vittime e carnefici

AFGHANISTAN


L’Afghanistan, non ha una precisa identità: non ha mai avuto il tempo materiale per imbastirsene una. Un continuo afflusso, di varie minoranze etniche si son susseguite per tutta la sua storia: cercando ognuna d’imporsi sull’altra; terra di mezzo, ghiottoneria del commercio e dello smercio.Terra apparentemente povera, arida, infruttuosa: quasi del tutto sterile.Eppure agli occhi dei malefici signori della guerra, prende le sinuose forme di un’immensa distesa d’oro: quello nero, che strabuzza gli occhi, e quello liquido, la droga.Vanta una storia travagliata; numerose guerre l’hanno posseduta: troppo golosa.L’ultimo periodo di stabilità e di pace che rimembra, risale dal periodo che va, dal 1933 al 1973 sotto la sovranità del Re Zahir Shah: il cognato, con un colpo di stato sterminò tutta la sua famiglia. Agì sotto la sigla di: Partito Democratico dell’Afghanista (comunista).L’America da sempre stratega delle grandi conquiste, studiava già all’epoca un piano per impossessarsene, per allungare famelico i suoi lunghi tentacoli egoistici: iniziò con il sovvenzionare un gruppo di facinorosi ( i Mujaheddin. Dall’arabo: combattenti), con l’intento di contrastare il governo e incitare i sovietici ad intervenire, ed è qui, in questo periodo, durante questo conflitto che nascono i Talebani.Creature statunitensi: seminate, nidiate, e partorite.Crescendo, si son stancati di seguire la “Madre”,e hanno deciso di ribellarsi. Il seguito lo conosciamo tutti.Pochi bambini diventano adulti in questa terra: quando ciò accade, probabilmente mai incanutiranno.Qualche bambino, salta come su di un tappeto elastico, sopra le mine anti uomo: atterrando si ritrovano smembrati quando son fortunati, a volte capita che si ridestino ciechi, o che non si risveglino per nulla.Queste mine, le abbiamo costruite noi, e noi le abbiamo poi gettate. I nostri ingegneri, le hanno disegnate con cura, rendendole quanto più sfavillanti possibili, in modo che vedendole a terra belle e fantasiose, qualche creatura le raccolga portandosele  a casa, o giocandoci con gli amichetti nel cortile.Quando dico noi, non mi limito agli italiani, ma intendo ogni membro della Nato; la stessa organizzazione che oggi si sigla come portatrice di Pace.Non intendo incolpare l’organizzazione in quanto tale, tuttavia nutre in grembo un aspide velenosissimo e pericolosissimo.Si tende a restare annichiliti, quando le nostre televisioni, inviano immagini nelle quali si vedono gli abitanti del luogo inveire contro di noi: non siamo benefattori ai loro occhi, ma coloro che han portato, e portano, morte.Gli editorialisti, fanno a gara, tra chi riporta cifre, nomi e statistiche sul conflitto: è tempo che la stampa dichiari anche i nomi dei responsabili di questo eccidio poliedrico.Naturalmente mentono quando dichiarano di voler rendere libero quel territorio, che vogliono donargli la democrazia,e tutte le altre fesserie.Ci sarà chi, con poca memoria e troppa sufficienza accantonerà l’intera faccenda con un:” se la son cercata loro”. Vedi Torri Gemelle.Le ricordo le torri, ma voi ripassatevi un po di storia.I più fantasiosi giustificheranno l’abuso di potere, come l’unico mezzo per contrastare i sanguinari Talebani, che dirvi tale madre tale figlio.Potrei paragonarlo o apostrofarlo come un altro Vietnam: sinceramente son stanca di fare paragoni inutili.Credo che ogni Nazione debba poter contare su un proprio armamento, visto che il buon senso non ci accomuna, nondimeno si dovrebbe una volta per tutte capire che il tempo dei pionieri, delle conquiste, delle colonie è terminato. Che ognuno viva sulla propria terra, che smetta di bramare la sovranità indiscussa, che si inizi tutt’altro cammino.Insegniamo, ai deboli come sfamarsi.  L’America è deleteria come il Vaticano: sterminate queste due potenze, ridimensionati loro, vivremmo tutti meglio. Personaggi carismatici, insidiosi: il pragmatismo, il loro fido antagonista.