c'e' chi dice no...

finalmente...


 MILANO - Alla fine le cose sono andate come sono andate e per quanto riguarda la Champions, l'Inter si è giocata la sua occasione. Ed è andata male: la vittoria per 2-1 sull'Olympique Marsiglia non è bastata alla squadra di Ranieri per passare il turno. I nerazzurri e i loro tifosi per questa stagione non avranno più a disposizione il palcoscenico europeo, ma in occasione dell'ultima performance lo hanno utilizzato nel migliore dei modi per mandare un messaggio chiaro alla Uefa: fermare subito il massacro di cani randagi in Ucraina, da dove continuano ad arrivare notizie di rastrellamenti e successive soppressioni con l'obiettivo di ripulire le strade e fare bella figura con i tifosi che arriveranno nel Paese per l'Europeo 2012.
Un presidio dell'Oipa per sensibilizzare sulla causa dei randagi in Ucraina MESSAGGIO A PLATINI - Un grande striscione esposto in curva Nord ha chiesto di fermare la carneficina. E ha avuto, tra gli altri, un destinatario molto speciale: Michel Platini, presidente della Uefa, presente sugli spalti. La protesta è seguita da vicino dall'Oipa, l'Organizzazione internazionale protezione animali, che ha un proprio delegato in Ucraina, Andrea Cisternino, impegnato sia sul fronte della denuncia degli abbattimenti sia su quello più «diplomatico» del dialogo con le autorità locali. Proprio Cisternino aveva lanciato l'idea di utilizzare gli stadi come megafono per la protesta contro lo sterminio di cani. «UCCISIONI SISTEMATICHE» - «Dopo decenni di gestione inesistente del randagismo - fa notare l'Oipa -, le istituzioni hanno deciso di affrontare il problema del sovrannumero di cani randagi pianificando uccisioni sistematiche con avvelenamenti, colpi di arma da fuoco e forni crematori mobili. L’incremento di tale barbarie ha coinciso con la decisione della Uefa di designare il Paese come sede, insieme alla Polonia, di Euro 2012. Ecco perché, oltre ad appellarci e a fare pressione sulle istituzioni locali, chiediamo alla Uefa di prendere una posizione forte, non limitandosi a dissociarsi da quanto sta accadendo».