Lunedì

Soprannomi


L'ufficio dove lavoro qualche ora al pomeriggio è il classico esempio di gruppo eterogeneo. Negli ultimi mesi son venuti a crearsi, volenti o nolenti, una serie di soprannomi rivolti ai vari colleghi e dato che, con le ultime sentenze della Cassazione, non se ne può sparlare via email, ne sparlo qui :-) Partiamo dall'inizio: ex collega, licenziatosi 8 mesi fa. Pare avesse acquistato del materiale elettrico per sè, ma con fattura a nome dell'azienda, e, con bolla alla mano con tanto di sua firma sotto, abbia candidamente detto: "non son stato io, non è la mia firma". Da quel momento, ogni volta che qualcuno gioca a fare lo scarica-barile, io e la mia collega ci guardiamo ed in coro esce: "non-son-stato-io-non-è-la-mia-firma". Marito della capetta, assunto nell'azienda come "assistente alle vendite", in realtà il suo massimo lavoro è fare le consegne e poco altro. Spesso si sforza di fare anche gli straordinari, ovviamente davanti al pc a vedersi siti poco impegnativi. O meglio: impegnativi per la seconda testa maschile... Visto il suo forte impegno il suo soprannome è "l'inutile". Prima o poi gli insegneremo anche ad usare la tastiera, oltre che il mouse. Così si impegnerà assiduamente, magari in qualche chat :-) La capetta, sempre lei, la stessa che non sa come si scrive un mezzo (1/2). Ultimamente non sta molto bene, tiene 150 malattie differenti, a partire dall'helicobacter, fino ad arrivare alla stitichezza acuta, passando per "dei fastidiosi puntini davanti agli occhi" (ultima malattia, risale a ieri pomeriggio). La settimana scorsa non è venuta al lavoro, e quell'unica mattina che si è presentata aveva una faccia da funerale da far deprimere perfino la lampada alogena dell'ufficio, che difatti si è bruciata. Lei è "la depressa". Il tecnico, attualmente l'unico operativo in azienda, ha una strana malattia: ciclicamente 2 volte al mese il lunedì mattina non viene al lavoro, regolarmente guarisce e il martedì si presenta puntuale. Facendo 2 conti, e dopo aver valutato che non può assolutamente essere una donna, chè altrimenti il problema si presenterebbe circa ogni 28 giorni, e non ogni 15, questo elemento ha preso il nome de "il miracolato". Tale repentina guarigione non può avere altre spiegazioni se non un intervento, come dire, "dall'alto". Il capo nell'ultima settimana se n'è uscito con una delle sue. Secondo la nuova legge per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri, bisogna predisporre una serie di documenti, cosiddetti POS. Non vi sto a spiegare cosa sono, c'è tanto di legislazione a riguardo. La stessa che la mia collega ha seguito quando ha dovuto preparare tutto il necessario per l'apertura di un nuovo cantiere. Quando però ha presentato al capo i documenti da firmare, lui li ha guardati ed ha detto: "Non sono d'accordo". La mia collega ha fatto presente che la legge richiede questa procedura, di conseguenza va seguita. Il capo ha ribadito: "la legge dice così, ma io non sono d'accordo". C'è gente al parlamento che ci mette mesi, se non anni, per fare una legge. Ma lui "non è d'accordo". Giustamente. Fanalino di coda, la nostra collega dell'assistenza clienti. Una gran brava ragazza, molto precisa, molto puntuale, molto attaccata al telefono. Siccome lei lavora presso il magazzino, e noi invece stiamo in ufficio, è capace di telefonare una media di 30 volte in 4 ore di lavoro. Fin qui nulla di strano, se fossero telefonate effettivamente necessarie, ma lei è in grado di telefonare 1 minuto prima di uscire dall'ufficio e di chiamare subito dopo dal suo cellulare per un saluto. Ora, va bene l'attaccamento ai colleghi, ma qui si sfora nell'assurdo, diventando, suo malgrado, uno "stress". Tanto per riderci su. In ufficio a volte bisogna sdrammatizzare.