c'e' chi dice no...

green hill deve chiudere!


Chiudere Green Hill. Altrimenti ci arrabbiamo». L’hanno scritto su uno striscione gli attivisti che questa mattina all’alba hanno superato le barriere dell’azienda di Montichiari e si sono incatenati agli uffici dell’allevamento con lucchetti e tubi di ferro. Il coordinamento Fermare Green Hill vuole riportare l’attenzione sull’azienda che alleva cani beagle destinati alla vivisezione. Il futuro di questi animali e di tanti altri dipende dal Senato dove si discutono gli emendamenti alla legge comunitaria sulla sperimentazione animale. Il cosiddetto emendamento Brambilla, se sarà confermato, porterà alla chiusura degli allevamenti di cani, gatti e primati destinati alla vivisezione. Dopo l’approvazione alla Camera, gli attivisti temono che ci possa essere un colpo di coda delle lobby farmaceutiche in Senato. Per questo hanno lanciato l’«Operazione altrimenti ci arrabbiamo» invitando tutti a tempestare di e-mail gli indirizzi di posta elettronica di ogni senatore. «Vista la crescente e ampia sensibilità pubblica sull’argomento – spiegano gli attivisti – crediamo che i legislatori non possa non tenere conto della volontà delle persone, non solo di quella delle aziende chimico-farmaceutiche». Per mantenere alta l’attenzione, gli attivisti si recheranno a Roma martedì 27 marzo con una protesta davanti al Senato, organizzata in collaborazione con il Comitato Montichiari Contro Green Hill, che presenterà le decine di migliaia di firme raccolte negli ultimi mesi per la chiusura dell’allevamento-lager di Montichiari. Gli attivisti sanno che anche l’emendamento alla legge comunitaria potrebbe non bastare per la chiusura definitiva di Green Hill. Nella modifica di legge si vieta l’allevamento, ma non la commercializzazione degli animali destinati ai laboratori di vivisezione. E in tanti temono che Green Hill possa diventare un centro di smistamento e vendita di cani e gatti, come già succede ad Harlam, l’azienda della Brianza oggetto di forti critiche degli animalisti. «Quello che vogliamo – ribadiscono gli attivisti – è l’abolizione totale della sperimentazione sugli animali. Chiudere gli allevamenti è un primo passo in questa direzione»