Luoghi Perduti

Prati della memoria


Vado in un prato.Il mondo ha un peso di presagio.Se cammino o sognoè perché attraverso giorni senza oblio.Perché in me si equilibranolo spazio e il suo affanno d’ombra o fiore,e intorno a me le cosebrillano intensamente interminabili,ognuna occupando la perfezione desideratanel vento di aprile.Se cammino o parloè perché la distanza mi chiama alla sua memoria,e la morte si allontana dalle cosericordate più diafane.Questo è il segreto di coloro che sempre avanzanoattraverso un prato, sognandolo, come se non morissero.Ogni passo che danno crea un azzurro e una foglia,irrevocabilmente vivi, come le loro fiamme.Se guardano, nasce l’ariapiù trasparente e alta e desiderata.E quando parlano del maresi ode un fiume nel fondodi tutto ciò che è guardato dall’uomo.Se si trattengono, cade la nottecome un dado che mostrala faccia oscura del mondo,e il firmamento estendei suoi ámbiti di marmosopra l’aria silenziosa.Vado in un prato, ed ogni passopossiede e crea latitudini di pioggia.Se gli corro attraverso,lui esiste e mi chiamaad esistere nel diafano.Perché è un prato il giornopiù chiaro dell’infanzia,che mai si termina di percorrere.In lui tutte le coseperfettamente vive come lampade,si illuminano sole, trattenutenegli occhi che volano.Se cammino so che le cose più vivecamminando con me si fanno interminabili,ritornano trasparenticome ciò che non termina.Questo è il segretodi quel che è stupito,dell’eterno e del rapido,del patto inesauribiledelle cose del mondocon i mondi del sogno.Se io cammino è perchèentrambi i mondi mi chiamano.Laureano Albán-traduzione di Tomaso Pieragnolo e Rosa Gallitelli; tratto dal libro "Suma de claridades", 1989-