Liberi come l'aria.

Reddito di cittadinanza.


 Nel 1987, a Parigi, nell'ambito di una conferenza sulle politiche europee, fui uno dei primi firmatari di un documento che all'epoca mi sembrava rivoluzionario. Si trattava di una petizione in favore del diritto di cittadinanza europea. Tale petizione richiedeva, alla comunità europea, che ogni cittadino potesse godere di un reddito di cittadinanza tale da sollevarlo da ogni bisogno primario. Bere, mangiare, un tetto sulla testa e una vita decorosa, non doveva mai essere negato ad alcun cittadino della comunità europea. I termini del documento, non entravano in alcun specifico di "sussidio sociale", anzi, neanche sfioravano l'idea che quella somma potesse rappresentare in qualche modo una elemosina. La cifra che si prevedeva all'epoca era di circa 300.000 lire procapite al mese.Il progetto era perfettamente strutturato e possibile, senza neanche fare ricorso a risorse speciali. Inoltre, si prevedeva che l'ingresso sul mercato europeo, di un afflusso di denaro così ingente e distribuito in modo uniforme, avrebbe favorito un bum dei consumi, con inevitabile ricaduta sulla produzione, e ciò in particolare nelle aree depresse. Di conseguenza avrebbe alimentato un impulso economico di gran lunga maggiore di qualunque altra azione di sviluppo dell'economia operata nell'ambito delle politiche comunitarie.Di questo documento non si é saputo più niente.