Creato da luloca il 10/03/2006

Liberi come l'aria.

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RIFORMA PENSIONI: COME USCIRE INDENNI DA UN CAMPO MINATO?

Post n°65 pubblicato il 15 Gennaio 2007 da luloca

Il nostro sistema previdenziale è uno dei più deboli dei maggiori paesi d'Europa. Nel campo delle pensioni assistiamo ad abberranti disparità di trattamento. Non è solo un fatto di natura corporativistica, ma spesso anche generazionale. Ad esempio, la mia generazione, se mai arriverà un giorno ad avere una pensione, questa si tradurrà in qualche piccola elemosina di qualche centinaio di euro. Di fatto, così come stanno le cose, almeno che non si disponga di entrate tali da potersi permettere una previdenza integrativa, finiremo per chiedere l'elemosina per la strada. Ma anche quelli che ad oggi pagano ingenti somme mensili alle assicurazioni previdenziali, non è detto che un giorno non rimangano fregati da situazioni economiche avverse, o da vere e proprie truffe.
In Italia, il sistema della previdenza sociale nacque nel 1898 con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai, denominato CNAS. Era una assicurazione volontaria, finanziata dai contributi pagati dai dipendenti, ed integrata dallo stato e da versamenti volontari dei datori di lavoro. Tale previdenza, da volontaria, divenne obbligatoria dal 1919, fino a cambiare denominazione, nel 1933, in Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). In seguito, dal 1939, l'INPS finì per gestire anche altre forme di ammortizzazione sociale, quali: assicurazione contro la disoccupazione, assegni familiari, integrazioni salariali per i lavoratori sospesi o ad orario ridotto. Nel 1980 fu affidato all’INPS anche il compito, in precedenza assolto da altri enti, di riscuotere i contributi di malattia e corrispondere ai lavoratori dipendenti la relativa indennità. Ma non solo, anche le pensioni sociali, destinate a coloro che non hanno mai versato contributi, vengono ad oggi erogate da quest'ente.
In passato in oltre, causa il fatto che le casse dell'IMPS, per motivi legati all'alta incidenza numerica dei lavorotari rispetto ai pensionati, erano sempre gonfie, venivano sistematicamente saccheggiate nell'urgenza di trovare liquidità per ammanchi nella gestione ordinaria dello stato.
Fu così che da una situazione florida, l'INPS finì per entrare in una fase di crisi, che ai giorni d'oggi, causa l'aumento dell'età media, gli scarsi introiti dovuti alla disoccupazione ed all'esenzione di alcuni nuovi contratti di lavoro, si è aggravata in modo considerevole.
La situazione non è ancora drammatica, anche perchè agli ammanchi attuali spesso si attinge dagli introiti dovuti alla tassazione, ma nelle previsioni dei prossimi 15 o 20 anni, lasciando tutto com'è, potrebbe generarsi il tracollo di tutto il sistema.

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Commenti al Post:
franco460
franco460 il 15/01/07 alle 17:25 via WEB
La riforma Dini ha previsto un aggiustamento in corso per prevenire gli inconvenienti che divi tu. Gli assegni pensionistici non sono un'assistenza nè una regalia della società ma rappresentano i contributi che ogni lavoratore ha versato. Oggi invece si fa il discorso che i giovani dovranno mantenere i pensionati. E' tutto falso. La lotta al lavoro precario serve anche a permettere ai giovani di versare contributi sufficienti per una pensione dignitosa.
 
 
luloca
luloca il 15/01/07 alle 17:57 via WEB
hai ragione. In larga misura se l'imps non ce la fa più è perchè non entra quasi niente, causa la precarietà del lavoro, contratti di formazione che vanno avanti per anni ed anni e via discorrendo. Oggi i contributi le aziende li pagano una tantum, sempre se non interviene qualche legge che glieli regala. Però volevo segnalare anche il fatto che l'imps sta diventanto una cassa di sussidi, un compito che non gli compete. Dovrebbe essere lo stato a sobbarcarsi gli oneri dello stato sociale, non l'INPS. In altri termini si fa il gioco delle tre carte: si sobbarcano tutti gli oneri sull'imps e poi si dice che è in deficit, che non si può più sostenere questa forma di previdenza e bisogna ricorrere al privato.
 
Sinapsicida
Sinapsicida il 16/01/07 alle 10:24 via WEB
che bella l' italia :(
 
xamax18
xamax18 il 16/01/07 alle 17:48 via WEB
Tra qualche anno quando andrà regime la riforma Dini o quelle ancora peggio successive ci sarà un problema economico enorme. Molti arrivati all'età della pensione faranno la fame. E' un gravissimo problema che oggi ancora non percepiamo, ma si salveranno soltanto quelli che ci penseranno in tempo rinunciando magari oggi a qualche spesa inutile e mettendo da parte i soldi
 
 
luloca
luloca il 16/01/07 alle 18:30 via WEB
la soluzione c'è. Far ritornare l'inps allo splendore di un tempo. E questo lo si può fare facendolo ritornare ad essere quello che era... non una pozzo di san patrizio da cui attingono tutti e nel quale non mette più una lira nessuno. Se l'imps è ridotto in questo stato in primo luogo è perchè il mondo del lavoro è precazzato e poi perchè deve erogare sussidi anche a chi contributi non ne ha mai versati. L'erogazione dei sussidi è una competenza che spetta allo stato non all'inps. In Italia fanno il gioco delle tre carte... un po come fanno i gruppi societari: caricano tutti i credidi su una società e i debiti su un'altra che poi fanno fallire. Mi sono spiegato o ho perso tempo?
 
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UNA PROFEZIA DI PIER PAOLO PASOLINI.

Alì dagli Occhi Azzurri uno dei tanti figli di figli, scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi di poveri cani dei padri sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini, e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali. Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, a milioni, vestiti di stracci asiatici, e di camice americane. Subito i Calabresi diranno, come malandrini a malandrini: «Ecco i vecchi fratelli, coi figli e il pane e formaggio!»
 

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