Lunedì

Le due Torri


In teoria, secondo gli studiosi di Tolkien, il secondo libro della trilogia rappresenta il massimo della negatività e disperazione. In effetti per i nostri eroi tutto pare alla fine, nessuna via d'uscita. L'unica prospettiva che hanno è combattere pur sapendo che andranno incontro a morte certa.Balle. Gli studiosi non sanno leggere fra le righe. Non sanno che, grazie alla facoltà di decidere propria dell'essere umano, e in questo caso anche "non-umano", non esiste la parola fine. Esistono le scelte, e la consapevolezza di quanto le nostre scelte implicano. La volontà di affrontare le conseguenze del nostro libero arbitrio. Tutto questo dà all'uomo una forza incredibile, dà la speranza, dà la consapevolezza che NON è il destino che ci comanda. Siamo noi che decidiamo che destino avere, anche se questo implica affrontare la morte.Perchè solo affrontando e liberamente scegliendo abbiamo la possibilità di... perdere, o vincere.Questo è il secondo libro: un inno alla libera scelta, che porta la speranza ed infine la vittoria. Anche sulla presunta morte: ricordate le lacrime quando avete letto del sacrificio di Gandalf? Eppure lui ritorna, e non più grigio, simbolo di passività e rassegnazione, ma torna come Gandalf il Bianco, forte di quella volontà che lo rende potente, capace anche di sconfiggere la Morte.Ora rileggete il libro, e ditemi che non è così.