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Post n°141 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da lunagiallablu
M. Talvolta sono proprio i luoghi condivisi con chi ci lascia per sempre a divenire le gabbie idealizzate di cui restiamo prigionieri. Cambiare vuol dire dunque muoversi, spostarsi, spaesarsi per incontrare il noi stessi che è sopravvissuto all'altro e che vive senza. lI pianto, la tristezza sono gli "umori" che accompagnano non solo la fine e la separazione, ma anche l'inizio di un nuovo viaggio... R. Anche l'inizio del "nuovo viaggio" lo percepisci con qualche inquietudine. E' un allontanarsi dal prima, mette al lavoro la malinconia, ti aiuta a sopravvivere.....Se non dico un'enormità, o ci si lascia trascinare dalla morte, o tutto, anch'essa, è messo al lavoro per la vita. Ti fa capire di più. Ti matura. Ahimè, ti concima. Manuela Fraire e Rossana Rossanda, La perdita. |
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più arduo ancora il tirocinio.
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