vittime e carnefici

Io sto con il Dalai Lama.


 
Cina.Ufficialmente Repubblica Popolare ma ufficiosamente Comunista e in guerra con ogni forma di libertà non da loro Controllata e Concessa.Dal 1971 nell'ONU: oggi fronte aperto. Guerra ideologica: la pace dei monaci cozza terribilmente con l'odio cieco della Cina duce.Pulizia etnica: meglio recidere ogni possibilità di far nascere nel cuore comunista ogni piccola cellula d'opposizione, potrebbero ingigantirsi e trovare canali e aiuti altrove.Che nessuno osi giudicare o muovere dito a favore del Dalai Lama, non siamo i Talebani, noi, vi facciamo sparire con il nucleare, con le nostre armi da distruzione di massa, inquinandovi i cibi, le acque, l'aria, facendovi saltare in aria con la dinamite, magari mentre aspettate la metro.Non osi l'America avanzare pretese: la Russia non starebbe a guardare. Ne deriverebbe la fine del mondo.Carcerieri e prigionieri, santi e demoni, il diritto alla libertà contro la volontà di piegare le altrui vite, oppressione contro rivoluzione, la filosofia fondata sull'amore contro la bramosia del potere supremo : nessuna vera guerra, le armi vengono usate da una sola parte l'altra le subisce senza mai accennare ad un gesto di violenza. Monaci trasformati in cerini; le fiamme avviluppano le tonache rosse bruciando senza pietà cuori pronti alla morte pur di ribellarsi.Cuori contro ogni forma di violenza e di ubbidienza: nessuna ubbidienza verso chi pretende di rubare diritti e libertà. Forse domani, rimpiangeremo di non aver fatto nulla per impedire venissero eliminati dalla faccia della terra; i monaci buddisti come i dinosauri li conosceremo soltanto dalle pagine dei libri di storia, foto ricordo di un popolo pacifico costretto all'ignominia di uomini e nazioni votati con assoluta ubbidienza al Dio dal potere assoluto. Le fonti ufficiali dichiarano una dozzina di morti, noi sappiamo essere molti di piu.Li vediamo li, sulla strada, malmenati, bastonati, arsi, violati, umiliati, sacrificati nel nome dell'egemonia. Rubati del diritto alla vita, alla terra, alla libertà. Tibet, terra lontana, la Cina che sventola la sua bandiera rossa sangue. I monaci diventano statuine messi sulla scacchiera internazionale: da una parte l'armata bianca per la pace, dall'altra parte l'armata nera. Russia, Cina, Condoleezza.Vengono intervistati contemporaneamente e in separata sede due massimi esperti di politica internazionale: le loro dichiarazioni, nemmeno fossero stati d'accordo, sono identiche e sconfortanti.Non uomini torturati, ma pedine capaci di regalare all'America il sogno di invasione. La marcia tanto agognata sulla Cina e le sue meravigliose potenze.La Russia tuona: - Nessuna intromissione su i fatti interni - Certo, la Russia, come la sua amica Cina agisce contro i ribelli nel medesimo modo.Chi lotta per i diritti umani, per la libertà, per rivedersi riconosciuti sulla propria terra di origine son per loro alla stregua di delinquenti, di sanguinari terroristi.Si sta tutti a guardare, come leoni in attesa di avvinghiare ingenua la preda.Il Dalai Lama personaggio scomodo ma tutelato dallo stesso nemico: per questo ancora in vita e certo non per la sua roccaforte inespugnabile. Del resto ha viaggiato illeso per il mondo, fino a giungere qui in Italia, trattato come un appestato.Certo, bisogna tener conto delle olimpiadi, evitare qualsiasi infiltrazione tibetana, in Cina i panni sporchi devono per legge, rimanere in famiglia.L'America sogna, agogna e prega possano i monaci infiltrarsi, sarebbero per loro il motivo che cercano, l'appiglio che gli permetterebbe appunto, nel nome di quei diritti che vanno difesi, di invadere la Cina. Ma anche l'uccisione del Dalai Lama offrirebbe agli americani quel meraviglioso spunto. Meglio tener in vita il Capo e uccidere ad uno ad uno i monaci. Sterminarli.La dittatura cinese, quella cerchia che ha fatto della terra tolta al popolo tibetano una terra del dolore, e dell'abolizione di ogni forma di libertà, è divenuta una cerchia fortissima dal punto di vista strategico, conta milioni di affiliati, alcuni sparsi per il mondo. Credete siano tutti scappati alla dittatura i cinesi da noi? Fessi.Sono qui, i più, pronti a dar vita al disegno diabolico di sterminio di massa; aspettano soltanto un cenno.Ecco perche, qui i nostri amici cinesi non sembrano volersi omogenizzare a noi ma anzi, restano nel chiuso della loro cultura e tentano di non farci entrare nessun estraneo.E nemmeno, e qui ne avrebbero facoltà, accennano ad un gesto di solidarietà ai tibetani o ai loro popoli oppressi. Nessuna denuncia contro la dittatura.Sono molte le omissione da parte dei canali ufficiali: ci raccontano della strage impunita certo, ci mostrano la devastazione dei corpi, qualche sparo o fotogramma, ma nulla più.La mafia cinese, è in guerra con la mafia occidentale: i poteri occulti delle due frazioni, occidente e Cina – Russia, si son rotti all'interno. Questo fa paura.Questo dovrebbero dirci.Questo è il motivo per il quale i nostri massimi esponenti politici hanno evitato il Dalai lama.Piccole formichine nel complesso formicaio internazionale. Nemmeno l'ONU usa il pugno fermo, eppure è un suo membro la Cina. La Cina ha accettato lo Statuto dell'ONU al suo tempo.L'ONU è nato a difesa della pace e ha regole ferree su i diritti umani, regole ad oggi ampliamente violate dalla Cina. Forse dovremmo scrivere ai partecipanti delle olimpiadi, chiedergli di organizzare in concomitanza dell'evento mondiale, un progetto di sostegno e di aiuto ai popoli ingiustamente sterminati.Chiedergli di leggere davanti alla Nazione cinese un documento che li spinga a retrocedere e a cessare le torture. Servirebbe forse a poco, forse, a niente. Eppure mi ritorna in mente un pezzetto di storia. Le donne di Plaza De Majo allo stadio durante i mondiali con i loro striscioni: Aiutateci. Stiamo sparendo. -Qualcosa si mosse al tempo e chissà...... Roberta Lemma