Lui rideva così di gusto della piccola e sciocca spiritosaggine di Orah che lei si trattenne a fatica dal raccontargli che ultimamente non riusciva più a divertire gli altri, a farli piegare in due dalle risate come faceva una volta."In quanto a ironia sembra mia zia", avevano cantato di lei alla festa di Purim di quell'anno. E non era una lacuna da poco, lo sapeva. Era una vera e propria menomazione, una disfunzione di tipo nuovo che avrebbe potuto peggiorare e complicarsi e che in qualche modo aveva a che fare con altre sue qualità che si erano appannate negli ultimi anni
L'intuito, per esempio. Com'era possibile che una simile caratteristica naturale fosse sparita così in fretta? O l'abilità di dire la cosa giusta al momento giusto, che in passato aveva e ora non più. O anche solo l'arguzia. Un tempo era un tipetto tutto pepe, sprizzava scintille. Ma forse semplicemente i suoi compagni non avevano trovato una rima migliore per la loro canzoncina di Purim, si consolò.
Anche il sentimento dell'amore, pensò all'improvviso, anche quello era peggiorato.
David Grossman, A un cerbiatto somiglia il mio amore