Liberi come l'aria.

SOSPESI TRA ORIENTE ED OCCIDENTE.


Negli ultimi giorni è alla ribalta la questione turca. Ammettere o no, agli stati membri dell'Unione Europea, questo grande paese sospeso tra Europa e Medio Oriente, tra islam e cristianesimo? Con i suoi 780.000 km di superficie, e con una popolazione di quasi 70 milioni di persone, è facile comprendere i motivi che spingono molti politici europeisti a volerla dentro l'UE. Con l'ingresso della Turchia, l'Europa potrebbe allargare ancora di più i suoi orizzonti economici, soprattutto verso l'oriente. Che molti politici europei non abbiano mai appoggiato il vaticano nella sua ostinata promozione di un'Europa dalle comuni radici cristiane, è facile spiegarlo anche su questa base. Di fatto, che gran parte dell'Europa sia nata e cresciuta all'ombra del cristianesimo è vero, ma riconoscere all'Europa una base cristiana, avrebbe comportato inevitabilmente l'esclusione di alcuni paesi che al contrario affondano la loro cultura nell'islam, ancora di più, nell'antagonismo al cristianesimo. Tra l'altro, ammettere dentro l'UE, un paese come la Turchia, rappresenterebbe un traguardo storico eccezionale. E' come se oltre mille anni di ostilità e diffidenza reciproca, venissero cancellati definitivamente. Ma i dubbi che nascano da un'unione così stretta con questo paese sono tanti, e purtroppo non sono di facile soluzione. La Turchia ha avuto il suo apogeo con la civiltà ottomana. Una dinastia che ha portato questo paese ad estendersi su dimensioni quasi pari a quelle dell'impero romano, con una organizzazione politica e militare da primato mondiale. Fu solo dopo la prima guerra mondiale, con la perdita di quasi tutto l'impero, che la Turchia iniziò ad entrare in una fase di crisi economica, politica e culturale. In questo periodo venne portato a termine il genocidio armeno che determinò la scomparsa della minoranza armena dall'Anatolia (diverse fonti concordano sul fatto che soltanto tra l'etnia Armena vi sarebbero state un milione e mezzo di vittime, sebbene ciò sia negato decisamente dagli storiografi turchi). In questo scenario, emerse la figura di Mustafà Kemal (Atatürk), un ufficiale del disciolto esercito ottomano, eroe di guerra per il ruolo avuto nella battaglia di Gallipoli. Fu ad opera dell'Atatürk che la Turchia si volse per la prima volta verso l'occidente, mutando una serie di aspetti che nel tempo l'hanno portata a staccarsi sempre di più dal mondo medio orientale: dalla scomparsa di parole di derivazione araba dalla lingua turca, all'adozione dell'alfabeto latino al posto di quello arabo, fino alla scomparsa del velo islamico tra le donne e all'adozione, da parte della maggioranza della popolazione, di costumi di vita del tutto europei. Ataturk, con questi passi, intendeva andare incontro all'occidente, cambiando la storia del suo paese, che a l contrario nel passato era volto verso oriente. Nonostante ciò, non si può ancora dire che la Turchia sia a pieno titolo un paese occidentale, soprattutto oggi che l'islam sta sempre di più estremizzando la sua differenza culturale. La Turchia ha cosponsorizzato la risoluzione per l’abolizione della pena di morte approvata dalla Commissione Onu per i Diritti Umani il 20 aprile 2005. Un passo importante per avvicinare sempre più questo paese all'Europa. Ma esistono ancora gravi carenza sul piano giudiziario: si può essere incarcerati sulla base di semplici indizi e rimanere in carcere a tempo indeterminato. In oltre, la polizia ha ancora ampli poteri che spesso sfuggono agli organi istituzionali democratici e di fatto l'uso della tortura e di trattamenti poco garantisti sono ancora molto usati, soprattutto con gli indiziati politici e con le minoranze etniche. Sulla base di queste considerazioni, aggiungere questa grande stella alla bandiera dell'Unione Europea, mi sembra ancora prematuro.