Liberi come l'aria.

L'Afghanistan e il bordello legislativo.


Chi crede che l'Italia sia un paese complicato dai mille rivoli della legge, forse non ha ben idea di quello che avviene nel mondo. Mi sono sempre chiesto come mai i talebani, per un lungo periodo hanno governato incontrastati in Afghanistan, anche se la gente non li ha mai potuti soffrire. Il motivo predominante è sicuramente per il fatto che sono stati sostenuti dagli Americani, soprattutto ai tempi della guerra contro l'Unione Sovietica. Ma a guardare bene al loro paese, appare chiaro che non è solo questo. Di fondo, credo che i talebani, come avrebbe potuto fare un altro qualsiasi gruppo a carattere religioso, rappresentino per il paese un modo per trovare chiarezza dove regna la confusione più totale. Un uomo che parla in nome di dio con un kalashnikov in mano, non sarà democratico, ma in certe situazioni può rappresentare una autentica risorsa, soprattutto quando si discute di diritti, territorialità e proprietà. E' proprio questo il problema degli afgani: a causa di una legislazione raffazzonata, contraddittoria e contorta, su questi temi non ci capisce niente nessuno, e a volte può fare comodo scomodare il corano (e il kalashnikov), per risolvere problemi del vivere quotidiano. Noi che abbiamo alle spalle il diritto romano, riusciamo a malapena a comprendere le difficoltà in cui si trova un cittadino alle prese con una selva di codici e di leggi che si contraddicono le une con le altre. Per noi è relativamente facile trovare una base di principio che stabilisca torti e ragioni, per loro è invece un'operazione quasi impossibile. La legge tradizionale consuetudinaria (rawaj), che opera attraverso i codici tribali. Arcaica ma con una sua funzionalità. La legge civilista (qanon madani) del 1970 che include almeno un migliaio di direttive. La sharia islamica, spesso applicata anche alle diatribe di proprietà, se il codice civile non copre il caso. Le leggi dello stato (nazionali), spesso in contraddizione con gli altri codici, e la legge Costituzionale che fissa i diritti fondamentali di proprietà. La materia da amministrare è ampia e si estrinseca principalmente sulla proprietà dei terreni e sui diritti di pascolo, ma anche sulle successioni ereditarie, sulle servitù di passaggio o sull'approvvigionamento idrico. Tra l'altro esistono: Terre del demanio (amlaky dawlati); terre pubbliche (maraah), controllate dallo stato e spesso oggetto di vendita a privati, terre private (amlaki shakhsi), terre comunitarie (mushtarrak), in pratica controllate dai khan, i nobili dignitari tribali; terre dei religiosi (waqf), in gran parte ormai sotto controllo statale (non riconosciuto dai religiosi). Il vuoto di potere e le varie legislazioni (consuetudinaria, civile, religiosa) hanno finito per favorire le appropriazioni indebite garantite dall'uso della forza... ed è in questo pantano legislativo che i talebani ed altri gruppi religiosi più intransigenti riescono a creare una loro leadership e a rappresentare una idea di stato di diritto per la popolazione.