinale Albornoz , nel 1360 il papa ristabilì il potere in Romagna ed a Bologna, per cui potè disporre anche di Dozza che affidò agli Alidosi. Anche nel quattrocento Dozza passo più volte di mano. Bologna se ne impadronì agli inizi del secolo, nel 1410 fu ripreso dal capitano di ventura Alberico da Barbiano, per cui il papa lo restituì agli Alidosi. Nel 1441 passò ai Manfredi e poco dopo a Girolamo Riario, e dopo il suo assassinio alla moglie Caterina Sforza. Fu lei che lo fece ricostruire in forme rinascimentali dall’architetto fiorentino Giorgio Marchesi che ne fece una fortezza capace di resistere alle nuove potenti artiglierie, come si può ancora vedere dal sorprendente spessore dei muri di una decina di metri circa. Nel 1499 il castello di Dozza subì l’ultimo assedio della sua travagliatissima storia. Le truppe papali del Valentino strapparono Imola alla coraggiosa Caterina Sforza, per cui anche Dozza dovette cedere. Nel Cinquecento, finito il tempo della guerra, il castello di Dozza subì attacchi con “carta bollata”. Nel 1504 il papa assegno quel castello ad Imola e nel 1528 lo diede in feudo ai Malvezzi di Castel Guelfo come pagamento di ingenti somme ricevute, ma due anni dopo concesse il feudo al cardinale Lorenzo Campeggi, che vantava grosse somme dalla Camera Apostolica. Questa situazione diede origine ad una lunghissima causa tra i Malvezzi, e i Campeggi, i loro eredi ed anche Imola che provò a reclamare i suoi antichi diritti. La causa si risolse da sola: l’ultima Campeggi sposò un Malvezzi e così il loro figlio Emilio Malvezzi Campeggi divenne signore di Dozza, finche Napoleone non abolì il feudo.

 
 
 

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da luigi655
 

Dami bianche

 

Il fenomeno delle Dame Bianche sembra avere una casistica del tutto particolare nel contesto classico delle apparizioni di Fantasmi. Si tratta di figure eteree che emanano una forte luminosità e per le quali ogni apparizione sembra essere premonitrice di particolari eventi luttuosi. Molti sono i casi storici registrati anche se altrettante sono le tradizioni che riportano la figura della Dama Bianca anche sotto altri aspetti meno inquietanti. Apparizioni premonitrici. Delle dame Bianche, conosciute anche come Dame Velate, si parla già a partire dal Quattrocento, periodo nel quale iniziarono a circolare le prime voci su queste figure eteree che apparivano nei castelli delle famiglie gentilizie annunciando in genere eventi luttuosi. La più famosa è quella degli Hohenzollern, apparsa per la prima volta nel 1486, che continuò a presentarsi fino al 1861 annunciando la morte di un membro della famiglia. Una Dama Bianca venne avvistata il giorno prima della decapitazione di Maria Antonietta di Francia e proprio da questa apparizione ci perviene l'unica descrizione di questa figura: un volto livido senza occhi, naso e bocca, che lascia dietro di se tracce di colore scuro. 

Le dame bianche e le fate. Secondo una leggenda gitana esistono tre spiriti del destino, le Dame Bianche. Conoscono il futuro di tutti gli esseri umani fin dalla loro nascita. Una della Dame predice le cose buone, un'altra le cose cattive, la terza è intermedia. Le Dame Bianche donarono agli uomini lo Tziganin Tarock affinché essi, sapendo il loro destino, potessero alleviare il peso delle sventure o accrescere le cose positive...è forse questa l'antica arte che ancora oggi usano le maghe zingare per predire il futuro? 

