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shojo

Post n°110 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da lunar_knights

Gli shojo in Italia: la valanga Candy Candy

Nel nostro Paese gli shojo hanno avuto un enorme successo in animazione e uno scarsissimo esito nelle edicole.
Il primo shojo a essere seguitissimo in Italia è stato Candy Candy. Trasmesso per la prima volta da canali locali a partire dal 1980, diventò in breve un cult assoluto per una generazione di ragazzine e ragazzini che si appassionò alla signorina "tutta lentiggini", al suo amore Terence, al suo benefattore Albert, alle sue amiche della Casa di Pony e agli attacchi della perfida Iriza.

Nella serie ci sono echi di Cenerentola, di Romeo e Giulietta (citato come modello nella storia d'amore con Terence) e molti spunti dal best-seller per ragazze Papà Gambalunga, di Jean Webster. Se a tutto questo si aggiunge la felicità narrativa di Yumiko Igarashi, che ha creato un personaggio allo stesso tempo romantico, sognatore, forte e dai precisi principi morali, non si fatica a capire il formidabile successo di Candy. Un vero e proprio classico degli anime giapponesi, continuamente riproposto in televisione anche a distanza di venti anni dal suo debutto.

Il successo della serie di Candy portò la popolare rivista Telepiù a lanciare il concorso "Racconta Candy in tv", in cui si chiedeva alle giovani spettatrici di immaginare come avrebbero voluto che finisse la storia di Candy. Una maggioranza schiacciante rispose che Candy avrebbe dovuto sposare Terence, e questo portò i responsabili delle televisioni locali a modificare il finale, lasciando intendere che la bionda boccolona e Terence sarebbero convolati a nozze. La storia originale vede invece Candy sposare Albert, il suo benefattore.

Il gruppo editoriale Fabbri, visto l'esito dell'anime, iniziò uno sfruttamento del per-sonaggio di Candy su vasta scala, creando una linea per la scuola tutta dedicata all'eroina ricciolosa. Poco tempo dopo, la Fabbri decise di lanciare nele edicole il set-timanale di Candy, in cui trovò posto il man-ga originale di Yumiko Igarashi.

Le giovani lettrici - pur con qualche tentennamento iniziale dovuto forse al tratto grafico dei primi numeri, meno accurato rispetto all'anime - elessero il giornalino loro rivista ideale. Sul settimanale apparvero varie rubriche, curate dagli amici di Candy (Annie parlava di bellezza, Patty di varietà, Terence di viaggi, Archie di musica, Stear di sport, Klin di animali) e il periodico può essere oggi visto come emblematico dei gusti e delle passioni delle preadolescenti dei primi anni Ottanta.

Contemporaneamente al successo italiano, Candy conquistò anche il pubblico francese, tedesco, spagnolo. Qualche anno dopo sbarcò in Messico e in America Latina e, più recentemente, in Polonia e in tutta l'Europa dell'Est, diventando così un fenomeno di costume anche presso chi non è propriamente un otaku.

L'anime di ambientazione storica: Lady Oscar

Il 1982 segnò l'esplosione degli anime con la serie Lady Oscar, diretta a un pubblico sia maschile che femminile. Il cartone rac-conta le vicissitudini di vita, amore e carrie-ra militare di Oscar Francois de Jariayes, una bellissima donna che fingendosi uomo per volontà del padre, riesce a diventare colonnello dell'esercito reale e poi della guardia nazionale nella Francia della rivolu-zione del 1789. Oscar custodisce il suo se-greto finchè s'innamora del conte di Fersen (realmente esistito) e poi del compagno di una vita, il dolce Andrè.

Il tema della ragazza che si traveste da uomo per avere successo, è vecchio e molto amato in Estremo Oriente. Riyoko Ikeda seppe unire a questo una storia appassionante e struggente, un Occidente da favola e un'epoca storica di grande interesse. I fatti storici sono ricostruiti con precisione e hanno insegnato a generazioni di bambini episodi studiati poi sui libri di scuola. Non si può dire lo stesso per i costumi, completamente reinventati attingendo alla realtà di tre secoli (Seicento, Settecento e Ottocento).

Il cartone animato di Lady Oscar seppe conquistare milioni di spettatori in Italia, Germania, Austria, Francia, Svezia e Spagna. Da noi fu messo in concorrenza da Mediaset con il tg 1 delle 20, riuscendo ad attirare un pubblico di cinque milioni di fedelissimi. Enorme successo ebbe anche l'album delle figurine, prodotto dalle Edizioni Panini, di cui furono vendute tre milioni di copie e venti milioni di pacchetti di adesivi.

