Il Ploutonion, o Casa di Ade, era il luogo sacro in cui era officiato il culto ad Ade e alla sua compagna, Persefone/Kore, e attraverso il quale era possibile raggiungere gli Inferi attraverso un’apertura, che gli antichi collocavano in diversi punti della terra, tra cui l’antica città di Hierapolis.Le fonti letterarie antiche, in particolare Strabone (Geog., XIII, 4, 14; XIV, 1, 15 e 47), ne parlano come uno dei più grandi santuari dell’antichità, in cui avvenivano sacrifici di tori che erano fatti avvicinare all’apertura della grotta da dove fuoriusciva gas. Sempre secondo gli autori antichi, gli unici immuni a questo gas erano gli Eunuchi di Cibele che, secondo alcune ipotesi, data la loro menomazione, riuscivano più degli altri a trattenere il respiro.Dal punto di vista archeologico il Ploutonion era stato precedentemente individuato nel Santuario di Apollo, divinità protettrice della città, per la presenza di un’apertura da cui fuoriuscivano esalazioni di gas. Con il prosieguo degli scavi nella zona limitrofa al santuario, nonché in un’area centrale della città antica, tra l’imponente teatro e l’agorà, si è messo in luce un complesso formato da una gradinata lunga 30 m, una grotta e una tholos con due vasche ai lati per i bagni terapeutici nelle acque termali. Il dislivello di 2 m tra il piano dove si apre la grotta e la gradinata permetteva ai fedeli di assistere ai sacrifici che venivano fatti in onore di Plutone e Kore. Infatti, una delle prove della individuazione del complesso come Ploutonion è l’iscrizione in greco che si trova sulla quinta dove si apre la grotta che recita: ΠΛΟΥΤΩΝΙ ΚΑΙ ΚΟΡΗ …In età bizantina, la facciata della grotta fu chiusa volontariamente e venne eretto un muro con materiali di reimpiego; inoltre, la tholos, quale simbolo di sacralità, fu demolita. La zona prospiciente l’apertura della grotta fu riempita di materiali e durante gli scavi sono stati ritrovati numerosi reperti tra cui frammenti architettonici, un’iscrizione di età neroniana e la statua di un serpente attorcigliato, animale ctonio per eccellenza e legato agli Inferi.Alcuni filosofi neoplatonici bizantini, legati ancora alle credenze pagane, continuavano a visitare il santuario. Uno di essi, Damascio (480-550 d. C.), racconta di essere riuscito ad entrare nella grotta e di aver sognato di essere diventato Attis, il paredro di Cibele, durante le celebrazioni delle Hilariae, festa romana dell’equinozio di primavera in cui si celebra la rinascita della natura all’interno dei riti in onore della dea frigia, il cui culto a Roma fu introdotto nel 204 a. C.
La Porta degli Inferi - Ploutonion
Il Ploutonion, o Casa di Ade, era il luogo sacro in cui era officiato il culto ad Ade e alla sua compagna, Persefone/Kore, e attraverso il quale era possibile raggiungere gli Inferi attraverso un’apertura, che gli antichi collocavano in diversi punti della terra, tra cui l’antica città di Hierapolis.Le fonti letterarie antiche, in particolare Strabone (Geog., XIII, 4, 14; XIV, 1, 15 e 47), ne parlano come uno dei più grandi santuari dell’antichità, in cui avvenivano sacrifici di tori che erano fatti avvicinare all’apertura della grotta da dove fuoriusciva gas. Sempre secondo gli autori antichi, gli unici immuni a questo gas erano gli Eunuchi di Cibele che, secondo alcune ipotesi, data la loro menomazione, riuscivano più degli altri a trattenere il respiro.Dal punto di vista archeologico il Ploutonion era stato precedentemente individuato nel Santuario di Apollo, divinità protettrice della città, per la presenza di un’apertura da cui fuoriuscivano esalazioni di gas. Con il prosieguo degli scavi nella zona limitrofa al santuario, nonché in un’area centrale della città antica, tra l’imponente teatro e l’agorà, si è messo in luce un complesso formato da una gradinata lunga 30 m, una grotta e una tholos con due vasche ai lati per i bagni terapeutici nelle acque termali. Il dislivello di 2 m tra il piano dove si apre la grotta e la gradinata permetteva ai fedeli di assistere ai sacrifici che venivano fatti in onore di Plutone e Kore. Infatti, una delle prove della individuazione del complesso come Ploutonion è l’iscrizione in greco che si trova sulla quinta dove si apre la grotta che recita: ΠΛΟΥΤΩΝΙ ΚΑΙ ΚΟΡΗ …In età bizantina, la facciata della grotta fu chiusa volontariamente e venne eretto un muro con materiali di reimpiego; inoltre, la tholos, quale simbolo di sacralità, fu demolita. La zona prospiciente l’apertura della grotta fu riempita di materiali e durante gli scavi sono stati ritrovati numerosi reperti tra cui frammenti architettonici, un’iscrizione di età neroniana e la statua di un serpente attorcigliato, animale ctonio per eccellenza e legato agli Inferi.Alcuni filosofi neoplatonici bizantini, legati ancora alle credenze pagane, continuavano a visitare il santuario. Uno di essi, Damascio (480-550 d. C.), racconta di essere riuscito ad entrare nella grotta e di aver sognato di essere diventato Attis, il paredro di Cibele, durante le celebrazioni delle Hilariae, festa romana dell’equinozio di primavera in cui si celebra la rinascita della natura all’interno dei riti in onore della dea frigia, il cui culto a Roma fu introdotto nel 204 a. C.