Creato da Invisible_Typer86 il 27/05/2012

Through the Wire

...poiché finì la lana e persi il filo!

 

 

Di notte

Post n°12 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da Invisible_Typer86
 

Capita anche a voi la notte di essere pervasi da mille pensieri? Di tentare, in tutti i modi possibili, girandovi nel letto di scacciarli e finalmente trovar pace? A me capita ogni singola sera. Nonostante la stanchezza, fisica e mentale, sento che una parte di me non è così sopraffatta e in tutti i modi possibili devo abbatterla, schiacciarla sotto il peso delle ore della notte perchè so che se le lascio troppo margine quella poi non mi lascerà dormire. Il pensiero. Un tormento che mi dedico tutte le notti, quando sono convinta che finalmente è ora di dormire, che gli occhi si chiudono e che la mente riesce ad andare in standby per un pò fino all'indomani, e nell'arco di cinque minuti invece mi rendo conto di quanto ingenua sono stata. Non posso dormire. E ancora non ho capito se sono io che non voglio per paura di dover pensare o se effettivamente il fatto di rilassarmi mi pone questo problema.
E sinceramente non provo neanche più a chiedermelo. Andrebbe ad accatastarsi alle altre mille domande che disperatamente cerco di evitare solo per poter trovar pace e dormire.
Di notte.

 
 
 

Domenica

Post n°11 pubblicato il 04 Febbraio 2013 da Invisible_Typer86



Lentamente mi porto verso quella che tanti osano definire "casa" per vari motivi mentre io, mentre sto guidando, ripenso al calore dei tuoi baci appassionati, alla dolcezza estrema e disarmante delle tue mani che come chi cerca di portare alla bocca l'acqua appena raccolta dalla fonte, così raccogli il mio viso e mi tieni sul tuo cuore con timorosa premura.
Sembra quasi tu voglia cogliere in qualche modo le mie lacrime facendo certosina attenzione e non perderne nessuna. 
Ma il mio viso è asciutto, nessuna lacrima ha bagnato le tue dita. Solo il mio cuore, solo il tuo.
Ti prego non lasciarmi andare: rapiscimi, tienimi forte a te. La sera poi calerà e le cose fredde che erano un tempo prima di noi, torneranno insieme a noi. 
Ma quì tra le tue braccia, mille vite e mille soli ci aspettano! Dobbiamo solo tendervi la mano e crederci ogni giorno di più. Mi basta un bacio, ancora uno...o forse no.

Un giorno pieno di sole Amore mio, e la speranza di riabbracciarti presto mi irradia il viso di luce.

 
 
 

Raccontarmi

Post n°7 pubblicato il 02 Giugno 2012 da Invisible_Typer86



Non so. Aprire il blog è un pò come tornare a casa, un piccolo piacere da assaporare lentamente mentre la pagina si carica per poi scoprire che comunque nessuno ti ha considerato  
Ma come dicevo nel primo post, non mi interessa quanti guarderanno o commenteranno, ho bisogno di ricominciare a scrivere io, voglio mettermi in gioco di nuovo, riprendere da dove ho lasciato. E sinceramente non è facile, l'ispirazione non mi sopraggiunge che a notte fonda quando ho mille cose per la testa, parole la trapassano completamente, la travolgono; discorsi che faccio da sola al buio, con persone che conosco e stimo. La loro figura si erge dal fondo del letto come un piccolo fumo, un'entità aerea che aleggia tranquilla fino al mio fianco e si sdraia vicino a me a contar le stelle, a parlare insieme a quelle. Mi stan vicino, mi consolano ogni tanto, riescono a strapparmi un sorriso. Quando però rompo quel filo invisibile involontariamente, quando quel contatto, seppur fittizio, cessa di esistere e torno a rendermi conto che parlo con me stessa, tutto torna com'era. Torna il silenzio. E mi avvolge tutta come una scarna coperta in una notte d'inverno. Sono ancora quella bambina che si rannicchiava su se stessa nel buio e si raccontava storie per addormentarsi.

 
 
 

Ricordo.

