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INDIVIDUALISMO, MANCANZA DI RISPETTO, ARROGANZA


 Molti di noi vivono l’appartenenza ad un gruppo come un bisogno primario; avvertono questa necessità non per debolezza e per sentirsi forti in un branco ma al contrario perché consapevoli della propria forza individuale e delle proprie convinzioni. Solo l’unione di più forze che vanno nella stessa direzione può provocare un effetto sinergico, solo l’annullamento degli individualismi permette l’esistenza di un gruppo, solo il reciproco rispetto consente che si continui a vivere; tutto questo si basa sul principio fondamentale di lealtà che dovrebbe governare tutti i rapporti umani.Essere capaci di sopire i propri individualismi in un gruppo, una comunità o nella società non è  una diminutio della dignità del singolo ma la condivisione con gli altri dell’esercizio  della ragione, dell’intelligenza e della sensibilità di ognuno. L’identificazione dei principi ed il perseguimento degli ideali comuni sovrasta naturalmente, come scelta e senza imposizioni, le differenze e l’affermarsi delle distinzioni del singolo. In questo periodo della nostra esistenza l’individualismo è presente in ogni settore della società al punto da far ritenere  non solo che il sole ruoti intorno alla terra ma che l’intero universo giri intorno ad ogni singola persona. E’ il virus che ci sta distruggendo e che ha cominciato ad infettarci quando l’economia capitalista, con le sue intoccabili leggi del mercato, ha ufficializzato il prevalere dell’interesse e del profitto sui bisogni primari dell’Uomo, giustificando qualsiasi nefandezza compiuta dai singoli e dai governi in nome del dio denaro. Nessuno di noi è vaccinato contro questo nemico,  neanche tanto subdolo, che si insinua nei nostri comportamenti quotidiani; i nostri desideri diventano prioritari rispetto a quelli degli altri, la nostra libertà non tiene conto di quella altrui, pretendiamo rispetto ma non rispettiamo, dimenticando che il rispetto si conquista con i nostri comportamenti ed è impossibile imporlo.Alcuni ormai si rendono conto del pericolo e unendosi provano a combatterlo, altri non si rendono conto di essere già stati colpiti dal virus, di essere ormai deboli e reagiscono con l’unico atteggiamento che maschera la loro piccolezza, con l’unica arma che gli resta:  l’arroganza.