Dame bianche in Italia. Una delle più celebri apparizioni di Dame Bianche in Italia è quella di Massa Carrara; per ben due volte venne avvistata una figura di luce sempre nello stesso posto, tra Via Pandolfino, Via Fonda e Viale Roma. La figura emanava una forte luminosità, una presenza eterea che sembrava librarsi a mezz'aria senza una meta ben precisa. L'apparizione scomparve con la stessa rapidità con la quale era apparsa dal nulla. (fonte: robertolapaglia.com)

 
 
 

Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da luigi655
 

http://clarence.dada.net/contents/cultura-spettacolo/xfiles/fantasmi/images/foto14.jpg

http://www.aleff.it/galleria/fantasmi/img/fantasmi64.jpgL'immagine “http://www.aleff.it/galleria/fantasmi/img/fantasmi66.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
http://www.aleff.it/galleria/fantasmi/img/fantasmi65a.jpg
http://www.drsplatter.com/fantasmi10.jpg
http://www.aleff.it/galleria/fantasmi/img/fantasmi61-20.jpg

 
 
 

Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da luigi655
 

ESPERIENZE PRE-MORTE

 http://static.flickr.com/51/145486298_1d2256b3a0.jpg

 

 

Francia. Dichiarato morto, anziano torna alla vita all'obitorio dopo 24 ore. Ora dovrà dimostrare di essere vivo.....e cosi' ve ne sono molti altri nel mondo !

Il fenomeno denominato Near-Death Experiences (NDE) oppure Stato di Pre-Morte (SPM) o Esperienze di Pre-Morte (EPM), solitamente si verifica nei soggetti che dopo aver avuto un trauma fisico che avrebbe dovuto portarli alla morte (a causa di arresto cardiaco spontaneo, di un grave incidente, o durante un intervento chirurgico) sono sopravvissuti. Moltissime di queste persone, in tali occasioni sono state dichiarate clinicamente morte, perchè oltre ad avere il battito cardiaco totalmente assente, non presentavano più alcuna attività cerebrale (EEG). Ciononostante, inspiegabilmente, dopo svariati minuti (a volte anche ore, vedi caso Rodonaia in “La pagina degli amputati), una volta tornati alla vita, riferiscono ai medici, agli infermieri, ai parenti e agli amici dei ricordi straordinari: mentre erano “clinicamente morti”, avevano continuato ad avere la percezione visiva e sonora di quello che stava accadendo attorno a loro ed anche in luoghi molto distanti da quello in cui era stato collocato il corpo. Più precisamente, una volta “risvegliati”, hanno descritto dettagliatamente quello che avevano fatto e detto i primi soccorritori e poi gli infermieri ed i medici, mentre tentavano di rianimarli, ed anche ciò che amici e parenti compivano, dicevano o pensavano, mentre si trovavano all’interno delle rispettive abitazioni o al lavoro.

Negli ultimi trentacinque anni, a livello mondiale, l’interesse per queste esperienze in ambito scientifico è stato sollevato da Raymond A. Moody (precedentemente altri studiosi se ne erano occupati - in particolare Frankl e Potzel -  mostrando però maggiore interesse nei confronti dell’evento morte e non per l’esperienza premortale), egli è ritenuto il massimo divulgatore degli studi sulle NDE. Moody fu il primo a raccogliere dati sulle NDE, rendendoli pubblici durante le sue conferenze e tramite i suoi libri; il primo libro, “La Vita Oltre La Vita”, è ancora oggi un testo fondamentale per tutti coloro che si sono occupati e si interessano del fenomeno. In “La Vita Oltre La Vita” Moody lanciò una sfida a tutti gli studiosi di medicina, a cui chiedeva di impegnarsi maggiormente nelle ricerche concernenti le esperienze vissute in punto di morte (Raymond Moody, è nato in Georgia nel 1944; nel 1969 si è laureato in Filosofia e successivamente in Medicina e in Psichiatria. Ha insegnato per tre anni etica, logica e filosofia del linguaggio alla East Carolina University. Ha anche insegnato Psicologia al Western Georgia State College di Carrollton, un istituto che ha un reparto di psicologia in cui si enfatizza lo studio del paranormale. Il Western Georgia State College, non ignora la terapia cognitiva, ma su volere del suo fondatore William Roll, sin dagli anni Sessanta organizza corsi sui fatti inspiegabili, tra essi vi sono corsi sull’astrologia, sulle esperienze di Pre-Morte, sui fantasmi, unitamente a quelli sull’ipnosi, sull’auto-ipnosi e sulla moderna psicoterapia sciamanica. Attualmente è titolare della Cattedra “Bigelow” per gli Studi sulla Coscienza di Las Vegas).

