Lunedì

Spiegazione invero-simile del déjà vu


Dopo aver scritto l’altro pezzo mi sono messa a tavola, con l’intenzione di addentare una sana dose di zuccheri e calorie sottoforma di pane-e-nutella. Sarà l’influenza delle riflessioni precedenti, il caso, la suggestione, qualche interferenza elettromagnetica…NON LO SO!… fatto sta che fetta di pane nella sinistra, coltello affondato nella caraffa a destra… cosa ti spunta??? Un déjà vu. E che diamine, nemmeno la nutella in pace posso mangiare! “Ignoralo!”, mi dice la mia vocina, “fa’ finta di non aver visto-sentito nulla”. Fosse facile, dico io. (pensateci, non soltanto sento la voce, ma pure le rispondo!) Tento di ignorare quella sensazione di già-visto-già-sentito ma nulla. Non soltanto persiste, questa volta è unita ad un senso di sdoppiamento. Fatemi capire: non soltanto sto rivivendo questa scena, ma addirittura la vedo in esterno, come fossi uno spettatore. I casi sono due: o il montaggio del film è riuscito male, e sto vedendo una sovrapposizione di pellicola, oppure mi hanno scritturato per fare due parti, protagonista e comparsa nella stessa scena. Ma nella Hollywood ultraterrena sono al corrente che esistono anche le controfigure?? Va bene, purchè mi si lasci addentare la mia fetta di pane, facciamo mente locale sull’accaduto. Se vedo la scena dall’esterno, cioè vedo me che sto a tavola, significa che io non sono “me” in quel momento. Domanda uno: se io non sono “me”, chi sono? Uno spettatore passato di lì per caso? (magari attirato dal profumo della nutella…) Domanda due: perché io so che sono io, ma nello stesso tempo so che sto osservando me a tavola? Come? La nutella mi ha dato alla testa? Questo non sta scritto fra gli ingredienti… Non dovrei farmi tutte queste paranoie, lo so… poi va a finire che il dubbio rode per cui pane-e-nutella al seguito torno davanti al pc, fonte di riflessioni e informazioni. Ragiono meglio se scrivo, di certo se perdo il filo logico posso cancellare e ritentare 8-) La memoria sta rispolverando un vecchio libro, il primo che ho letto che mi ha fatto scoprire un autore eccezionale: Richard Bach. Si intitola “Uno” e parla di una visita che Richard e Leslie, sua moglie, fanno ai mondi paralleli. Ogni volta che noi facciamo una scelta la nostra storia procede nella direzione voluta. Ma chi ci dice che la scelta alternativa non proceda di pari passo con la nostra? Se anziché decidere di fare il pieno di pane-e-nutella avessi optato per una mega insalata? Ecco spiegate le due prospettive! Scena uno: io seduta con pane e nutella Scena due: io in piedi accanto al tavolo che pulisco l’insalata. Se le sovrappongo cosa ottengo? Una finestra tra due mondi alternativi che per puro caso si sono mostrati uno all’altro. Io mi riconosco nella scena due, so che sono io, ed io soltanto, quella in piedi, ma allo stesso tempo sono io quella seduta. Prevale la scena uno, perché è quella che sto vivendo direttamente ed è sicuramente quella più a fuoco, quella più reale, più “fisica”. E l’altra scena non è altrettanto reale per l’altra me stessa? Che il déjà vu non sia altro che una finestra aperta tra due mondi paralleli, in quell’istante talmente simili fra loro fino al punto di sovrapporsi?? Questo spiegherebbe anche il fatto che la sensazione di déjà vu viene percepita sempre un istante prima che la scena avvenga. Insomma, chi mi dice che un’altra me stessa in un mondo alternativo non abbia deciso di mangiare pane-e-nutella 5 minuti prima di quando non l’abbia deciso io? E poi magari ha optato per la mega insalata? E mentre la stava preparando avesse pensato che forse forse era meglio la nutella, desiderando così di tornare indietro e cambiare la sua scelta? Non so voi, ma io posso tornare a godermi il mio spuntino in tutta tranquillità…