c'e' chi dice no...

senza parole


 NAPOLI - Una vera mattanza di cani: 60 carcasse di cani sono state ritrovate nel lago di Frezza a Marigliano, in provincia di Napoli. Sulla vicenda l'Aidaa, associazione italiana difesa animali ed ambiente, presenterà un esposto alla Procura della repubblica di Nola. Ai cani, secondo quanto riferisce l'Aidaa, sono stati tolti i microchip per non poter risalire ai proprietari degli animali uccisi. Diverse le ipotesi sul fatto. La vicenda era stata segnalata da alcuni cittadini a «Striscia la Notizia» che ha fatto le riprese sul posto allertando nel contempo i vigili urbani. «TEST CORAGGIO PERI NUOVI AFFILIATI ALLA CAMORRA» - Per gli animalisti sono vari gli scenari che s'aprono dietro questo vero e proprio cimitero dei cani gettati in fondo al lago di Frezza. «Potrebbe trattarsi semplicemente - si sostiene - di un caso di smaltimento illegale protratto nel tempo di cani soppressi 'legalmente' e poi gettati nel lago per intascarsi i soldi che i proprietari hanno versato per la loro cremazione. Ma visto che negli anni scorsi nel napoletano si era parlato di un vero e proprio rito usato dalla camorra per testare il coraggio dei nuovi affiliati i quali venivano sottoposti ad una prova che prevedeva l'uccisione e lo sgozzamento dei cani, quello scoperto a Marigliano potrebbe anche essere il cimitero dove sono stati buttati i cani sgozzati dagli affiliati alla camorra». IPOTESI TRAFFICO INTERNAZIONALE - Infine, per l'Aidaa, il fatto che sia stato asportato il microchip«potrebbe essere anche sinonimo di traffico internazionale di animali: cani mandati all'estero ai quali vengono applicati microchip di cani rapiti ed ammazzati proprio con lo scopo di recupare il microchip». Aidaa nel suo esposto chiederà alla Procura «di indirizzare le indagini in queste tre direzioni, in quanto sono molte le segnalazioni di cani che dal sud ed in particolare dalla Campania partono per l'estero e non è escluso che all'ombra dei viaggi regolari di cani da far adottare in Germania possano esservi traffici di animali destinati alla vivisezione o destinati al mercato delle razze di lusso che partono dall'Italia del sud verso il nord Italia o il nord Europa dotati di microchip falsi che in realtà appartengono ai cani ritrovati uccisi».