NUOVA CONSAPEVOLEZZA

ANDREJ TARKOVSKIJ


Nessuno sa che cos’è la bellezza. L’idea che la gente si fa della bellezza, il concetto stesso di bellezza, mutano nel corso della storia assieme alle pretese filosofiche e al semplice sviluppo dell’uomo nel corso della sua vita personale. E questo mi spinge a pensare che, effettivamente, la bellezza è il simbolo di qualcos’altro. Ma di cosa esattamente? La bellezza è simbolo della verità. Non dico nel senso della contraddizione “verità/menzogna”, ma nel senso di cammino di verità, che l’uomo sceglie.Andrej Tarkovskij Andrej Tarkovskijun omaggio al grande regista russo (sito in costruzione)Home / La spiritualità / HomeBiografiaL' idea di cinemaUn maestro: DovzhenkoI filmGli attoriLa spiritualitàIl significato dell' acquaTeatroPoesia HaikuTarkovskij e NorsteinHoffmaniana e gli irrealizzatiLa musica di ArtemievTarkovskij scrittoreL' eredità di TarkovskijBibliografia essenzialeContattiLa spiritualità di Andrej Tarkovskij«L’arte priva di spiritualità reca in se stessa lapropria tragedia. Persino la constatazione dellamancanza di spiritualità del tempo in cui vive richiedeall’artista la più alta e determinata elevatezzaspirituale. L’artista autentico è sempre alservizio dell’immortalità, si sforza di rendere immortaleil mondo e l’uomo in questo mondo».Sono parole con cui Andrej Tarkovskij ha voluto puntualizzareil suo modo di rappresentare il mondo che locirconda, la sua arte di creare quelle immaginicosì intense, così piene di significati.
Il tema della solitudine«Sta una pietra presso il gelsomino. Un tesoro c'è sotto la pietra.Mio padre è sul sentiero.È una bianca, bianca giornata.Il pioppo d'argento è in fiore,la centifoglia e dietro a leile rose rampicanti,l'erba lattescente.Non sono mai statopiú felice di allora.Là non si può ritornaree neppure raccontarecom'era colmo di beatitudinequel giardino di paradiso.»Arsenij Tarkovskij
Cristo in Andrej RublevIn Andrej Rublëv, il film che esemplifica meglio il suo pensiero, sinota come il cinema tarkovskijano e il suo protagonista, sianoperennemente alla ricerca della VeritàScrive Massimo NardinSebbene il cinema del grande maestro russo sia sempre stato indicato come uno tra i più «spirituali», sebbene la critica abbia rinvenuto nelle sue storie tracce evidenti delle Sacre Scritture, e sebbene tutti i suoi protagonisti sembrino affrontare un calvario analogo a quello vissuto da Cristo, Tarkovskij non ha fatto di quest’ultimo il protagonista di alcuno dei suoi film. Non solo: nella produzione tarkovskiana, la stessa simbologia religiosa diretta è assente: se lo spettatore riesce a coglierla (talvolta,riconosciamolo, forzando il testo filmico), lo può fare soltanto individuando richiami indiretti, ambigui, come il traliccio che può sembrare una croce oppure i movimenti di macchina che a questa figura misteriosa possono ricollegarsi. Entrambe le rappresentazioni si trovano in Stalker (1979) – i cui dialoghi contengono alcune citazioni della Bibbia – ma anche nel finale de Lo specchio (1974) individuiamo strani tralicci…
Stalker: il senso della fede?Stalker è a mio avviso, ma non son il solo a pensarlo, il film più compiuto nella cinematografia di Tarkovskij. Partirei dalla straordinaria immagine a fianco: quella della "luce di Dio".. nella prima immagine di questa pagina web....Solo il cinefilo più accorto avrà notato il fugace raggio di sole che illumina il capo dello Stalker un attimo che dica di andare. Sarà un caso? Forse non lo sapremo mai... Ma quel raggio di luce venuto dall' alto...