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verso te

Post n°22 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da luma68

Si prende la rincorsa per meglio spiccare il salto. Si scende per poter poi salire con maggior facilità. Rientrare in se stessi permette di "tornare" in superficie con un'autenticità cristallina. Capisco me stesso nella misura in cui ho il coraggio di inabissarmi nei meandri magmatici e spesso incomprensibili della mia interiorità.

Imparando ad ascoltare il silenzio, i miei silenzi, a lasciare spazio alle mie domande, a quell'inquietudine che mi fa capire che io non basto a me stesso. Perchè umanamente sempre alla ricerca di un Tu, di uno spazio che colmi il mio vuoto.

A continuare il gioco, a non aver paura di rischiare, di mettere la mia vita in gioco. A fidarmi, a lasciarmi andare, ad abbandonare la pretesa di capire tutto, di pianificare ogni minimo dettaglio.

Per bruciare, tenendo viva la fiamma dell'attesa. Con la certezza di incontrarti!

 
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verso Natale

Post n°21 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da luma68

Tempo che se ne va, il titolo di una nota canzone dei Nomadi. Tutto scorre (panta rei), tutto si consuma e ci consuma. Noi stessi, consumiamo e veniamo consumati.

Non so per quale motivo, ma le feste accentuano in me la riflessione intorno alla fugacità della vita, alla intinseca precarietà. A come, questa vita, altro non sia che un lampo che squarcia l'oscurità della notte. Ed eccoci, allora, nuovamente verso Natale, per il solito banale quanto insensato rito: luci, alberi, regali,auguri, e così via. Quasi a voler esorcizzare questo tempo che, impietosamente, se ne va.

E noi, con lui, che continuiamo a dimenarci nel fango con il sogno di spiccare il volo. Per il solito e consueto inganno.

 
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...una canzone da far venire i brividi...

Post n°20 pubblicato il 17 Novembre 2009 da luma68

 

Testo della canzone QUANDO PARLERO' DI TE di Renato Zero

ALBUM: Presente (2009)
Tutte le canzoni di  
Renato Zero


Quando parlerò di te..
Non avrò lacrime da offrire..
l'autunno intorno e dentro me
e un gran silenzio da smaltire..
In una notte che non so
cambiasti umore e vita mia
lei abbassò gli occhi e disse no
lì fini una magia..

Tornare libero così..
non era quello che volevo..
e mentre parlerò di te
di quel rimpianto sarò schiavo;
non è normale alla mia età
stringere una fotografia..
Lasciarmi andare non dovrei
ti vorrei..ti vorrei..

Dimmi di no dimmi di no quando verrò..
lasciami là senza pietà se insisterò..
avevo promesso che avrei dimenticato..
che non sarei ritornato indietro mai..
non ho quella volontà.. peccato.. anche l'orgoglio mi ha tradito..
trovassi anche tu la pace..anima mia!
Dimmi di no dimmi di no dimmi di no..
se mi darai la libertà io guarirò..
non dovrò più mendicare.. nessuna carezza da te..
ti prego lasciami andare..
non insistere.. fallo per me..
dimmi di no..

Quando parlerò di te..
sarà fiorita la mia serra..
la primavera tornerà..
niente più ostilità nè guerra..
L'amore cresce a parte noi..
percorrerà la strada sua
ma quando parlerò di te
la mia mente andrà via..

Ti scorderò ti scorderò ti scorderò..
davanti a Dio prometto che ti scorderò..
dimmi che fine farà questa passione..
saprò raccontarmi che non esisti più?
Un'imprudenza averti amato..
non riavrò indietro ciò che ho dato..
scusami se non ti perdonerò..
ti scorderò ti scorderò ti scorderò..
ci proverò..

 
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Come un incantesimo

Post n°19 pubblicato il 16 Novembre 2009 da luma68

Siamo partiti, abbastanza puntuali, con il solito spirito, di una divertente e faticosa passeggiata domenicale lungo le splendide, usuali e sempre sorprendenti colline della Romagna. Un timido sole, che già verso le 11 della mattina ci ha abbandonato, come viatico iniziale, quasi a monito di incoraggiamento. Per la consueta e immancabile faticata: 20 km di continua e inappagabile salita. Aspra, bella, dura, a tratti fangosa, avvincente, ripida, tortuosa, da togliere il fiato, ansimando…

Insomma, una serena battaglia. Fuor di metafora, la vita. O, perlomeno, la mia. Lo stesso ossimoro richiama il paradosso: nella serenità la continua lotta contro l’apatia, la noiosa e ripetitiva quotidianità, il pericolo di cedere all’aridità del cuore. Non una battaglia, ma tante e diverse battaglie: con gli altri, con me stesso soprattutto, con il mio orgoglio, con quell’ego che a volte mi sfugge, con la pretesa di pianificare tutto, e nutrire aspettative puntualmente disattese. Battaglie, certo, ma serene.

Così da ritrovarmi, ancora una volta, con il cuore colmo di stupore, per tanta e immeritata bellezza: paesaggi, sentieri, percorsi a dir poco splendidi. Come un incantesimo. Anche le battaglie, allora, acquistano un sapore dolce, e comunicano emozioni.

E la serenità, almeno parzialmente, non è più un’utopia.

 
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Consumami

Post n°18 pubblicato il 10 Novembre 2009 da luma68

Ostacoli da superare, disseminati lungo il percorso, dove una piccola disattenzione può essere fatale per cadere rovinosamente e sperimentare quanto è ruvida la terra.

Eppure, se la vita è un più o meno lungo percorso ad ostacoli, l’ostacolo principale da superare sono io.

Ridimensionare quell’assurda quanto illogica, oltre che illusoria, pretesa di esercitare il totale “controllo” della mia vita, abbassare il mio “io”, pormi nella dimensione dell’accettazione, del dono, nell’aver la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. Un atteggiamento umile, da non confondere con quello remissivo, che sappia sfogliare ogni giorno la pagina della propria vita con stupore, con quella sorta di incanto che trasfigura anche gli avvenimenti più consueti.  Per trascendere l’ordinario.

Far tacere il mio “ego”, consapevole che il silenzio è più eloquente di tante inutili e vuote parole, premessa essenziale a quella disposizione così faticosa e inconsueta che è  l’obbedienza (da ob-audire), ossia l’ascolto.  Tacere, per poter meglio ascoltare; ascoltare il grido di chi mi è vicino, di chi chiede aiuto, di chi chiede amore, di chi invoca, di coloro che imprecano: ascoltare, insomma, l’altro. Perché, per dirla con Sartre, “l’altro possiede un segreto: il segreto di ciò che sono”.

Non ho nulla da offrire, se non la mia miseria, la mia pochezza, quel continuo dimenarmi tra il fango e il desiderio di spiccare il volo. Tendo la mano. Rapisci il mio cuore e prendimi tuo ostaggio.

Consumami, ma solo d’amore.

 

 

 

 
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