Luoghi Perduti

Sancta Sion


Giovedì SantoDivisa in due, avvolta dai lini in un cesto,la Vergine dell’Afflizione con il cuore d’argentoesce una volta l’anno dalla stanza in penombra.In chiesa, ricomposta, a fianco del figlio piagato,dietro gli ori del grano fiorito nel buio,andrà per le vie fino alle rupi e al Calvario.Dopo i petardi e le campane a distesatornerà con la veste trapunta nell’armadio di noce. S’abbuiano i colli, fra i castagni e gli ulivinel gregge ammassato il pastore cerca l’agnello,chiama, bestemmia, l’afferra - in quel belatoil pianto estremo che non conosce il morire.Latrano i cani, poi l’usignuolo per gli orticede al suo canto, lo svolge, lo lancia nel ventolieve che muove i gracili rami del melopiantato a novembre in un mattino piovoso. Il pero, il loto, il tiglio, l’ippocastano,appronta ciascuno a suo modo la fioritura(foglie si svolgono tenere come feritenei verdi che variano dove il gelo riarse),cava la talpa i suoi ciechi percorsiscansando il pruno e il velenoso oleandro,il motore in salita segnala un ritornonella casa di pietra con le serrande abbassate. Eccidi a Gaza, tregua di un giorno in Rhodesia,sparisce la nave stracolma di schiavi bambini,un uomo - occhi grigi e giaccone a quadri -dice che ieri notte ha scannato sua madre,nella galassia sfocata s’accende una stella,lesta si slarga nel telegiornale la mappadove su Nord e Sud scurano nubi:i mari intorno sono un sobbalzo di accenti. Scende il Cristo straziato dentro gli inferniper riapparire, sabato a mezzanotte,biancovestito dietro il sipario viola.…Tante e più volte anche tu sei discesonei luoghi stretti presieduti dall’ansiasgomento ogni volta di non più ritornareall’orto da coltivare, alle stanze in penombra,sempre ogni volta tornando senza risposta. Orfeo salì spossato i cupi viadottiportando in petto il seme della sconfitta- ne venne al canto un intoppo, una sprezzatura:a cui s’accorda la voce breve e delusadi chi s’aggira in uno spazio inconclusoe vuole restarvi: come se quello spaziofosse l’unico luogo dove gli è dato abitare,dove ognuno compie il suo oscuro percorso. (da In margine e altro, Oedipus, 2011)