c'e' chi dice no...

no,no,no all'abbandono!!!!!!!!


lug23
Il chip ha cambiato la forma non la sostanza: si abbandonano meno in autostrada o legati a un albero ... vengono portati direttamente in canile. Evitando multe e sensi di colpaL’allergia, la vacanza, il trasferimento, la crisi… Perché si abbandona un cane?di Laura ZangariniTags: campagne, storieStanno spauriti al lato della strada, sotto il sole infuocato; o nascosti dietro un cespuglio, tremanti. Piangono. Hanno fame; hanno sete; hanno paura. Sono soli, abbandonati, indifesi.Un esercito di disperati in rotta verso una salvezza che non c’è, o che solo pochi, fra mille pericoli e inimmaginabili stenti, riusciranno a raggiungere. Spossati, affranti, distrutti. Forse in questi giorni – come sempre d’estate -, riusciranno a conquistare un taglio di spalla nelle pagine di cronaca. Poi su di loro calerà il silenzio. Torneranno ad essere una schiera di dimenticati.Parlo dei cani abbandonati. Di quelli che diventano attualità solo con i “come difendersi dal caldo in estate” e le “città chiuse per ferie in agosto”. Un’ovvietà nell’ovvietà, qualcosa di scontato. Un ronzio di fondo al quale non si fa più caso.Sappiamo che ci sono, che magari, proprio adesso mentre stiamo leggendo, stanno vagando impauriti tra le periferie e le campagne.Forse qualcuno di loro oggi riuscirà con la sua storia a bucare il muro di gomma della nostra indifferenza. Di solito preferiamo però voltare la testa da un’altra parte. Salvo commuoverci quando un lancio di agenzia o una notizia in coda al tiggì locale racconta di come sono stati sepolti vivi, dati alle fiamme, gettati nel cassonetto dell’immondizia; impiccati (sì: impiccati!); chiusi in un sacchetto della spazzatura; violentati (sì, violentati!); massacrati a bastonate; annegati; uccisi a pugni; avvelenati; soffocati con una busta di plastica; presi a colpi d’ascia sul cranio. E qui mi fermo (ma per farvi un’idea del campionario di atrocità e sevizie che l’uomo è capace di commettere potete andare sul sito dell’agenzia geapress.it, sempre che abbiate la forza di reggere l’orrore che la lettura garantisce).Del resto, la schiera dei dimenticati, che secondo le stime del ministero della Salute ammonta a circa 800 mila unità tra randagi e cani ricoverati in rifugi e canili, è come un fiume in piena che tutto travolge. Ingrossato ogni giorno, per 365 giorni all’anno, da un catalogo di scuse sempre pateticamente tutte uguali: l’improvvisa allergia al pelo; l’inaspettato trasferimento all’estero per lavoro; il repentino cambio di carattere di quello che ormai è solo un ex migliore amico.E non crediate che l’obbligo di “chippare” l’animale, previsto per legge dal 2004, molto più spesso disatteso che assolto (nella “civilissima” Milano la metà dei cani, stimati tra le 100 e le 120 mila unità, è sprovvisto del “chip” di riconoscimento) funzioni da deterrente contro gli abbandoni. Il “chip” ha cambiato forse la forma delle cose, non la sostanza: non li si abbandona più in autostrada o legati a un albero senz’acqua sotto il sole, ma li si porta senza senso di colpa alcuno in canile, così non c’è rischio di incappare nelle sanzioni (peraltro risibili) previste per chi appunto abbandona un animale (naturalmente per quelli senza “chip” le modalità sono più vigliacche. Ma tanto sono solo cani…). Poco importa che l’abbandono sia per legge un reato penale (vietato ai sensi dell’art. 727 del C.P.): a che serve fare una legge se poi nei fatti molto difficilmente il colpevole verrà individuato e sanzionato con una punizione esemplare?Un’ultima riflessione. Per quell’esercito in rotta paghiamo tutti. Tanto chi un cane non ce l’ha, quanto chi non si sognerebbe mai di separarsi dal suo fedele amico. La custodia dei randagi nei canili grava infatti su tutta la collettività. E non parliamo di pochi spiccioli (non a caso quello dei canili è uno dei nuovi business su cui le zoomafie incassano milioni di euro senza correre i rischi che altre attività illegali come droga e prostituzione comportano): i 237 cani in stallo presso il Nuovo Parco Canile Rifugio del comune di Milano sono costati quasi 720 mila euro in otto anni, dal 1999 al 2007. Pagati anche da chi i cani non li abbandona, anzi magari li adotta andandoli a prendere proprio in canile, con il duplice effetto di sgravare di un costo la società, e di salvare un animale altrimenti destinato a scontare il carcere a vita senza aver commesso alcun reato.Chi ha adottato un cane l’ha salvato; ma, in un certo senso, si è anche fatto salvare. E sono sicura che chi vive o ha vissuto quest’esperienza capirà di cosa sto parlando.