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RIFORMA PENSIONI: COME USCIRE INDENNI DA UN CAMPO MINATO?


Il nostro sistema previdenziale è uno dei più deboli dei maggiori paesi d'Europa. Nel campo delle pensioni assistiamo ad abberranti disparità di trattamento. Non è solo un fatto di natura corporativistica, ma spesso anche generazionale. Ad esempio, la mia generazione, se mai arriverà un giorno ad avere una pensione, questa si tradurrà in qualche piccola elemosina di qualche centinaio di euro. Di fatto, così come stanno le cose, almeno che non si disponga di entrate tali da potersi permettere una previdenza integrativa, finiremo per chiedere l'elemosina per la strada. Ma anche quelli che ad oggi pagano ingenti somme mensili alle assicurazioni previdenziali, non è detto che un giorno non rimangano fregati da situazioni economiche avverse, o da vere e proprie truffe. In Italia, il sistema della previdenza sociale nacque nel 1898 con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai, denominato CNAS. Era una assicurazione volontaria, finanziata dai contributi pagati dai dipendenti, ed integrata dallo stato e da versamenti volontari dei datori di lavoro. Tale previdenza, da volontaria, divenne obbligatoria dal 1919, fino a cambiare denominazione, nel 1933, in Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). In seguito, dal 1939, l'INPS finì per gestire anche altre forme di ammortizzazione sociale, quali: assicurazione contro la disoccupazione, assegni familiari, integrazioni salariali per i lavoratori sospesi o ad orario ridotto. Nel 1980 fu affidato all’INPS anche il compito, in precedenza assolto da altri enti, di riscuotere i contributi di malattia e corrispondere ai lavoratori dipendenti la relativa indennità. Ma non solo, anche le pensioni sociali, destinate a coloro che non hanno mai versato contributi, vengono ad oggi erogate da quest'ente. In passato in oltre, causa il fatto che le casse dell'IMPS, per motivi legati all'alta incidenza numerica dei lavorotari rispetto ai pensionati, erano sempre gonfie, venivano sistematicamente saccheggiate nell'urgenza di trovare liquidità per ammanchi nella gestione ordinaria dello stato. Fu così che da una situazione florida, l'INPS finì per entrare in una fase di crisi, che ai giorni d'oggi, causa l'aumento dell'età media, gli scarsi introiti dovuti alla disoccupazione ed all'esenzione di alcuni nuovi contratti di lavoro, si è aggravata in modo considerevole. La situazione non è ancora drammatica, anche perchè agli ammanchi attuali spesso si attinge dagli introiti dovuti alla tassazione, ma nelle previsioni dei prossimi 15 o 20 anni, lasciando tutto com'è, potrebbe generarsi il tracollo di tutto il sistema.