Da allora molti studiosi si sono cimentati in questa ricerca e, mentre i non addetti ai lavori erroneamente pensano che essa sia relegata al pensiero esoterico o occultista, in realtà la questione è dibattuta soprattutto in ambito accademico e le rare volte che sono state prese in esame tesi esoteriche, lo si è fatto per invalidarle. I più agguerriti contro le tesi esoteriche sono i parapsicologi che, pur ammettendo l’esistenza di fenomeni paranormali, sono impegnati a cercarne le cause scientifiche per poterli riprodurre in laboratorio, seguendo i canoni della scienza empirica.

FASI CARATTERISTICHE DEL FENOMENO NDE
Di seguito vengono descritti i vissuti (ovvero le esperienze soggettive, simili tra loro,  dei soggetti che hanno sperimentato la NDE.) e che sono maggiormente tenuti in considerazione dai ricercatori di tutto il mondo che operano in ambito medico, farmacologico, psichiatrico, psicologico, psicofisiologico e parapsicologico.
Per alcuni studiosi la presenza di uno o più di tali elementi è sufficiente per determinare la  NDE, mentre per altri sono valide le fasi evidenziate dal test elaborato da Bruce Greyson. 

Sensazione della morte
Molte persone non realizzano immediatamente che l’esperienza che stanno vivendo ha a che fare con la morte.  Raccontano d’essersi trovate a fluttuare al di sopra del loro corpo, d’averlo guardato a distanza e d’avere improvvisamente provato paura e/o imbarazzo. In questa situazione arrivano a non riconoscere come proprio il corpo che vedono dall’alto, spesso la grande paura iniziale cede il posto alla chiara consapevolezza di quanto sta accadendo. Mentre si trovano in questo stato, le persone sono in grado di comprendere quello che medici ed infermieri si comunicano, anche se non hanno alcuna cultura medica, ma quando tentano di parlare con essi o con altre persone presenti, si rendono conto che nessuno riesce a vederli né a sentirli. Allora cercano di attirare l’attenzione dei presenti toccandoli, ma quando lo fanno, le loro mani passano direttamente attraverso il corpo del medico o infermiera. 
Dopo avere tentato di comunicare con gli altri, generalmente provano un maggiore senso della loro identità, e a questo punto la paura si trasforma in beatitudine, ed anche in comprensione. 

Senso di pace e assenza di dolore
Finché la persona resta nel suo corpo può vivere un’intensa sofferenza, ma quando lo abbandona sopravviene un grande senso di pace e di assenza del dolore. 

Il tunnel  
Questa esperienza solitamente subentra dopo che è stata sperimentata quella dell’abbandono del corpo (fisico). 
La persona si trova di fronte ad un tunnel, oppure davanti ad un portale e si sente spinta verso le tenebre. Dopo avere attraversato questo spazio buio, entra in una luce splendente. Alcune persone invece di entrare nel tunnel dicono d’essere salite lungo una scalinata. Altri hanno affermato d’avere visto delle bellissime porte dorate, che indicano il passaggio in un altro regno. Alcuni soggetti hanno dichiarato che, nell’entrare nel tunnel, hanno sentito un sibilo o una specie di vibrazione elettrica oppure un ronzio. L’esperienza del tunnel non è una particolare scoperta degli attuali ricercatori, infatti già nel quindicesimo secolo, Hieronymus Bosch nel dipinto che ha per titolo “Visioni dell’aldilà: 
Il paradiso terrestre - L’Ascesa all’Empireo”, descrive quello che solitamente racconta chi ha vissuto una NDE.

