c'e' chi dice no...

che bella storia....


LA SUA amicizia per gli uomini gli sarebbe costata la vita: così alla vigilia dell'apertura della caccia al cinghiale in Sardegna, la famiglia Demartis si è separata dal cucciolo di suino selvatico capace di conquistare tutta la spiaggia, in favore di una casa sicura. Del resto, in zona, il cinghialetto uscito spontaneamente dal canneto per giocare e mangiare con i gatti, lasciarsi accarezzare dalle persone, correre sul litorale insieme agli ultimi incantati visitatori, era diventato troppo celebre per non dare scomodamente nell'occhio. Troppo fiducioso per non finire ucciso all'istante - sempre che si possa scampare alle battute dei cinghialai, composte da squadre anche di cinquanta individui, attrezzati di carabine e munizioni di grande impatto e alta tecnologia. GUARDA IL VIDEO 1Ma siamo dalle parti di Alghero, in riva al mare, un mese fa. Qui, pure fuori stagione, i proprietari di un ristorante a conduzione familiare vengono almeno due volte al giorno, per accudire la colonia felina che vive al riparo della struttura. Una mattina i Demartis si accorgono che, in perfetta armonia, i mici dividono la ciotola con un nuovo venuto. Nel fitto delle canne, di questo periodo, c'è un brulicare di cinghiali, ma chissà perché lui solo si è fatto avanti. Sembra apprezzare la vita domestica, la buona cucina; presto i suoi ospiti scoprono che a volte persino dorme insieme ai gatti, nella cuccia. Da principio con le persone mantiene qualche prudenza, quindi si lascia convincere. Goloso, intelligente, impara subito la via del bar dove tutti ricevono il latte, fino alle più esplicite affettuosità. Confidenza totale, carezze, scherzi, se capita anche con i passanti.Con l'avanzare della stagione, in previsione del via alla specifica caccia, la famiglia viene presa dall'angoscia. Si rivolge al Corpo Forestale dello Stato per sapere come comportarsi, senza ricevere indicazioni troppo precise. All'ultimo, mentre i cacciatori già segnano le loro tracce, il cucciolo viene adottato come animale d'affezione in un'altra provincia. Di sicuro, d'ora in avanti, i Demartis e coloro che l'hanno conosciuto guarderanno con occhi diversi a questa specie, che sconta ogni anno in un bagno di sangue l'accusa di provocare danni alle colture.Non si può certo negare il soprannumero dei cinghiali nel nostro Paese, abbondantemente reimmessi sul territorio (anche illegalmente) proprio per promuoverne la caccia. Da tempo si discute dunque di introdurre un logico divieto di immissione di questi animali, o quantomeno una moratoria: il metodo più semplice e incruento per impedirne l'esubero. Ma quegli stessi agricoltori che si lamentano, non lo richiedono: perché? Imitati dalle amministrazioni locali, che potrebbero introdurre in autonomia il divieto senza nemmeno attendere una norma nazionale, mentre si preferisce ripetere che i cinghiali sono troppi e nocivi, avallando il loro sterminio.