Liberi come l'aria.

Quello che i padani non sanno.


Parlare di stato padano fa un po sorridere, ma nel contempo subentra una grande malinconia.L'unità d'Italia, non l'ha affatto voluta la gente del sud. E questo, chi ha studiato la storia, lo sa.Se poi parliamo di Regno delle due Sicilie, é chiaro che ci abbiamo rimesso più che guadagnarci.La realtà storica é molto diversa da quello che potrebbe sembrare. Il sud, all'epoca, era molto più sviluppato che il nord. Qui la gente non moriva certo di fame come nella pianura padana ed anche se esistevano delle sacche di povertà, non abbiamo mai conosciuto né la pellagra né la vitaminosi. A sud esistevano ospedali pubblici, ferrovia, rete stradale efficiente per l'epoca che si inerpicava ovunque, anche nelle montagne più sperdute della Calabria. Esisteva anche una forte industrializzazione, soprattutto in Sicilia ed in Calabria.Cos'é che ha spinto la dinastia Savoia a creare l'unità d'Italia, é presto detto: i soldi del banco di Napoli.Il regno dei Savoia era alla barcarotta prima di questa operazione di unificazione. In oltre, non riusciva più a competere con i paesi confinanti, tipo la Francia. Necessitavano investimenti, grossi investimenti, per mettere al passo le regioni del nord con il resto dell'Europa. Da qui, la trovata di genio: unificare la banca Savoia, con il banco di Napoli e con le altre piccole banche del sud. Addirittura i due terzi del denaro della banca d'Italia, provennero dal solo Banco di Napoli. E fu così che iniziò l'industrializzazione del nord. In oltre, alle città del sud, vennero tolti tutti i privilegi che invece avevano con i Borboni: tanto per dirne alcune, i porti franchi, le zone franche di scambio, la possibilità di legiferare per proprio conto e di avere dei governatorati propri.L'operazione di Garibaldi fu complessa, e solo in apparenza legata alla spedizione dei mille. Quello fu solo un fenomeno di facciata e di propaganda. Si erano messi d'accordo, con i baroni siciliani e calabresi, con qualche principe napoletano, e soprattutto con la massoneria, che all'epoca (un po' come ora) fa il bello e il cattivo tempo della politica delle nostre parti.Nei fatti, più che una unificazione, fu una colonizzazione. Qualcuno ci guadagnò parecchio, ma la gente comune la subì come l'ennesima dominazione.Uno dei primi provvedimenti dei piemontesi, fu quello di colpire ogni autonomia Siciliana, di carattere statale, che storicamente ha sempre avuto. La riforma agraria, con la di distribuzione ai contadini, delle terre appartenenti alla chiesa, promessa da Garibaldi, si rivelò solo una bufala propagandistica. In più, ai contadini, vennero imposte tasse odiose, tipo quella sul sale e sul macinato.A parte questi provvedimenti, che ovviamente vennero accolti malissimo dalla popolazione, il governo di Cavour, si apprestò a rimuovere prefetti, magistrati e questori del sud, per insidiare nei posti di comando solo piemontesi o comunque gente del nord. Fu una vera e propria dittatura del nord contro il sud.Non solo vennero rubate tutte le risorse, a favore dell'industrializzazione e modernizzazione del nord, ma venne impedito ogni sviluppo. Il nascente stato Italiano, per molti decenni, non investì neanche un centesimo al sud, o meglio lo investì solo per costituire un forte presidio piemontese sul territorio. Mentre a nord iniziava l'industrializzazione, qui si dava la caccia ai briganti e si criminalizzava ogni dissenso. Le industrie più fiorenti, tipo quella tessile, quella delle essenze, degli estratti e conserviera, avevano una brusca frenata, perché fortemente tassate. Le tasse infatti non erano uguali per tutti: mentre al nord venivano detassati anche gli utili delle società, qui a sud veniva tassato praticamente tutto. Ovviamente gli introiti ricavati erano erogati solo al nord.Quando ci fu il terremoto di Messina, nel 1908, con circa 80.000 morti, Giolitti, che all'epoca era presidente del consiglio, piuttosto che mandare qualche nave di soccorsi, minimizzò la situazione e censurò persino qualche giornale che ne parlava. Fu costretto ad intervenire solo perché i giornali europei iniziavano a gridare allo scandalo. In ogni caso, gli aiuti alla popolazione vennero dati dagli stranieri, che invece giunsero in massa con grande generosità. Il re d'Italia, si preoccupò solo di disseppellire il caveau della Banca d'Italia di Messina.Fu solo con Mussolini, che si può iniziare a parlare di un vero stato italiano, e non più di colonialismo... ma quella é un'altra storia.