Gli Esseri di Luce
Una volta superato il tunnel, generalmente la persona riferisce d’avere incontrato degli “esseri” che brillano di una stupenda luce, che permea ogni cosa e riempie il soggetto d’amore. In questa dimensione, luce e amore sono la stessa cosa; la luce è descritta come molto più intensa di qualsiasi altra conosciuta in Terra, non è accecante ma è calda, stimolante, viva.
Oltre alla intensa luce, molte persone raccontano di avere incontrato amici o parenti (precedentemente deceduti) contraddistinti da corpi luminosi ed eterei; di avere visto bellissime scene pastorali e città fatte di luce la cui grandiosità è indescrivibile.
In questa situazione la comunicazione non si svolge come al solito a parole, ma “telepaticamente”, è una comprensione immediata.  

Il Supremo Essere di Luce
Dopo avere incontrato diversi esseri di luce, generalmente, la persona “clinicamente deceduta”, incontra un essere che definisce il  “Massimo Essere di Luce”. Chi ha avuto un’educazione cristiana spesso lo identifica con Dio o Gesù; coloro che professano altre fedi lo chiamano Buddha o Allah. Gli atei riferiscono che non si tratta di Dio e neppure di Gesù, ma è un essere sacro. Tutte le persone dichiarano che si tratta di un essere che emana amore e comprensione assoluti. Quasi tutte le persone dicono di avere desiderato di restare per sempre con lui, desiderio che però non può essere soddisfatto e, solitamente, uno degli esseri di luce (parenti defunti ecc.)  o il Massimo Essere di Luce, dopo che il soggetto ha riesaminato la sua intera vita, lo invita (o gli ordina) di rientrare nel suo corpo terreno. 

Visione panoramica della vita
Quando ciò avviene non vi sono più contorni materiali, ma solo una visione panoramica a colori e a tre dimensioni, di ogni singola azione compiuta dal soggetto in stato di NDE, durante la vita. Solitamente questa situazione si verifica nella prospettiva di una terza persona, non si svolge nel tempo da noi conosciuto ma l’intera vita del soggetto è presente contemporaneamente. In questa condizione si rivedono le azioni buone e cattive compiute fino a quel momento, e si percepisce immediatamente l’effetto che esse hanno procurato sul prossimo. Durante tutto il tempo in cui il soggetto riesamina la sua vita, l’Essere di luce gli resta accanto, gli pone delle domande (ad esempio che cosa ha fatto di bene nella sua vita), l’aiuta a compiere la revisione e a sistemare (in prospettiva) tutti gli eventi della sua vita. Le persone che hanno vissuto una NDE si convincono che la cosa più importante della vita è l’amore, seguito (per la maggior parte di loro) dalla Conoscenza. Mentre i sopravvissuti rivedono i momenti della loro esistenza in cui hanno imparato qualcosa, l’Essere di luce sottolinea che, oltre all’amore, una delle cose che si può portare con sé al momento della morte è la conoscenza. Generalmente quando la persona torna in vita, ha un gran desiderio di approfondire le sue conoscenze intellettuali,  spesso diventa un avido lettore anche se, nel suo recente passato, non amava studiare, oppure si iscrive a corsi ch
e gli permettono di approfondire argomenti da lui mai prima trattati

Rapida ascesa al cielo
Non tutte le persone che hanno vissuto una NDE fanno l’esperienza del tunnel, alcune invece raccontano d’essersi sentite fluttuare, di essere salite rapidamente al cielo e di aver visto l’universo dalla stessa prospettiva dei satelliti e degli astronauti. 

Riluttanza a tornare in vita
L’esperienza di Pre-Morte è talmente piacevole che molte persone non vorrebbero tornare indietro e, spesse volte, sono molto adirate con i medici che le hanno fatte ritornare. E’ però una reazione momentanea e, solitamente dopo una settimana (anche se rimpiangono lo stato di beatitudine vissuto durante la NDE), sono felici d’avere avuto l’opportunità di continuare a vivere. La maggior parte delle persone riferisce che, se avesse dovuto pensare solo a se stessa, sarebbe rimasta nell’altra dimensione. Tutti dichiarano che sono ritornati per amore dei loro bambini oppure per i genitori o i coniugi.

