vittime e carnefici

Un chicco di sale..e uno di sabbia..


Ultimamente, non faccio altro che leggere giornali: li apro e tremo.Tremo all’idea che chiunque possa interferire con la mia libertà decisionale: mi sento soffocare al sol pensiero di non potermi più gestire autonomamente e liberamente. Una volta scrissi: - Il potere affascina più di una bella donna-.Il potere si misura infilando del sale in una ferita aperta: avete mai immaginato, cosa si prova a mettere un chicco di sale su di una piaga? Piu si sente gridare, piu si sente il Potere.Ho gia i brividi addosso, la tremarella inarrestabile della paura: oggi qualcuno potrebbe aver voglia d’infilarmi quel dannato chicco,  ed io avrei ben poche armi per difendermi.Quel chicco potrebbe rappresentare un fanatico religioso intento e deciso, ad impormi il suo credo, a suon di calci, catene, segregazione, umiliazione. Ci sono mille modi per straziare un uomo: lo si può incatenare e squartare lentamente, magari generando le risa degli spettatori.Lo si può ingiuriare, rubandogli private conversazioni, o istanti di quotidianità, coprendosi dietro lo scudo del proprio lavoro(Corona)Quel chicco di sale attraversa cavi sofisticati, utilizza antenne potentissime, al sol fine di rubarti fotogrammi che sono esclusivamente tuoi. Nessuno è in grado di tutelarti, di proteggerti di vendicarti. Nessuno nemmeno ci prova a contrastare questo fenomeno dilagante e destabilizzante.All’improvviso questo chicco di sale ti butta in piazza, usa le tue parole contro di te, e tu istintivamente porti le mani a coprirti: come una donna che si sente non vittima, ma stranamente colpevole dopo uno stupro. Corre di getto a lavarsi, purificarsi, disinquinarsi come se d’un tratto fosse infetta.In questa storia di mercenari, non ci sono solo scatti rubati, non solo intercettazioni illecite, ma anche estorsione, truffa, violenza psicologica,e ricatti. Il volere sopraffare, gestire, annichilire la vita altrui. Facendo leva su quel bisogno di Supremazia che sembra diventata una necessità di tutti: abbiamo bisogno di dominare il prossimo; ma non normale competizione, o sana ambizione, no, necessità di distruggere, annientare, lapidare chicchessia.Questi temi non riguardano soltanto le alte Guardie, riguardano noi tutti: la mancata custodia del nostro quotidiano, non va , e non deve essere  trattato con scarsa riflessione, o peggio ancora con un alzata di spalle. C’è chi è convinto di poterti, origliare attraverso un buco della serratura.Cambiamo discorso.Son rimasta affascinata dalla descrizione che ha fatto Mastrogiacomo della sua prigionia.Completamente rapita dal suo resoconto. Capace di aprire spiragli di notevole riflessione.L’ingenuità contraddistingue il ritratto che fa di questi terrificanti guerriglieri: li rende pazzamente umani. Trova da sorridere sul fatto che questi mostri del deserto, siano incuriositi su i racconti che colgono sulla nostra società. Dice, che quando lui spiega ed elenca le nostre “libertà”,i nostri usi e costumi, loro assumono espressioni di vero sbalordimento.La morale della riflessione è molto semplicistica.Ragazzi giovani, prelevati dalle tante scuole coraniche; assolutamente ignoranti sulle basilari leggi umane. Nessuna cognizione del sesso, nessun contatto con qualsiasi strumento che faccia loro vedere altri stili di vita: assoluta assuefazione al corano. Nessun libro, nessuna carezza, nessun “cuore e due capanne”.Nessun focolare, nessun pianto di bambino, o lacrime d’amore.Nessun cantante, o squadra da tifare.Lontano dal mondo, vivono credendo che la loro unica missione sia difendere le leggi del Corano. Liberi nel deserto, prigionieri del Corano: le splendide dune in costante mutamento, ritratto perfetto della piu suprema libertà, tuttavia guardie carcerarie di questi ragazzi.Vivono allo stato brado, i Capi fanno sempre in modo che mai abbiamo da “inquinarsi” con gli altri: sono a tutti gli effetti un branco.Dormono tra loro, mangiano tra loro, parlano e giocano e pregano tra loro.Si avvicinano furtivamente al prigioniero, timorosi del contagio occidentale, eppure è un’attrazione, ogni occasione è buona per scambiare due parole con quel’infedele, frutto di una società da distruggere. Mi chiedo, l’unico mezzo efficace per contrastarli è sparargli contro?Non credo siano consapevoli, forse basterebbe infliggergli un pò della nostra televisione.L’errore che si fa, è il cercare di annientarli, pensando che loro siano come noi: vogliamo distruggerli come distruggeremmo uno di noi…Ma i Taleban..chi sono?Dicono al giornalista, che può salvarsi, che è ancora in tempo per seguire o intraprendere la sola via che porta al Paradiso: loro non hanno nessun dubbio, loro credono di vivere  morire per la sola verità esistente.Forse per prima cosa, dovremmo distruggere queste scuole immerse nel deserto: impedire loro di sfornare altre povere anime.Di certo tutto potremmo fare, tranne quel che si sta ora facendo..Abbiamo pagato un riscatto, Mastrogiacomo, è costato 5 terroristi: qualcuno ha polemizzato, non si doveva cedere, si dice.Non sono una stratega, tanto meno una guerrafondaia, io anche avrei ceduto ai loro ricatti: nondimeno, avrei ritirato le truppe…e cercato di convincere le altre Nazioni  a seguirmi..Fassino, dice che al tavolo delle trattative, devono essere presenti anche i Taleban.Provo ad immaginarmi questo tavolo, ogni bottiglia di acqua effervescente un diretto rappresentante  del conflitto: Bush, siederebbe di fronte al Capo, dei Capi Taleban?Cosa gli direbbe? Semplice domanda e anche la risposta  è scontata: “Io ordino, voi eseguite, e la guerra finisce.”   Man mano che scorro le pagine, mi accorgo che non odorano più di semplice stampa, mi accorgo che non hanno più quel tipico colore bianco sporco, no: è carta intrisa di sangue, racconti di inaudita violenza, ostruzionismo mirata a defraudarmi della vita. Spioni, contrabbandieri di vite altrui, agenti segreti mascherati da terroristi: chi rinnega l’amore siglandola come malattia, chi inneggia la guerra, osannandone il bisogno. E mi chiedo perché.