Il manga della Ikeda fu in Italia anche oggetto di una causa vinta dalla Fabbri Editore contro il Corriere dei Piccoli, reo di avere pubblicato senza autorizzazione una parte del materiale.
Lady Oscar in versione manga, pubblicato sul settimanale Candy Candy tra il 1982 e il 1984, fu però stravolto dalla Fabbri per renderlo accettabile a un ipotetico pubblico di bambine di otto anni. Tra i vari tagli, il finale fu bruscamente troncato, per timore che apparisse troppo osè e tragico, con la morte di Oscar durante la presa della Bastiglia.

Una versione completa uscì invece per la Granata Press tra il 1993 e il 1994, presentando una storia fuori serie dove Oscar, Andrè e Rosalie si trovano a vivere un'avventura horror contro una strana dark lady.

Proprio l'insensata politica di troncare i finali delle versioni manga degli anime di maggior successo, fu una delle principali cause della chiusura del giornalino Candy Candy, nel gennaio 1987.
Anche per Lady Oscar è lecito parlare di "classico" degli anime, considerando non solo l'altissimo gradimento registrato in molti paesi, ma anche il fatto che a distanza di due decenni l'anime è periodicamente ritrasmesso da molte reti private, piccole medie e grandi.

Georgie, una Candy in minore?

Dalla stessa penna magica di Yumiko Iga-rashi, nasce nel 1982 Georgie, trasposto in animazione l'anno dopo dalla Tokyo Movie Shinsha, e approdato in Italia nel 1984. Georgie, considerato da alcuni una Candy in minore, è in realtà un personaggio piuttosto diverso, capace di raccogliere un vasto consenso.

E' un manga più breve del lunghissimo Can-dy, ma con una storia se possibile più ingar-bugliata che lo avvicina al romanzo d'ap-pendice, più che al fumetto. Georgie rientra nello stile delle eroine di Igarashi, con i boc-coli biondi e gli occhioni pieni di stelle, ma è più donna di Candy, più formosa e sensuale.

L'anime si concentra sulla prima giovinezza di Georgie, raccontando le sue avventure in Australia che culminano con la morte dell'adorato papà adottivo. Il finale differisce molto dal manga originale, scegliendo un finale forse incompleto ma meno traumatico: dopo essersi riunita al vero papà, Georgie preferisce tornare in Australia con Abel e Arthur, anche se non è legata sentimentalmente a nessuno dei due.

Nel manga invece, Georgie dopo essere stata l'amante di Abel (condannato a morte per aver ucciso il figlio del perfido duca Dangering) e aver avuto da lui un bimbo postumo, torna in Australia. Qui ritrova Arthur, che aveva creduto morto, e si lega a lui. Si capisce perchè il cartone animato racconti tutt'un altra storia...

La censura italiana non valutò sufficiente lo stravolgimento del finale e ha imposto sempre maggiori tagli. Praticamente a ogni replica si è provveduto a togliere qualcosa, cominciando dalle scene dei baci tra Lowell e Georgie, ad alcune allusioni a Dangering, alle tendenze non proprio commendevoli del figlio, fino all'eliminazione della celebre scena in cui Arthur riscalda Goergie con il suo corpo nudo, dopo che la ragazza era caduta in un fiume ghiacciato.

Lo stesso manga, pubblicato una prima volta nel settimanale Candy Candy verso il 1985, fu troncato quando le vicende cominciavano a farsi complicate. Dieci anni più tardi, la Star Comics decise di pubblicare il manga inegralmente, ma non ottenne un gran successo di pubblico.

Gli anni Ottanta si chiudono con un nuovo grande successo: la serie Kiss me Licia, da cui furono tratte anche due serie dal vivo, con Cristina d'Avena nei panni della stessa Licia. Anche in questo caso, ogni riferimento sessuale fu cancellato, trasformando la serie nella banale storia di una ragazza e di una band musicale.

 

http://www.uniurb.it/giornalismo/lavori2002/gastaldi/pag4.3.htm

 
 
 

mancano 4 giorni al nostro incontro....