Differente percezione spazio - temporale
Tutte le persone che hanno sperimentato l’esperienza di Pre-Morte raccontano che in quella dimensione il tempo è notevolmente compresso e assolutamente diverso da quello segnato dagli orologi; spesso viene descritto come l’esperienza o il senso dell’eternità. Durante la NDE, generalmente i confini imposti dallo spazio nella vita quotidiana scompaiono. Infatti, se la persona (ritenuta da medici ed infermieri morta) vuole recarsi in uno specifico posto, può farlo semplicemente pensando di esservi. Alcuni soggetti hanno riferito che, mentre si trovavano fuori dal corpo ed osservavano il lavoro svolto dai medici nella sala operatoria, se volevano vedere i loro parenti, era sufficiente che desiderassero spostarsi nella sala d’aspetto o raggiungere l’abitazione o il luogo in cui si trovavano.

 

dal sito  http://www.mednat.org/index.htm

 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da luigi655
 

METAFONIA

Viene definita con il il nome di Metafonia ( o psicofonia ) la captazione, mediante l'uso di un registratore o anche della radio, di parole e frasi di senso compiuto, non provenienti dall’ambiente circostante e, si suppone, neppure dall'ambiente terreno. A parte la radio, che richiederebbe una spiegazione più complessa, la registrazione di queste voci si può ottenere usando un nastro vergine ( questo è il metodo originario, inaugurato da Jurgenson nel 1959 e tuttora prevalente fra gli sperimentatori ) ed, in tal caso è necessaria l’assenza, nell’ambiente, di  voci umane e la presenza di leggeri rumori di fondo, per attivare, comunque, un campo magnetico attraverso il movimento della membrana del microfono. 

Il metodo usato, solitamente, dai coniugi Desideri è, però, quello c.d. del nastro rovesciato, che consiste nel riascoltare un nastro che viene magnetizzato con frasi pronunciate dai presenti o tratte da qualsiasi altra fonte e poi rovesciato dal lato interno, al fine di farlo scorrere al contrario.

 

Se la sperimentazione riesce, invece di udire, a rovescio, le parole registrate a suo tempo, si possono percepire al riascolto, in modo più o meno chiaro, parole e frasi di senso compiuto che con le prime hanno solo alcune sillabe in comune.   Questo metodo permette di ottenere comunicazioni più lunghe, rispetto a quelle ottenibili con il nastro vergine, perché le Entità utilizzano, in parte, le sillabe che trovano nella “ base ” risparmiando, così, molta energia.

Questo metodo viene spiegato in modo più dettagliato nella sezione "BASI E VERIFICHE", dove si spiegano anche le prove che si possono effettuare per verificare che le frasi che si percepiscono siano di origine paranormale e non frutto di un'illusione uditiva.

 

Usando prevalentemente questo metodo, i coniugi Desideri ricevono comunicazioni di Entità disincarnate e, assistiti dalle loro Guide ( S.Erasmo : un Santo vissuto nel terzo secolo dopo Cristo e Clelia: una giovane donna trapassata qualche anno fa ) prestano la loro opera, in modo totalmente gratuito, nei limiti delle proprie disponibilità di tempo, a favore di coloro che vogliano mettersi in contatto con parenti o amici defunti.  Questi contatti, è bene precisarlo, hanno fini esclusivamente spirituali e servono ad acquisire la certezza della sopravvivenza dell’anima dopo la morte del corpo fisico,per cui non è ammesso utilizzarli per fini terreni ( per avere notizie sul futuro o consigli per la soluzione di problemi contingenti ) anche se, qualche volta, ai disincarnati viene permesso di fornire alcune informazioni o consigli, per aiutarci a superare momenti particolarmente difficili della nostra vita.

Nelle pagine che seguono si forniscono alcuni esempi di queste comunicazioni. Le frasi offerte in ascolto sono scritte, per facilitarne la percezione (non agevole per l’orecchio non esercitato a questo tipo di comunicazioni ), per cui si consiglia di seguire il testo durante l'ascolto.   Le medesime sono accompagnate, inoltre, da un commento per spiegarne il significato ( non sempre comprensibile facilmente, se non si conosce il contesto in cui si inseriscono)

dal sito web -http://www.fantasmi.net/metafonia.htm

 
 
 
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