Luoghi Perduti

Varchi del rosso


https://vimeo.com/15102928 Varchi del rosso di Rita R. Florit Nel maggio arioso avrei pensato un cielo allontanato dal biancoresurfactante, in interiore celeste tessuto,in cerca di una quieta via di bruchi, di insett’assalto ai pollini dorati, d’onnipresente cinguettar dell’aria in disperati morsi al cuore delle attese. Nel centro avviluppante della luceè il senso vellutato delle rose muscose evariamente inclini a spudorata offerta ai varchi più funamboli del rosso;fiammanti più che roghi circoscritti,esili nel levarsi fil di fumod’antichi cori funebri e cinerei…Altro senso, alto, affinato, pago di curvature,in folto percorribile carminio, rorido,mai sazio di lucore in lembi e stami, in sghembe arricciature a risaltare nell’umido lunare delle notti. Avrei deciso che sommesse crespe volute districarsi potessero dai nidi del colorepiù accanito, guizzare di sinaptiche scintillea scatenar vitalità ebbre e stillanti, dai vinti artigliassilli liberate. Che acuminate dalie m’attirassero nei vuoti vortici di ben setosi aculei, quasi metallichescarlatte lame non supposi; che gonfie ortensie roteassero in stelle piluccanti oltrei giardini, estese in solitudini boschivenon sapevo; né che cerulei sentori oltremaretravalicando i muri ad occidente stabilisserodi lì abitare, e in rosso trasmutarsi. Dalle serali inclinazioni frangenti sillabai con cautela i riflessi… Appresi che il segreto delle porpore è il rintanarsi in pozze di clamori, in mormoranti buche e avvallamenti, sonorità minori e accattivanti.  Strariparono infine i miei passati intendimenti ché i varchi sanguigni dalle tue proprie vene emanano.Precipitarono nei baratri cromati delgiallume, negli steli in fiato cortodi calure, negli infinitesimi brillii d’alivetrose, multicolori iridescenze inferte.  Preludio di amnistie autunnali mi rifugiai in scrigni vermigli melograni. La mia dimora estiva s’instellò cerata, poi carta velina gonna papavera, mattiniero squillo di tromba in sordina, quasi asfissia d’arancio furente.  Nel latte e sangue dei gigli marini rinvenni,in candore di garze riposati occhi straziati, polsi e caviglie sprigionati, dagli scoscesi dirupiimmersavvolta in sonno tiepido m’arresi.Allertate rose settembrine attesero, minacciose d’insinuar varchi del rosa… addirittura…  Testo di Rita Regina Florit Voce e immagine di Enrico Frattaroli Calligrafie di Elizabeth Frolet Riprese Angelo Melpignano Montaggio Claudia D'Elia