Post n°109 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da lunar_knights

e ne ho una paura pazzesca! sono agitata.. sono in ansia.. però la voglia di stringerti forte a me........ mi prende una smania..... ho paura ke succeda qualche contrattempo ke quello ke abbiamo programmato non vada bene..... tu mi hai detto di viverla serenamente....... ma ormai dovresti conoscermi... mi prende il panico..... chissà ora ke stai pensando...... ora ke ti ho attaccato il tel e mi hai sentita fredda... eri preoccupato e mi hai detto di andare a dormire........ ma come faccio a riposare con tutti questi pensieri ke proliferano nella mia testa? vorrei tanto essere come te...... farmi scivolare tutto addosso (anke se non ti fai scivolare affatto QUELLA STORIA ed hai imbarazzo a dire ke stai con me)... (questo è un altro motivo per cui sono stata male ieri).

per te è tutto facile..... beato te!

 
 
 

.. mi sento svuotata.. stanotte mi hai fatto tanto male..

Post n°108 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da lunar_knights

non hai capito..... io piangevo..... NON FRIGNAVO.. piangevo per te perkè soffro per questa situazione..... e poi quando mi hai rifatto il verso non puoi capire la sensazione ke ho provato..... ora mi sento sola.... e vuota!

avevo bisogno di sentirmi coccolata non di essere presa per una ke ..... non lo so come mi consideri ormai..... stanotte mi hai dato proprio della stupida.. è da oggi ke ci sto male...... prima ti ho sentito e ..... niente.. eri dolce però mi hai fatto stare da cani!

 
 
 

ho voglia di te

Post n°107 pubblicato il 10 Febbraio 2008 da lunar_knights

 
 
 

ecco la mia faccia quando penso a te...

Post n°106 pubblicato il 10 Febbraio 2008 da lunar_knights

mi dai un emozione fortissima....... ti amo mio piccolo amore!

 
 
 

shonen

Post n°105 pubblicato il 03 Novembre 2007 da lunar_knights
 
Tag: shonen

Alla conquista dell'universo maschile

Gli shonen manga rappresentano la mag-gioranza dei fumetti giapponesi, anche se con l'andare del tempo l'incremento di man-ga destinati a ragazze (shojo) porterà a una situazione di sostanziale equilibrio. La carat-teristica degli shonen manga è presto detta: presenta storie mediamente più violente di quelli shojo, dove l'azione la fa da padrone sui sentimentalismi.

Non si deve però credere che tutti gli shonen siano d'azione e che tutti gli shojo siano delle "love comedy" privi di azione e agonismo. Come si potrà vedere, tra gli shojo hanno avuto formidabile successo gli shojo sportivi, nei quali l'ideale di vincere a ogni costo non ha niente di diverso da uno shonen quale Holly e Benji.

Benchè oggi esistano shonen manga che trattano degli argomenti più disparati, al punto che non è possibile neanche preparare una scheda riassuntiva dei vari generi, tutto ebbe origine con le storie argonautiche, ossia dei grandi robot chiamati a salvare la Terra da qualche invasione aliena.

Perfino all'interno di questo filone, sarebbe veramente pretenzioso pensare di offrire una panoramica completa delle varie serie di argonauti. Preferisco allora concentrarmi qui su quattro personaggi che hanno fatto la storia degli shonen anime: i due Mazinga, Goldrake,(questi tre tutti usciti dalla magica penna di Go Nagai) e Jeeg Robot d'acciaio.

I due Mazinga: quando il nemico non viene dallo spazio

Mazinga Z e il Grande Mazinga sono il pri-mo e il
secondo segmento della saga roboti-ca di Go Nagai che termina con Goldrake. Mazinga non è il remake di Mazinga Z: le due serie sono autonome anche se in più d'una occasione i due robot si trovano a combattere fianco a fianco contro i cattivi di turno.

In un giorno feriale come tanti, un giappo-nese di nome Kiyhioshiy, in arte Go Nagai, rimane imbottigliato nel traffico e inizia a fantasticare che dalla propria macchina escano braccia e gambe robotiche, grandi abbastanza da permettergli di scavalcare le altre automobili. Che ci crediate o no, è questa la genesi di Mazinga Z, il primo robot antropomorfo nella storia dell'animazione giapponese a godere di un grande successo.

A differenza dei suoi predecessori, questo anime presenta un pilota che prende parte personalmente alla battaglia, facendoci condividere la storia in modo più partecipe. Inoltre, per la prima volta i personaggi cominciano ad avere uno spessore psicologico che si approfondisce nel Grande Mazinga e culmina nella saga di Goldrake. Sia Koji, sia Sayaka e gli altri coprotagonisti non vincono solo le battaglie ma soprattutto le loro paure; superano difficoltà, maturano nel proprio carattere e a poco a poco crescono, proprio come accade nella realtà.

