Lunedì

Un ricordo...sottofondo Woman in Love


Pomeriggio estivo sfuggito alla pennichella a cui mia madre pretendeva di obbligarmi, nonostante la bella età di 15 anni. La scusa sempre la stessa: FA BENE dormire un paio d'ore il pomeriggio al mare. Ed io mi domandavo: ma se fa così bene, perchè io mi sveglio dopo 10 minuti più rintronata e rincoglionita di prima e con un mal di testa abissale che mi trascino poi per tutto il resto della giornata? Ma allora dillo, dillo che tu mi vuoi vedere incazzusa e rincoglionita, così hai la scusa per scassare meglio....Risultato: ho passato un mese al mare ad organizzarmi fughe pomeridiane per evitare la pennichella. Ed era pure un divertimento!! Tempo d'attesa medio, 6 minuti.... facevo finta di dormire, da brava ragazza, dopo 4 minuti canonici lei era KO, il 5° minuto occupato a strisciare lentamente senza far cigolare porte, facendo attenzione a non intompare rovinosamente contro qualche spigolo, visibilità limitata dal buio assoluto e soverchiante, perchè si sa, a luglio, 40° all'ombra, per dormire bene la casa deve essere ermeticamente sigillata, stile forno.Salvo intoppi (starnuto, sorella scassamaroni, spigolo bastardo) ero fuori casa allo scadere del sesto minuto, sana e salva, e con la testa integra. Per far prima ci si finiva di vestire sulle scale...Il mio rifugio era diventato il bar-salotto dell'albergo vicino, giusto a metà strada tra casa e spiaggia, ospite del ragazzo che lavorava lì, tra l'altro annoiandosi a morte, visto che le persone normali in vacanza al mare d'estate vanno, appunto, al mare. Di certo non chiusi in casa...Sprofondati in due comode poltrone (alla faccia del lavoro) per tanti pomeriggi... In uno di questi, quando entrai nel salotto, il ragazzo stava canticchiando sommessamente la prima strofa di questa canzone... era maledettamente familiare, ma non riuscivo ad identificarla. Nel vedermi smise di cantarla, forse vergognandosi, ricordo che gli chiesi "per favore continua..." il suo sguardo si fece interrogativo, dovetti insistere "è importante, non smettere". Ricordo che la cantò tutta, dall'inizio, mentre io, che avevo chiuso gli occhi, ne stavo memorizzando ogni singola parola, riportandola a galla dalla memoria, insieme a lui la cantavo con la voce dei ricordi... ascoltavo questa canzone parecchi anni prima, e accanto a me c'era mio padre... In quei pomeriggi al "rifugio" sono stata bene. Ho assaggiato la mia prima kaipiroska, rigorosamente ben ghiacciata vista la minore età, ma soprattutto il gran caldo. Ho imparato a giocare a Machiavelli, ho stupito e mi sono stupita, ma soprattutto, ho assaporato fino in fondo gli istanti e l'ebbrezza delle fughe. Ed ho ritrovato un ricordo assopito. Ora nella canzone si associano due ricordi: quello più vecchio con mio padre, e quello di pomeriggi un po' trasgressivi, in dolce ed allegra compagnia.