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Le mani negative

Post n°49 pubblicato il 25 Marzo 2013 da Ufficioluoghiperduti
 

Chiamiamo mani negative le pitture di mani trovate nelle grotte magdaleniane dell’Europa Sud-Atlantica. L’impronta di queste mani – completamente aperte sulla pietra – era impregnata di colore. Di blu e di nero più di frequente. A volte di rosso. Nessuna spiegazione è stata trovata per questa pratica

Davanti all’oceano
sotto la scogliera
sulla parete di granito

queste mani
aperte

Blu

E nere

Del blu dell’acqua

Del nero della notte

L’uomo è venuto solo nella grotta

Davanti all’oceano

Tutte le mani hanno la stessa grandezza
era solo

L’uomo solo nella grotta ha guardato
nel rumore
nel rumore del mare
l’immensità delle cose

E ha gridato

Tu che hai un nome tu che hai un’identità
io ti amo

Queste mani
del blu dell’acqua
del nero del cielo

Impresse

Aperte squartate sul granito grigio

Affinché qualcuno le veda

Sono quello che chiama

Sono quello che chiamava che gridava trenta
mila anni fa

Ti amo

Grido che voglio amarti, ti amo

Amerei chiunque senta che grido

Sulla terra vuota resteranno queste mani sulla parete di
granito di fronte al fragore dell’oceano

Insostenibile

Nessuno sentirà più

Ne vedrà

Trenta mila anni

Quelle mani, nere

La luce rifranta sul mare fa vibrare
la parete di pietra

Sono qualcuno sono quello che chiamava che
gridava in questa luce bianca

Il desiderio
la parola non è ancora stata inventata

Lui ha guardato l’immensità delle cose nel fragore
delle onde, l’immensità della sua forza
poi ha gridato

Su di lui le foreste d’Europa,
sconfinate

Lui si tiene al centro della pietra
dei canaloni
delle vie di pietra
ovunque

Tu che hai un nome tu che hai un’identità
ti amo di un amore indefinito

Occorreva discendere la scogliera
vincere la paura

Il vento soffia dal continente respinge
l’oceano

Le onde lottano contro il vento

Avanzano
rallentate dalla sua forza
e pazientemente toccano
la parete

Tutto si schianta

Ti amo oltre te

Amerei chiunque mi senta gridare che ti
amo

Trentamila anni

Chiamo

Chiamo quella che mi risponderà

Voglio amarti ti amo

Da trentamila anni grido davanti al mare lo

Spettro bianco

Sono colui che gridava di amarti, di amare te

[traduzione di Rita R. Florit e Alfredo Riponi]

On appelle mains négatives les peintures de mains trouvées dans les grottes magdaléniennes de l´Europe Sud-Atlantique. Le contour de ces mains – posées grandes ouvertes sur la pierre – était enduit de couleur. Le plus souvent de bleu, de noir. Parfois de rouge. Aucune explication n´a été trouvée à cette pratique.

 

Devant l´océan
sous la falaise
sur la paroi de granit
ces mains
ouvertes

Bleues

Et noires

Du bleu de l´eau

Du noir de la nuit

L´homme est venu seul dans la grotte
face à l´océan
Toutes les mains ont la même taille
il était seul

L´homme seul dans la grotte a regardé
dans le bruit
dans le bruit de la mer
l´immensité des choses

Et il a crié

Toi qui es nommée toi qui es douée d´identité je
t´aime

Ces mains
du bleu de l´eau
du noir du ciel

Plates

Posées écartelées sur le granit gris

Pour que quelqu´un les ait vues

Je suis celui qui appelle

Je suis celui qui appelait qui criait il y a trente
mille ans

Je t´aime

Je crie que je veux t´aimer, je t´aime

J´aimerai quiconque entendra que je crie

Sur la terre vide resteront ces mains sur la paroi de
granit face au fracas de l´océan

Insoutenable

Personne n´entendra plus

Ne verra

Trente mille ans

Ces mains-là, noires

La réfraction de la lumière sur la mer fait frémir
la paroi de la pierre

Je suis quelqu´un je suis celui qui appelait qui
criait dans cette lumière blanche

Le désir
le mot n´est pas encore inventé

Il a regardé l´immensité des choses dans le fracas
des vagues, l´immensité de sa force
et puis il a crié

Au-dessus de lui les forêts d´Europe,
sans fin

Il se tient au centre de la pierre
des couloirs
des voies de pierre
de toutes parts

Toi qui es nommée toi qui es douée d´identité je
t´aime d´un amour indéfini

Il fallait descendre la falaise
vaincre la peur

Le vent souffle du continent il repousse
l´océan

Les vagues luttent contre le vent

Elles avancent
ralenties par sa force
et patiemment parviennent
à la paroi

Tout s´écrase

Je t´aime plus loin que toi

J´aimerais quiconque entendra que je crie que je
t´aime

Trente mille ans

J´appelle

J´appelle celui qui me répondra

Je veux t´aimer je t´aime

Depuis trente mille ans je crie devant la mer le

Spectre blanc

Je suis celui qui criait qu´il t´aimait, toi

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Commenti al Post:
L.Onely
L.Onely il 25/03/13 alle 13:52 via WEB
Ora lo so.
Sono trentamila anni.
Che ho le mani blu.
Rosse, a volte.
A.per.Te
.
Stravolgente lettura. Da impronta profonda e indelebile. Grazie Duras ... e grazie all'Ufficio!
 
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