c'e' chi dice no...

non ho parole!!!!!!


In tutta la Serbia la situazione degli animali randagi è terribile. Tutti i canili comunali ricorrono infatti all’eutanasia per risolvere il problema dei cani randagi, senza curarsi che tale pratica è illegale perché il 1 luglio 2011 la Serbia ha ratificato la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. L’articolo 12 della convenzione stabilisce che, quando un paese considera il numero degli animali randagi un problema, deve prendere misure appropriate per ridurne il numero in modo tale da non causare sofferenza e dolore agli animali. La convenzione, inoltre, invita i paesi a ridurre la riproduzione degli animali attraverso la sterilizzazione degli stessi. Questo in teoria, in pratica le leggi serbe sulla protezione degli animali vengono totalmente disattese. Pare anche che le aziende pubbliche e i loro veterinari ricevano fondi per la cattura di cani e gatti, cdi conseguenza gli ispettori veterinari non hanno alcun interesse nel punire i proprietari che abbandonano i propri cani, disattendendo la normativa vigente.Fino a circa sei mesi fa la capitale Belgrado era l’unica città ad attuare una politica di catch-neuter-return (cattura, sterilizza e rilascia) e all’interno dei tre canili comunali non veniva praticata l’eutanasia. La situazione è radicalmente cambiata dopo che il governo ha visto l’intensificarsi delle denunce di privati per presunte aggressioni da parte di randagi ed ha lanciato una campagna di cattura di tutti i cani dalle strade, senza mai dare informazioni sulla loro sorte. La città di Pozega, a circa 200 km da Belgrado, è un triste esempio della situazione serba. Esiste un canile chiamato “Nas Dom” (La Nostra Casa), gestito dal comune, che raccoglie i cani provenienti da otto altri comuni limitrofi. Maltrattamenti e violenza sono la prassi, come testimoniano i volontari locali che possono accedere solo due volte alla settimana:  gli operatori usano rastrelli per picchiare i cani e per portarli dentro e fuori le gabbie, poi, ogni 7-10 giorni, li sopprimono.Nel settembre scorso anche l’ex Ministro Franco Frattini si è interessato alla terribile situazione di Pozega chiedendo all’Ambasciatore di Belgrado di raccogliere informazioni in merito e di prendere contatto con la Serbia per esprimere le preoccupazioni dell’Italia, ma ad oggi nulla è cambiato.INVIA LA LETTERA DI PROTESTA!