è solo questione di fede. La ricerca della Zona è questione di fede. Scrive Luca Blanc nella sua splendida tesi di laurea sul Tarkovskij di Stalker:Un relativismo onnivoro assedia e stana le convinzioni alloro nascere, tanto più vorace quanto più vincente. Nelle nostresocietà l’unico pregiudizio concesso è quello verso chi abbia de ipregiudizi . Il valore fondamentale è diventa to il riconoscimento deivalori di ognuno, quali che siano. La fede, questo quantum dicertezze a disposizione di ciascuno, è come parcellizzata. Chiunquepuò met tervi mano nel proprio piccolo e ricavarne, a mo dibricolage, una fede personalizzata , individuale. L’alternativa è unasana distrazione “televisiva” dal problema. Tarkovskij è ben decisoa contrastare la deriva relativistica, ritrovare un qualcosa che possadi nuovo ristabilire un sopra e un sotto nell ’universo, dare unasperanza. Tutta via le armi che usa sono le stesse adoperate da ciòche vorrebbe combattere.Quando viene raggiunto il pozzo, ormai nella seconda parte del film, lo Stalker rivolge una straordinaria preghiera alla Zona. Qui troviamo il monologo fondamentale sugli opposti sensi di "forza" e "debolezza" che lungi dall' esprimere solo significati letterari esprime qualcosa che avvicina il messaggio di Stalker a qualcosa di profondamente "evangelico". Scrive Luca Blanc:La preghiera riguarda da vicino illoro animo, che possa piegarsi alla fede, “che diventino indifesicome bambini”, nel significato di quel “Siate come fanciulli”evangelico. Rendersi duttili , “aprire la propria anima a Dio”, porreun limite alla propria volontà di potenza e di controllo , solo questopotrebbe renderli felici.“L’albero, mentre cresce, ètenero e flessibile . Quando è duro e secco, muore”Questa è una immagine che ha un chiaro riferimento all' evangelico "Beati gli ultimi perchè saranno i primi" La forza vera e la potenza nesconderebbero aridità mentre la freschezza della debolezza costituisce il germe di una nuova forza....A dreamI dream of a quiet monastic cloister with its enormous ancient oak tree. Suddenly I become aware of a flame rising up at a point among the roots, and I realize that it is the flame of many candles burning i the secret underground recesses of the monastery. Two frightened young nuns arrive. Then the flame leaps high, and I see that by now its too late to put out the fire - almost all the roots have become burning embers. I am deeply saddened by this, and I try to imagine what the cloister will be like without the oak tree: it will be useless, meaningless, miserable [29-30 September 1986]Scrive Antonio Socci a proposito della spiritualità del regista«Ne Lo specchio le grandi folate di vento improvvise, “brevicome dei segnali”, il vetro della lampada che rotola, l’alone lasciato da un bicchiere da the che subito evapora, la biancheria che si gonfia, la lampada che si spegne negli spasimi, le mani traslucide, fosforescenti perché tengono in mano una luce, la brace che sembra dotata di vita: tanto appare sensibile il loro respirare all’unisono con l’alito del mondo».E ci rendiamo conto che siamo vicini a qualcosa che no vediamo ma c'è....come quel senso di "sospensione" che ritroviamo nella poesia haiku (vedi capitolo)."Ma Tarkovskij meraviglia soprattutto perché ci restituisce la luce dell’insolito, la gloriosa meraviglia delle cose create, di cui non ci accorgevamo più, da quando aveva cominciato a farci orrore la carne del creato. Da quando avevamo assassinato lo stupore per il chiaro di luna e il mormorio dell’acqua."e ancora....."Lo strano e drammatico viaggio-pellegrinaggio dei personaggi di Stalker verso la “zona”, rappresenta proprio l’atteggiamento dei “moderni” nei confronti dell’opera di Tarkovskij o nei confronti della vita stessa, della natura, di fronte al suo umile e glorioso corteo di cose umili e belle. Per questo avvicinandosi alla “zona” non accade altro che questo: accade la realtà, la realtà diventa accadimento, colori e rumori, soffi di vento, erbe, fuoco e acque. «Forse la “zona” è proprio questo, un apparire delle cose aocchi che comunemente non possono vedere o che guardano senza vedere» (Sandro Bernardi).http://tarkovskij.altervista.org/page13/page13.html