Post n°6 pubblicato il 28 Maggio 2012 da Invisible_Typer86

Ricordo ancora la mia prima guida. Arrivasti tu con l'istruttore seduto in fianco; fiera, orgogliosa e solare come eri sempre, conscia del tuo essere donna e della totale assenza di timore nel mostrarlo, nel mostrarti. Invidiavo questa tua sicurezza tanto che in un primo momento ti giudicai male. Bastò uno sguardo e la tua prima risata nel momento in cui prendesti posto in classe in autoscuola per farmi sentire a casa, accettata. Non mi sentivo più un pesce fuor d'acqua.
Nonostante tu abbia cominciato le guide prima di me, prendesti la patente un mese dopo, a Giugno.  
Dopo tanti curriculum lasciati nelle varie aziende vicino casa, finalmente verso Novembre una di queste mi chiama per un contratto a tempo determinato ovviamente. Nel frattempo le nostre vite erano tornate quelle di prima, eravamo tornate due sconosciute. Non ci siamo più riviste.
Ricordo ancora il primo giorno di lavoro da dopo quella chiamata fortunata. Finalmente lavoravo, finalmente potevo pensare di mettermi via qualcosa anche se sarebbe stato davvero poco, non mi importava; ero felice di aver trovato qualcosa, quella piccola speranza per il futuro, per me, per la mia famiglia, per l'amore della mia vita.
Era una giornata bigia. Piovigginava. Per scacciare l'ansia, portai via con me la foto stampata del mio Amore che, gelosamente, tenevo nel diario. Ero partita con un'ora di anticipo: odio essere in ritardo, soprattutto se si tratta di una cosa importante come il primo giorno di lavoro. Non correvo, rispettavo i limiti come sempre. E poi non so, ricordo un'auto blu scuro, una donna bionda a bordo...la curva. Non tenevo più il volante. Tentai con tutte le mie forze di raddrizzarlo, ma non ci riuscivo e nel momento in cui vidi che sbandavo nella corsia opposta chiusi gli occhi. Accettai tutto quello che sarebbe successo in seguito. Accettai l'ipotesi di poter non uscirne viva. Un grande cozzare da tutte le parti mi avvolgeva in quel buio oculare e poi più niente.
Quando riaprii gli occhi, l'ultima cosa che accadde fu lo staccarsi del cruscotto e l'incrinarsi del parabrezza; scoppiò l'airbag e non so se fosse dell'acido o la carica esplosiva dello stesso che mi bruciò la manica destra del cappotto. Ero bloccata: la portiera destra era ammaccata e la mia era inutilizzabile perchè ero rifinita contro il guardrail e sul fianco c'era una scarpata. Ho visto un uomo correre verso la mia auto per aiutarmi. Ma era come se io li non ci fossi. Piangevo, pensando che mia madre non avrebbe avuto più un mezzo per andare al lavoro. Piangevo perchè dovevo andare al lavoro e stavo facendo tardi. Poi trovai il cellulare, riuscii ad uscire dall'auto; chiamai a casa, chiamai il mio Amore. E poi più niente fino all'arrivo dei soccorsi. Ed ero lì stesa per terra come una salma, con la coperta termica addosso. Aveva iniziato a piovigginare di nuovo e mi sono sentita abbandonare il presente. I giorni in ospedale, il ritorno a casa. Ventiquattro giorni dopo, la notizia. Il nostro vecchio istruttore, si mette in contatto con me: "Non hai saputo? Giada è morta. Stava tornando a casa, la curva prima di entrare in paese...c'era il nevischio. L'auto si è girata su se stessa... Lei è morta sul colpo mentre il suo amico è rimasto illeso."
E da un anno e mezzo a questa parte, c'è un pensiero che mi tiene ancora sveglia la notte. Un pensiero oscuro alla mia comprensione; una domanda senza risposta, una delle tante. Certo il peggio è per chi assiste non per chi se ne va. 

 
 
 

Breve

Post n°5 pubblicato il 28 Maggio 2012 da Invisible_Typer86

Quando scrissi per la prima volta "I nati del Giorno" avevo 18-19 anni. All'epoca mi dilettavo a scrivere brevi racconti su spaccati di vita immaginata, astratta, condita con un pò di vissuto magari. Ricordo che in quel periodo avvertivo una forte pesantenzza che mi soffocava quasi. Poi mi accadde una sera al cinema di stare male. Sono svenuta, non tanto per l'argomento della pellicola, probabilmente un calo di zuccheri o, come poi è successo, la necessità di una visita dall'oculista. Sudavo freddo, non riuscivo a muovermi nè a chiedere aiuto; poi il buio e io che sentivo le membra che si intorpidivano...mi sembrava di essere risucchiata nella poltroncina, in un totale oblio. E da qui il brano. Forse la prima volta che pensai o almeno, che fantasticai riguardo a cosa si può sentire in quel momento, quando abbandoni il corpo.
Ma il futuro aveva in serbo per me altre esperienze.

 
 
 

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