Chiamiamo mani negative le pitture di mani trovate nelle grotte magdaleniane dell’Europa Sud-Atlantica. L’impronta di queste mani – completamente aperte sulla pietra – era impregnata di colore. Di blu e di nero più di frequente. A volte di rosso. Nessuna spiegazione è stata trovata per questa praticaDavanti all’oceanosotto la scoglierasulla parete di granitoqueste maniaperteBluE nereDel blu dell’acquaDel nero della notteL’uomo è venuto solo nella grottaDavanti all’oceanoTutte le mani hanno la stessa grandezzaera soloL’uomo solo nella grotta ha guardatonel rumorenel rumore del marel’immensità delle coseE ha gridatoTu che hai un nome tu che hai un’identitàio ti amoQueste manidel blu dell’acquadel nero del cieloImpresseAperte squartate sul granito grigioAffinché qualcuno le vedaSono quello che chiamaSono quello che chiamava che gridava trentamila anni faTi amoGrido che voglio amarti, ti amoAmerei chiunque senta che gridoSulla terra vuota resteranno queste mani sulla parete digranito di fronte al fragore dell’oceanoInsostenibileNessuno sentirà piùNe vedràTrenta mila anniQuelle mani, nereLa luce rifranta sul mare fa vibrarela parete di pietraSono qualcuno sono quello che chiamava chegridava in questa luce biancaIl desideriola parola non è ancora stata inventataLui ha guardato l’immensità delle cose nel fragoredelle onde, l’immensità della sua forzapoi ha gridatoSu di lui le foreste d’Europa,sconfinateLui si tiene al centro della pietradei canalonidelle vie di pietraovunqueTu che hai un nome tu che hai un’identitàti amo di un amore indefinitoOccorreva discendere la scoglieravincere la pauraIl vento soffia dal continente respingel’oceanoLe onde lottano contro il ventoAvanzanorallentate dalla sua forzae pazientemente toccanola pareteTutto si schiantaTi amo oltre teAmerei chiunque mi senta gridare che tiamoTrentamila anniChiamoChiamo quella che mi risponderàVoglio amarti ti amoDa trentamila anni grido davanti al mare loSpettro biancoSono colui che gridava di amarti, di amare te[traduzione di Rita R. Florit e Alfredo Riponi]
Le mani negative
Chiamiamo mani negative le pitture di mani trovate nelle grotte magdaleniane dell’Europa Sud-Atlantica. L’impronta di queste mani – completamente aperte sulla pietra – era impregnata di colore. Di blu e di nero più di frequente. A volte di rosso. Nessuna spiegazione è stata trovata per questa praticaDavanti all’oceanosotto la scoglierasulla parete di granitoqueste maniaperteBluE nereDel blu dell’acquaDel nero della notteL’uomo è venuto solo nella grottaDavanti all’oceanoTutte le mani hanno la stessa grandezzaera soloL’uomo solo nella grotta ha guardatonel rumorenel rumore del marel’immensità delle coseE ha gridatoTu che hai un nome tu che hai un’identitàio ti amoQueste manidel blu dell’acquadel nero del cieloImpresseAperte squartate sul granito grigioAffinché qualcuno le vedaSono quello che chiamaSono quello che chiamava che gridava trentamila anni faTi amoGrido che voglio amarti, ti amoAmerei chiunque senta che gridoSulla terra vuota resteranno queste mani sulla parete digranito di fronte al fragore dell’oceanoInsostenibileNessuno sentirà piùNe vedràTrenta mila anniQuelle mani, nereLa luce rifranta sul mare fa vibrarela parete di pietraSono qualcuno sono quello che chiamava chegridava in questa luce biancaIl desideriola parola non è ancora stata inventataLui ha guardato l’immensità delle cose nel fragoredelle onde, l’immensità della sua forzapoi ha gridatoSu di lui le foreste d’Europa,sconfinateLui si tiene al centro della pietradei canalonidelle vie di pietraovunqueTu che hai un nome tu che hai un’identitàti amo di un amore indefinitoOccorreva discendere la scoglieravincere la pauraIl vento soffia dal continente respingel’oceanoLe onde lottano contro il ventoAvanzanorallentate dalla sua forzae pazientemente toccanola pareteTutto si schiantaTi amo oltre teAmerei chiunque mi senta gridare che tiamoTrentamila anniChiamoChiamo quella che mi risponderàVoglio amarti ti amoDa trentamila anni grido davanti al mare loSpettro biancoSono colui che gridava di amarti, di amare te[traduzione di Rita R. Florit e Alfredo Riponi]