c'e' chi dice no...

e c'e qualcuno che ancora oggi non li considera esseri viventi....


/>LA STORIAHook, il cane che fa la lavatriceAssiste i disabili, li sveste, accende la luce e porta le fedi ai matrimoni. E’ La storia un border collie, impiegato anche nel giallo dei fratellini Ciccio e Torre e in Abruzzo
Il cane Hook (Marco Bergamaschi)PADOVA — Per anni il suo fiuto l’ha guidato in mezzo a catastrofi e gialli di ogni genere: dalla tragedia di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina di Puglia trovati morti, al terremoto in Abruzzo, dai tre piccoli Rom rapiti da una casa-famiglia nelle campagne veronesi agli escursionisti imprudenti dispersi sui colli, a Trento e a Brunico, solo per citare qualche caso. Ora però, raggiunta la meritata pensione, Hook lascia l’azione per dedicarsi ai disabili. E con lo stesso impegno e amore segue il paraplegico in sedia a rotelle, gli raccoglie il portafoglio se cade o gli porta il telefono, apre la cerniera di giacconi e pantaloni da togliere, accende la lavatrice e quando il ciclo di lavaggio è finito spalanca l’oblò e tira fuori il bucato, porge bevande fresche e cibi presi dal frigo, che poi diligentemente chiude. Azioni normali per un pensionato comune, eccezionali se quel pensionato è un cane. Hook è un border collie di 11 anni che vive a Polverara (Padova) ed è stato addestrato da Sandro D’Alò, responsabile del gruppo cinofilo «Il Gelso» della Protezione civile, operativo a Ponte San Nicolò. Il preparatore, istruttore di unità cinofile specializzate nella ricerca di dispersi sotto le macerie e in superficie, gli ha insegnato anche ad aprire e chiudere le porte con muso o zampina, accendere e spegnere la luce, raccogliere oggetti da terra, portare l’agenda o il cellulare al padrone. Quasi un gioco per una bestiola intelligente, dolce e molto socievole, che però richiede anni di addestramento. «Ho iniziato a insegnargli tutto questo cinque anni fa — racconta D’Alò, che segue anche la figlia di Hook di 7 mesi, un’altra cagnetta della stessa razza di 10 anni e un pastore belga di 2 — un po’ per gioco e un po’ per fargli fare qualcosa di diverso dalla ricerca, anche se resta la sua preferita. Ho appeso corde e trecce di stoffa a maniglie, frigo e zip, in modo che se ne servisse per aprirli: per lui erano prede, ha eseguito con il solito entusiasmo. Poi ho perfezionato l’operazione con esercizi specifici, che gli hanno consentito di aprire una porta o un cassetto, prendere oggetti, porgerli al padrone e richiudere. Ora, per esempio, se gli chiedo di portarmi una birra lui corre al frigo e obbedisce». Con l’allenamento Hook è diventato talmente bravo e disinvolto con gli umani da essere scelto da una sposa come paggetto al quale affidare il cuscino con le fedi. Si è fatto venti metri di passerella in chiesa ed è arrivato davanti agli sposi nel momento giusto e senza esitazioni. Sono ormai lontani i tempi del suo quarto piazzamento al Campionato internazionale per cani da catastrofe del 2002, del posto da titolare nella «Nazionale » di genere occupato dal 2006 al 2011, dei Mondiali 2010. Ma la nuova carriera è altrettanto importante. Per lui— un «investigatore» del suo calibro non può passare bruscamente da un’attività tanto intensa a cuccia e cappottino —, ma soprattutto per i più deboli. Già diversi privati e qualche Comune hanno chiesto a D’Alò di preparare altri esemplari all’assistenza ai disabili, ma il costo tra acquisto del cane, un anno e mezzo di addestramento e relativo mantenimento si aggira sui 20/25 mila euro. Tanti, soprattutto in un momento di crisi. E così Hook rischia di rimanere una felice eccezione.