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CIVILTA’ DELLA CONOSCENZA


Non ci soffermiamo a riflettere che quando parliamo di “ricerca” ci stiamo riferendo alla civiltà della conoscenza, cioè alla civiltà. Siamo l’unica specie animale che è riuscita a superare i  limiti legati alla propria fisicità; non li abbiamo superati con le guerre e la violenza ma facendo funzionare e sviluppare il nostro cervello, pensando, ragionando, capendo, applicando le nostre conoscenze per migliorare il nostro vivere. Cultura non è un termine astratto, non a caso è così simile a coltura, la cultura fa crescere e sviluppare le nostre menti; scienza, filosofia, storia, letteratura … ci invitano a pensare, a crescere, ad uscire dall’ignoranza, cioè dalla non conoscenza. Il ventesimo secolo, periodo temporale piccolissimo se riferito alla storia dell’uomo, ha segnato nel nostro Paese la diffusione della cultura oltre le classi “privilegiate”con l’istituzione della scuola pubblica per tutti, con le Università statali a basso costo, con la ricerca finanziata con fondi pubblici e quindi libera, con sovvenzioni alle attività culturali sul territorio, con mass media liberi di esprimere opinioni anche contrastanti ma proprio per questo libere.Per qualche decennio abbiamo raggiunto il picco massimo di conoscenza diffusa, di tutela del singolo e di libertà mai avuto nel nostro Paese, anche se con la presenza contemporanea di contrasti, storture, complotti e violenze. Il sapere è stato utilizzato, da sempre, per gestire il potere e per usare la violenza con armi tecnologicamente sempre più perfezionate, per questo motivo non può e non deve essere di pochi, per questo motivo viene combattuto ferocemente da chi ambisce ad ottenere un potere dittatoriale.La prima cosa da annullare, in un clima di restaurazione, è quindi la civiltà della conoscenza, come? Distruggendo la scuola pubblica e le Università statali a favore di quelle private dove potranno accedere solo i cittadini appartenenti alle classi “privilegiate” e che saranno ben catechizzati su cosa dovranno pensare quando gestiranno il potere; screditando i docenti di ogni ordine e grado con il facile gioco di evidenziare le storture presenti, come in ogni settore, e celando accuratamente ciò che funziona anzi tagliando fondi e personale affinché tutto funzioni peggio; tagliando i fondi per la ricerca, distribuendo i pochi rimasti in maniera clientelare e spacciando il tutto per meritocrazia; tagliando i fondi per le attività culturali; mettendo il bavaglio ai mass media e così via … è quello che stiamo vivendo.Prima di ritornare ad essere dei cittadini privati della conoscenza …. Reagiamo!!!