Qui in Italia le innovazioni portate da questi anime non sono state apprezzate appieno, a causa del disordine temporale con cui le tre serie di Go Nagai sono state trasmesse. Della trilogia Mazinga Z, Grande Mazinga e Goldrake, Mazinga Z è giunto per ultimo, presentandosi come una serie indipendente dalle altre e per giunta incompleta, poiché vennero trascurati i legami con le altre due serie e gli episodi vennero interrotti al 52° su 92.

Mazinga Z: contro il neonazista Dottor Hell

La trama dei due Mazinga ha diversi pa-rallelismi. In Mazinga Z, durante studi ar-cheologici sull'Isola di Rodi, un'equipe di scienziati scopre che l’antica civiltà cretese disponeva di una tecnologia molto avanzata, essendosi dotata di giganteschi robot giunti fino ai giorni nostri in perfetto stato di con-servazione.

Lo scienziato tedesco Dottor Inferno (Hell) decide di impossessarsene per conquistare il mondo: uccide gli altri colleghi della spedizione per scongiurare qualsiasi ostacolo alle sue ambizioni, ma il giapponese Juzo Kabuto riesce a scappare. Ritenuto Kabuto disperso e, comunque, momentaneamente non di intralcio, Hell inizia a ripristinare i "mostri meccanici".

L’anziano Professor Kabuto, rientrato in Giappone, decide di costruire in gran segreto un potente robot, capace di salvare il mondo dalla voglia di potere del Dottor Hell. Dopo qualche anno, Hell inizia il suo tentativo di conquista del mondo, e per prima cosa decide di eliminare il vecchio collega con l'ausilio delle "maschere di ferro", capeggiate dal suo luogotenente, il Barone Ashura.

I nipoti del professor Kabuto, Koji e Shiro, trovano l’anziano scienziato ormai agonizzante nel suo laboratorio segreto. Prima di spirare, Juzo consegna a Koji il robot gigante da lui costruito in "super lega zeta" ed alimentato ad energia fotoatomica: Mazinga Z (Ma-Jin-Ga, ossia Demone-Dio-Pilota: Mazinga può fare del bene o del male a seconda di chi lo piloti). Partono così le avventure di Koji Kabuto alla guida di Mazinga Z, l'ultimo baluardo dell'umanità contro le brame di potere di un folle.

Il grande Mazinga: un inno all'integrazione

In questo anime, l'aspetto più significati-vo è la difficoltà d'integrazione da parte di Tetsuya e di Jun, la sua compagna, in una società assai diffidente verso chi esula dai canoni imposti dalla tradizione. Per questo si è detto che la saga del Grande Mazinga ab-bia aiutato un'intera generazione a riflettere sul proprio atteggiamento verso gli altri nella vita di ogni giorno.

Anche la trama di Mazinga ha a che fare con il risorgere di un'antica civiltà malvagia relegata per millenni nelle viscere della Terra: i Mikenes. Li guida il Generale Nero (Generale delle Tenebre), che risponde solo agli ordini dell'Imperatore delle Tenebre, uno spirito demoniaco. Durante il primo attacco al mondo intero, i terribili Mostri Guerrieri delle sue sette armate conquistano le città di Londra, Parigi, Mosca e New York.

Solo l'intervento di Mazinga Z, pilotato da Koji, riesce a impedire che anche Tokyo cada in mano al Generale Nero. Tuttavia i nuovi mostri guerrieri di Mikenes sono molto più temibili di quelli che Mazinga Zaffrontava nella prima serie, essendo l'unione di un sistema nervoso organico con un corpo meccanico. Durante un secondo attacco sferrato contro il Giappone, Mazinga Z, non ancora riparato, avrà la peggio rischiando la distruzione.

Ma in suo soccorso arriva una nuova copia di Mazinga, costruito dal padre di Koji con una nuova lega metallica, e, soprattutto, pilotato da un giovane (Tetsuya) appositamente addestrato al combattimento: l’umanità è momentaneamente salva e, da ora in avanti, sarà difesa dal Grande Mazinga.

Tetsuya sarà affiancato nella lotta dalla bella Jun Hono, pilota del robot di sembianze femminili Venus Alfa, e dalla vecchia conoscenza Boss. La guerra si articola in due fasi principali. Inizialmente Tetsuya combatte e sconfigge le armate comandate dal Generale Nero. Come successore, l’Imperatore delle Tenebre nominerà il Gran Maresciallo delle Tenebre che si rivelerà essere il vecchio Dott. Hell, rinato anch’egli come cyborg grazie alla tecnologia dei Mikenes.

La battaglia si farà sempre più dura, sino al combattimento finale: dall’America saranno costretti a rientrare Koji e Sayaka per dare una mano alla Fortezza delle Scienze in difficoltà. Durante questo scontro morirà il Dottor Kenzo Kabuto, sacrificatosi per salvare Tetsuya dalla morte. Il redivivo e potenziato Mazinga Z renderà il favore di un anno prima a Tetsuya, aiutandolo nell’attacco finale contro la fortezza di Micene che esploderà, uccidendo tutte le forze nemiche, sotto il fuoco dei due Mazinga, di Dianan A e di Venus Alfa. Il Grande Mazinga e Mazinga Z finiranno al Museo dei Robot come simboli di pace.

Goldrake, una leggenda dalle lame rotanti

In un'ideale manuale di storia dei cartoni animati giapponesi, Goldrake conquisterebbe facilmente la copertina. Atlas Ufo Robot Goldrake (Ufo Robot Grendizer), trasmesso per la prima volta in Italia il 3 Aprile 1978 su Rai 2, non fu solo il capostipite del filone più di successo degli anime, che impressionò la fantasia di milioni di giovani spettatori in tutto il mondo, ma contribuì a cambiare il modo in cui i ragazzi di allora erano abituati a considerare la guerra e le situazioni di conflitto in generale.

Uno dei temi maggiormente presenti in Goldrake, è proprio quello di mettere la violenza e la guerra nella loro giusta ottica di non-valore, perfino quando sono indispensabili per difendersi da una minaccia aliena e conservare la vita sulla Terra. Un anime di guerra ma non guerrafondaio, dunque, alla stregua di quello che film come "Nato il 4 luglio", "Full Metal Jacket" e "Salvate il soldato Ryan" sono stati in anni a noi più vicini.

In Goldrake emergono poi per la prima volta dei forti riferimenti ecologici, con un insegnamento di rispetto della vita in tutte le sue forme, sia umane che animali e vegetali. Importante è anche il concetto di gruppo come fonte di aiuto e collaborazione reciproca finalizzata al raggiungimento di obiettivi precisi.

Contro le armate di Vega

La serie televisiva di Ufo Robot parte dalla lotta di Goldrake in difesa della Terra contro l'invasione delle truppe di Vega. La trama completa presenta un lungo antefatto, nel quale Actarus, il pilota di Goldrake, si chiama Duke Fleed ed è il principe ereditario del pia-neta Fleed. Il suo pianeta è il primo a essere conquistato dal re di Vega, che impone una società militare tutta dedita alla costruzione di armi da guerra spaziali.

Poco tempo dopo l'invasione di Vega, l'intera civiltà di Fleed viene spazzata via dai nuovi occupanti e il pianeta distrutto; l’unico a sopravvivere allo sterminio è proprio Duke Fleed, a bordo di Goldrake (Grendizer), un potente robot che rappresentava la sola e più potente arma del pianeta. Dopo un interminabile viaggio nello spazio, Duke Fleed precipita sulla Terra, dove viene salvato dal Dottor Procton (Genzo Umon), che riesce anche a far nascondere Goldrake in una caverna presso l'Istituto di Ricerche Spaziali che dirige.

Quando Duke Fleed gli raccontala sua storia, Procton decide di adottarlo dandogli appunto il nome terrestre di Actarus (Daisuke). Purtroppo il malvagio Re Vega riesce a rintracciarlo e, deciso a distruggere Goldrake e a invadere la Terra, installa una base sulla faccia oscura della Luna, guidata dal Comandante Gandal e dal suo braccio destro Hydargos.

Da qui cominciano le avventure della serie televisiva. Actarus non sarà solo nella lotta: incontra Alcor (Koji Kabuto), già pilota di Mazinga Z, che nella prima serie guida un disco volante da lui costruito, ma inadeguato al combattimento. Nella seconda serie (dal 49° episodio) Alcor piloterà il più potente modulo Goldrake 2 (Double Spacer); in questa serie si affiancheranno nella lotta anche il Delfino Spaziale (Marine Spacer), guidato da Venusia (Hikaru Makiba), figlia di Rigel Makiba, e la Trivella Spaziale (Drill Spacer), pilotata da Maria (Maria Grace Fleed), la sorella di Actarus ritenuta morta; questi velivoli estendono la capacità di combattimento di Goldrake nel sottosuolo e in acqua.

Tra le mitiche armi a disposizione di Goldrake ricordiamo le lame rotanti, i missili perforanti, i magli perforanti, il raggio antigravità, i disintegratori paralleli, il tuono spaziale, il doppio boomerang, e l’alabarda spaziale. Actarus ha come Superman un punto debole: una ferita sul braccio procuratasi durante i bombardamenti del suo pianeta, che si riapre quando è esposta a radiazioni di Vegatron. Il finale è affrettato e deludente: dopo la distruzione definitiva delle truppe di Vega, Actarus e Maria, giunti a conoscenza che la vita su Fleed aveva dato segnali di ripresa, decidono in un attimo di tornarsene nel loro pianeta.

Jeeg Robot d'Acciaio: il trionfo della biotecnologia

Un' altra serie indimenticabile nel panora-ma degli anime giapponesi è Jeeg robot d'acciaio, (Kotetsu Jeeg). Il cartone, tra-smesso in Giappone tra il 1975 e il 1976 e in Italia tra il 1978 e il 1981, fonde insieme il tema della tecnologia a quello della vita quotidiana.

Il pilota, Hiroshi Shiba, non siede in una cabina di pilotaggio com'era avvenuto in Goldrake e Mazinga ma, attraverso un'elaborata e spettacolare metamorfosi, si trasforma nella testa del robot, al quale vengono aggiunti i componenti lanciati da Miwa. Hiroshi non riesce a vivere questo suo superpotere in modo sereno, e all'eccesso di responsabilità unisce la malinconia di sentirsi diverso rispetto ai suoi coetanei.

I problemi etici connessi all'invadenza delle macchine nella vita di Hiroshi toccano tutti i personaggi, la cui psicologia viene ben delineata.

La storia di Jeeg Robot d'Acciaio nasce da una scoperta archeologica del Professor Shiba. Lo scienziato rinviene una piccola e antica campana di bronzo, le cui iscrizioni rivelano la prossima resurrezione del terribile popolo Yamatai, una civiltà scomparsa, comandato dalla Regina Himica. Non essendo creduto dai suoi colleghi scienziati nè dai capi politici, Shiba decide di sottoporre suo figlio Hiroshi, neonato, a una delicatissima operazione per inserire nel suo petto la campana rinvenuta. In questo modo gli conferisce il potere di trasformarsi in Jeeg, il robot d'acciaio.

Una ventina d'anni dopo, il professore rivela un'attività ipermagnetica nel sottosuolo: il popolo Yamatai si era risvegliato dal lungo sonno. Shiba si precipita a casa per rivelare al figlio l'esistenza di Jeeg, ma viene fermato da Ikima, un luogotenente della Regina Himica, che vuole indietro la Campana di bronzo, nelle cui iscrizioni è custodito il segreto che renderebbe invincibile il Regno Yamatay. Shiba si rifiuta di consegnare la campana e viene ucciso. La sua anima rivivrà in un cervellone elettronico installato presso il Centro Antiatomico e guiderà Hiroshi nelle future battaglie contro i mostri "Haniwa". La guerra vede combattere Jeeg prima contro la Regina Himica e poi contro il suo ben più temibile assassino e successore, l'Imperatore delle Tenebre, fino alla vittoria finale in un'epica battaglia.

 
 
 

Post N° 104

Post n°104 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da lunar_knights

 
 
 

mmmmmh che faccio entro nel mio blogghino...

Post n°103 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da lunar_knights

e non lascio neanke una fotina..... un post.....naaaaaaa......... scusate l assenza raga.. sono indaffaratissima..... ma tornerò presto ad aggiornarlo con nuovi post...

buonanotte a tutti!! ^________________^

 
 
 

sono proprio FUSAA

Post n°102 pubblicato il 24 Settembre 2007 da lunar_knights

ahahhaha

 
 
 

ehm... mi sa ke vado ad aiutare Dark..

Post n°101 pubblicato il 24 Settembre 2007 da lunar_knights

non può fare a meno di me.............. ^_*

 
 
 
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